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04 Giugno 2024

Liste d’attesa, via libera del Cdm a decreto legge e ddl. Ecco cosa prevedono

Un Cup unico regionale, monitoraggio su liste d'attesa affidato all'Agenas, ispettorato generale di controllo sull'assistenza sanitaria, visite ed esami il sabato e la domenica. Le novità sull'abbattimento delle liste di attesa


Liste d’attesa, via libera del Cdm a decreto legge e ddl. Ecco cosa prevedono

Arriva il via libera del Consiglio dei ministri al decreto-legge e al disegno di legge per l'abbattimento delle liste di attesa. Da un Cup unico regionale o infraregionale, il monitoraggio sulle liste d'attesa affidato all'Agenas, un ispettorato generale di controllo sull'assistenza sanitaria fino all'introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Sono le misure principali contenute nel decreto-legge. ''I provvedimenti, il Dl e il Ddl, approvati oggi in Cdm sono frutto di lavoro di confronto con le regioni, gli Ordini professionali e le associazioni dei cittadini, che sono i veri scontenti delle liste d'attesa. Si va incontro ai cittadini. Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario''. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, nella conferenza stampa dopo l'approvazione. L'articolo 1 della bozza del decreto-legge istituisce presso Agenas una piattaforma nazionale per le liste d'attesa con l'obiettivo di disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie". La piattaforma dialogherà con le piattaforme regionali delle liste di attesa (interoperabilità). Inoltre, se "Agenas riscontra inefficienze o anomalie nell'ambito del controllo delle agende di prenotazione, può procedere con audit nei confronti delle aziende sanitarie. Lo scopo è quello di superare insieme eventuali difficoltà riscontrate. "Questa norma impatta positivamente sulle Regioni perché aiuta a gestire meglio le liste d'attesa".

Nell'articolo 3 si definisce "l'obbligo di un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato e si prevede "la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici (deve essere collegato e interoperabile); per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell'accreditamento istituzionale (premialità). Inoltre, se "le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione in intramoenia o attraverso il privato accreditato. Le modalità sono definite con decreto del ministro delle Salute da adottarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Viene indicato il "divieto per le aziende sanitare e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione (agende). Il Cup deve attivare un sistema di recall per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate (fenomeno che allunga le liste d'attesa e ingolfa le agende). Parliamo di un 20% di casi. Il cittadino che non effettua la visita o l'esame prenotato senza preavviso, dovrà pagare ugualmente il ticket. L'articolo 4 è dedicato alle visite e agli esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria. "Per evitare abusi dell'attività in intramoenia, a scapito dell'attività istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d'attesa, si prevede in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non deve eccedere quella ordinaria, si legge.

Per quanto riguarda il tetto di spesa per il personale, (Articolo 5) sulla norma pendono le verifiche con il Mef. Nel testo si legge che viene innalzata "la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell'incremento del Fondo sanitario rispetto all'anno precedente. Dal 2025 viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non è di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario". Nello schema del Ddl si prevede anche che si possa ricorrere agli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d'attesa, e per questo l'idea è di disporre uno stanziamento di 100 milioni per aumentare a 100 euro la tariffa oraria per la prestazione dello specialista. Infine, si alzerebbero fino a 10 ore settimanali le quote degli incarichi libero professionali per gli specializzandi. L'articolo 6 affronta l'acquisto di prestazioni da privato convenzionato, anche in questo caso pendono le verifiche con il Mef. "Aumenta per gli anni 2025 e 2026 la quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l'acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024" si legge. Inoltre, con l'articolo 7 "si istituisce una infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale per la telemedicina". Le Regioni, inoltre, assegneranno ai direttori generali delle aziende sanitarie alcuni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste d'attesa. Il mancato raggiungimento può determinare la sospensione dall'elenco nazionale dei direttori per un periodo di 12 mesi. Anche gli specializzandi verranno chiamati per abbattere le liste d'attesa.

TAG: LISTE ATTESA

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