Governo e Parlamento
04 Ottobre 2023 La riorganizzazione dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario nazionale sarà inserita in un collegato alla Legge di Bilancio da approvare entro l’anno. E nello stesso provvedimento od in altro, parallelo sarà inserito il riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal Ministero della salute. Lo afferma la nota di aggiornamento al Nadef
La riorganizzazione dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario nazionale sarà inserita in un collegato alla Legge di Bilancio da approvare entro l’anno. E nello stesso provvedimento od in altro, parallelo (una legge delega?) sarà inserito il riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal Ministero della salute. Lo afferma la nota di aggiornamento al Documento di programmazione economica e finanziaria-DEF presentato lo scorso aprile dal governo Meloni a Bruxelles. La “NaDef”, curata dal ministero dell’Economia e presentata a sua volta il 30 settembre, conferma quanto è stato anticipato da esponenti del governo nei giorni scorsi: nella Finanziaria 2024 ci saranno stanziamenti per il personale sanitario da suddividere nell’arco del triennio 2024-26. Ma i primi calcoli non soddisfano gli statistici e in particolare il Gimbe, centro studi presieduto da Nino Cartabellotta che monitora i trend della spesa del servizio sanitario.
La Nadef - Ritoccata verso il basso la previsione di aumento del prodotto interno lordo in Italia per quest’anno da +0,9% a +0,8%. Ma per il prossimo è prevista in crescita da +1,2% di previsione ad aprile a +1,4% oggi. Il problema è che si scarica su quest’anno un aumento molto importante del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, con il primo gonfiato dalle spese dello stato per il Superbonus edilizio. Per il 2023 il documento indica un rapporto deficit/Pil tendenziale del 5,2% che scenderebbe al 3,6% nel 2024 – ma sarà destinata a risalire al 4,3% dedicando delle quote di Pil alla manovra economica–, si assesterebbe al 3,4% nel 2025 e si riallineerebbe ai dettami europei (soglia massima 3%) nel 2026. Per la manovra, che pesa sui conti del 2024, il ministero dell’economia avrebbe determinato lo stanziamento di 15,7 miliardi. Le priorità sono: il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare attenzione al settore sanitario; la natalità da sostenere promuovendo genitorialità e benefici a famiglie con redditi medi e bassi; l’incentivazione degli investimenti al Sud. Verrà inserito anche un finanziamento per il Giubileo 2025 finalizzato ad adeguare tecnologie e presidi sanitari rivolti ad accogliere i pellegrini.
Il peso della sanità – La Fondazione Gimbe ha analizzato le previsioni del governo. Rispetto al 2022, quest’anno la spesa sanitaria cresce in assoluto del 2,8%, (3,631 miliardi), ma si riduce dal 6,7 al 6,6% del Prodotto interno lordo. Per il 2024-26, a fronte di una crescita media annua del Pil nominale del 3,5%, la NaDef 2023 stima la crescita media della spesa sanitaria all’1,1%. Poi, il rapporto spesa sanitaria/PIL precipiterà dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e ancora al 6,1% nel 2026. È un valore sotto quel 6,4% al quale ci trovavamo alla vigilia della pandemia di Covid-19 e sotto la soglia del 6,5% dichiarata dall’Ocse “da non abbassare” in nessuna nazione, pena l’insostenibilità dei servizi sanitari. Nel ’24, rispetto a quest’anno in termini assoluti la spesa sanitaria scenderà a euro 132,9 miliardi (un preoccupante -1,3%), per poi risalire nel 2025 a 136,7 miliardi (+2,8%) e a € 138,97 miliardi (+1,7% sul Pil nominale) nel 2026. «L’irrisorio aumento della spesa sanitaria di 4,238 miliardi (+1,1%) nel triennio 2024-26 non basterà a coprire nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo», commenta Cartabellotta. Le stime previsionali della NaDef 2023 sulla spesa 2024-26 certificano evidenti segnali di definanziamento». Non solo la crescita media annua della spesa sanitaria si rivela dell’1,1%, meno di 1/3 della crescita nominale attesa del Pil, ma non si fa cenno alla necessità di abolire per gradi il tetto di spesa per il personale sanitario. «Se a parole la NaDef 2023 afferma l’intenzione di stanziare risorse per il rilancio del personale sanitario nel prossimo triennio – conclude Cartabellotta – i numeri non lasciano intravedere affatto i fondi necessari, ma viceversa documentano segnali di definanziamento della sanità pubblica ancor più evidenti di quelli del Def 2023, le cui stime previsionali sulla spesa sanitaria sono state riviste al ribasso».
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