Governo e Parlamento
30 Maggio 2023 Il decreto Bollette completa il suo iter e approda nella Gazzetta Ufficiale del 29 maggio. A seguito della pubblicazione entrano in vigore le modifiche inserite nel corso dell’esame parlamentare, molte di ambito sanitario, tra queste quella relativa al payback
Il decreto Bollette completa il suo iter e approda nella Gazzetta Ufficiale del 29 maggio. A seguito della pubblicazione entrano in vigore le modifiche inserite nel corso dell’esame parlamentare, molte di ambito sanitario, tra queste quella relativa al payback, ovvero il meccanismo per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici.
Il decreto, convertito in legge, prevede, infatti, all'articolo 8 l'istituzione di un fondo da ripartire tra le regioni e le province autonome, "quale contributo statale al ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici relativo agli anni da 2015 a 2018". Prevede, inoltre, che le aziende fornitrici di dispositivi medici, qualora non abbiano attivato un contenzioso o rinuncino allo stesso, possano versare a ciascuna regione e provincia autonoma, entro il 30 giugno 2023, in luogo della quota intera, una somma pari al 48% di quanto dovuto a titolo di contributo al ripiano. Si prevede inoltre che, in relazione ai versamenti effettuati alle regioni, le aziende possano portare in detrazione l'Iva. "La situazione per le aziende di dispositivi medici resta gravissima e chiediamo al governo di agire prima della scadenza del 30 giugno cancellando la norma sul payback" commenta il presidente di Confindustria dispositivi medici, Massimiliano Boggetti. "In realtà - afferma Boggetti all'ANSA - questo provvedimento è fatto più per le Regioni che per sanare la situazione delle aziende. Queste ultime, infatti, usufruiranno di uno sconto del 48% ma ciò non cambia il quadro, che resta gravissimo, così come resta a nostro parere iniquo e incostituzionale il meccanismo stesso del pay back. Non è infatti uno sconto del 48% sul quadriennio che può salvare le aziende sul mercato". Ed ancora: "Siamo molto preoccupati perché - avverte - questa norma impatterà pesantemente sull'innovazione e sugli stessi pazienti, così come sul funzionamento degli ospedali. E questo perché le aziende destinate a fallire, nonostante lo sconto previsto pari a circa un miliardo, sono le stesse che producono i macchinari innovativi per la rete ospedaliera". Insomma, "il quadro è critico e la nostra posizione non cambia". Al momento, spiega Boggetti, "stiamo portando avanti una interlocuzione col governo per arrivare ad una soluzione, ma non c'è molto tempo: chiediamo all'esecutivo di agire prima della scadenza del 30 giugno cancellando - conclude - questa norma iniqua in tempi rapidi".
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