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23 Ottobre 2024Per gli italiani curarsi con la sanità pubblica è sempre più difficile. E' il quadro che è emerso dall'indagine condotta dal III Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva presentato al ministero della Salute
"Nel 2023 la criticità che ha più afflitto i cittadini che si sono rivolti a Cittadinanzattiva è quella relativa all'accesso alle prestazioni (32,4%), trasversale rispetto a tutte le macroaree analizzate". Su 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 (in crescita di 9.971 rispetto all'anno precedente), "quasi una su tre - il 32,4%, +2,8% rispetto al 2022 e +8,6 rispetto al 2021 - fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni", precisa l'indagine. Nei vari ambiti le segnalazioni rivelano poi criticità specifiche, essendo rilevanti, seppur con uno scarto notevole in termini di percentuale, quelle relative a cure primarie (14.2%), assistenza ospedaliera (13,3%), assistenza sanitaria di prossimità (11,1%), prevenzione (8,6%), sicurezza delle cure (5,6%), ticket per spesa privata (4,7%)".
Se l'accesso è difficoltoso, sono 4,5 milioni gli italiani che rinunciano alle cure anche per le liste d'attesa. "Rispetto al 2019, la quota di rinuncia causata dai tempi di attesa quasi raddoppia (era 2,8%), mentre si riallinea la rinuncia alle prestazioni per motivi economici (era infatti 4,3%)", avverte l'indagine. "La quota delle persone che hanno dovuto fare a meno delle cure ammonta al 7,6% dell'intera popolazione nel 2023, in aumento rispetto al 7% dell'anno precedente. Con 372 mila persone in più, si raggiunge un contingente di circa 4,5 mln di cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per problemi economici, di liste di attesa o di difficoltà di accesso, anche territoriale".
Secondo Cittadinanzattiva, "la quota della rinuncia alle prestazioni sanitarie cresce, ovviamente, con l'aumentare dell'età: nel 2023, partendo dall'1,3% rilevato tra i bambini fino ai 13 anni, la quota mostra un picco nell'età adulta tra i 55-59enni, dove raggiunge l'11,1%, per restare elevata tra gli anziani di 75 anni e più (9,8%). Tuttavia, l'incremento tra il 2022 e il 2023 riguarda solo la popolazione adulta (18-64 anni), che passa dal 7,3% all'8,4%. Si confermano le ben note differenze di genere: la quota di rinuncia è pari al 9,0% tra le donne e al 6,2% tra gli uomini, con un divario che si amplia ulteriormente nell'ultimo anno per l'aumento registrato tra le donne adulte".
"Le segnalazioni del Rapporto civico, da sempre 'termometro' del rapporto tra cittadini e Servizio sanitario, ci restituiscono un fermo immagine da anni bloccato sull'accesso, la piaga della sanità pubblica, capace per la sua portata e per la sua trasversalità di mettere in secondo piano ogni altro ambito, dal governo della sicurezza, alla necessità di umanizzazione, persino alla qualità delle cure. Avere la percezione di trovare chiusa la porta di accesso al Servizio sanitario - a causa delle difficoltà connesse alla desertificazione dei servizi, alla debolezza delle cure primarie, alla situazione dei pronto soccorso, alle lunghe liste di attesa - scolora gli altri problemi, pur rilevanti, e impedisce anche di cogliere le aree di miglioramento e innovazione o di assumere un atteggiamento fiducioso nelle riforme in corso'', commenta Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
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