Covid
05 Settembre 2024Durante la pandemia del Covid il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha inizialmente sottovalutato la gravità della situazione e considerato bassa la probabilità di un ingresso del virus nell'Ue. Lo afferma una relazione della Corte dei Conti
Durante la pandemia del Covid il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha inizialmente sottovalutato la gravità della situazione e considerato bassa la probabilità di un ingresso del virus nell'Ue. Lo afferma una relazione della Corte dei Conti Ue sull'azione delle agenzie sanitarie delle Ue, all'epoca Ecdc e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) Solo il 12 marzo 2020, prosegue l'audit Ue, l'Ecdc ha riconosciuto la necessità di "misure mirate immediate", tre giorni dopo cioè l'annuncio del primo lockdown in Italia. Sul numero di infezioni e i decessi si sarebbe potuto fare maggiore ricorso a tecniche più affidabili, continua la relazione. L'Ecdc, poi, ha emanato in alcuni casi troppo tardi valutazioni dei rischi, orientamenti e informazioni pubbliche (su mascherine e tracciamento, ad esempio). L'Ema, notano invece dalla Corte, si è rapidamente adattata alla situazione. Nelle fasi iniziali della pandemia ha contattato potenziali sviluppatori di vaccini e terapie e ha adottato varie altre misure per accelerare il processo di autorizzazione. E ha contribuito a contrastare le carenze di medicinali durante la pandemia. L'unico problema è stato che l'agenzia non era riuscita a promuovere le sperimentazioni cliniche nell'Ue. Forte degli insegnamenti tratti nelle prime fasi della pandemia, la Commissione europea ha adottato una serie di decisioni e piani, rafforzando e chiarendo ad esempio i mandati di Ecdc ed Ema. Hera, l'Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, istituita nel 2021 per supervisionare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di medicinali, secondo la Corte ha invece responsabilità e poteri in parte analoghi a quelli dell'Ecdc e per questo la Corte invita a una stretta cooperazione per evitare un'inutile duplicazione del lavoro.
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