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19 Settembre 2022

Elezioni e candidati, intervista a Paolo Siani (Pd): sud, salute e giovani le priorità

No ad una spesa sanitaria inferiore al 7% del Prodotto interno lordo e sì all’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario. Sono solo alcuni dei i punti chiave del programma sanità presentato ai media dal Partito Democratico trasparsi da un'intervista effettuata a Paolo Siani


Elezioni e candidati, intervista a Paolo Siani (Pd): sud, salute e giovani le priorità

No ad una spesa sanitaria inferiore al 7% del Prodotto interno lordo e sì all’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario. Sono i punti chiave del programma sanità presentato ai media dal Partito Democratico. Ma c’è anche altro, che traspare intervistando Paolo Siani 67 anni, deputato, candidato Pd alla Camera a Napoli, e soprattutto pediatra di estrazione ospedaliera. Primario all’Ospedale Santobono e fratello di Giancarlo, giornalista assassinato nel 1985 dalla camorra, Siani è stato presidente dell’Associazione Culturale Pediatri ed è vicepresidente della Commissione Parlamentare Infanzia e Adolescenza. Da giugno 2018 è in commissione affari sociali. Una vita professionale al fianco dei bambini, Siani ha maturato l’idea che la qualità della sanità pubblica è condizionata all’integrazione tra sociale e sanitario e tra Nord e Sud. «Oggi nel Riparto del Fondo sanitario nazionale non si prende atto che le diseguaglianze generate dalla povertà si riflettono sulle condizioni di salute dei residenti in ciascuna delle 20 regioni. Sono dati dimostrati da ricerche scientifiche, che riguardano anziani e bambini», afferma Siani. «O sosteniamo le famiglie in difficoltà economica prima che si ammalino o avremo una sanità non funzionale alle richieste degli italiani. Questi ultimi devono trovare riferimenti sul territorio per l’assistenza sanitaria e sociosanitaria». Altro passaggio chiave: c’è bisogno di un’assistenza di qualità da Nord a Sud. «Il Sud non ha un numero adeguato di istituti a carattere scientifico dove si faccia ricerca sulle patologie più gravi. Ciò genera diseguaglianze, e non solo di salute. Chi ha una malattia grave va a curarsi in genere fuori regione. I bambini sono seguiti dalle famiglie. Quando queste ultime emigrano è un disastro, la madre deve lasciare il lavoro, si generano problemi economici sia per i singoli sia su un territorio. Dare i centri di eccellenza al Sud, dunque è richiesta che va a sostegno di tutto il paese. Nel programma Pd ritrovo in buona parte questa impostazione. Forse la mia visione è un po’ “meridionalista”, ma trovo coerenti con essa sia la bozza di riforma nazionale che il ministro Speranza stava per portare alle camere, su cui abbiamo lavorato in Commissione Affari Sociali per mesi, sia la logica ispiratrice del Recovery Plan: l’Unione Europea sostanzialmente ci ha dato 206 milioni per colmare le diseguaglianze, e il PNRR destina il 40% delle risorse al Sud; se chi governa tiene davvero conto di questo, faremo il salto di qualità. Come l’ha fatto dal 1990 la Germania al tempo della riunificazione, coltivando innanzi tutto lo sviluppo dell’Est».

Una riflessione su ciò che si può fare nella prossima legislatura? «In primo luogo, l’integrazione fra territorio e ospedale. Sul territorio, il medico di medicina generale è chiamato a lavorare in gruppo nelle case di comunità per offrire risposte più rapide e più vicine al cittadino. Già si fa in alcune realtà: pediatri del territorio in rete in Emilia-Romagna tengono aperti gli studi nelle 12 ore turnando. Così, la mole di lavoro si redistribuisce, i carichi di stress diminuiscono, la risposta è più organizzata ma soprattutto crollano pure gli accessi impropri nei pronto soccorso; questo modello va riproposto per tutta la popolazione, non solo per i bambini. Certo, alla medicina di famiglia vanno dati strumenti diagnostici per aiutarla ad offrire un servizio nuovo che gli assistiti gradiscono». Una sottolineatura sul ruolo crescente delle farmacie nella riforma territoriale: «Da sempre con sindaco e parroco il farmacista è figura indispensabile specie nei paesi più sperduti. Affidare oggi alla farmacia un ruolo centrale significa sopperire ad eventuali carenze di medici ed offrire una risposta importante alla popolazione in termini di accesso ai servizi».

Quale il “valore aggiunto” che il dottor Siani, medico e pediatra, potrà dare alle istituzioni in caso di rielezione? «Nei quattro anni trascorsi ho messo al primo posto i diritti delle famiglie in difficoltà, con bambini e adolescenti. Sono convinto che investire sull’infanzia significhi sotto ogni profilo città più sicure e vivibili, piste ciclabili, diminuzione degli incidenti e dell’inquinamento atmosferico. Si tratta di un investimento decisivo. Vorrei inoltre portare a casa una legge piccola che riguarda 27 minori e le loro madri, ma che a mio avviso è conquista di civiltà. Infatti, se le mamme sono state condannate, consente a questi bambini di non dover vivere in carcere con loro, ma in casa-famiglia, mettendo in primo piano il valore educativo della pena ed il riscatto».


TAG: ELEZIONI, PARTITO DEMOCRATICO

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