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09 Aprile 2024La popolazione adulta potrà avere, per la prima volta, un vaccino pneumococcico coniugato specificatamente progettato per la loro protezione. Si tratta del V116, un vaccino sviluppato da Msd che, in una conferenza stampa a Roma, ha presentato i dati positivi provenienti da numerosi studi
La popolazione adulta potrà avere, per la prima volta, un vaccino pneumococcico coniugato specificatamente progettato per la loro protezione. Si tratta del V116, un vaccino sviluppato da Msd che oggi, in una conferenza stampa a Roma, ha presentato i dati positivi provenienti da numerosi studi di Fase 3. Negli studi clinici presentati, V116 si è dimostrato immunogenico per tutti e 21 i sierotipi coperti dal vaccino in vari sottogruppi di popolazione adulta, inclusi quelli che non avevano precedentemente ricevuto un vaccino pneumococcico (naïve), quelli che avevano già ricevuto un vaccino pneumococcico e quelli con un aumentato rischio di malattia pneumococcica, quali ad esempio le persone con HIV (human immunodeficiency virus). V116 ha anche generato risposte immunitarie più elevate rispetto ai vaccini con cui è stato confrontato per i sierotipi unici coperti da V116 in tutti gli studi STRIDE. Negli studi clinici presentati, V116 si è dimostrato immunogenico per tutti e 21 i sierotipi coperti dal vaccino in vari sottogruppi di popolazione adulta, inclusi quelli che non avevano precedentemente ricevuto un vaccino pneumococcico (naïve), quelli che avevano già ricevuto un vaccino pneumococcico e quelli con un aumentato rischio di malattia pneumococcica, quali ad esempio le persone con HIV (human immunodeficiency virus). V116 ha anche generato risposte immunitarie più elevate rispetto ai vaccini con cui è stato confrontato per i sierotipi unici coperti da V116.
“È una novità importante – dichiara a Sanità33 Pier Luigi Lopalco, Professore ordinario di Igiene, Università del Salento – perché si tratta di un prodotto disegnato per l’adulto che va a colmare quel gap di protezione che l’adulto non riesce ad avere in maniera indiretta dalla protezione derivante dalla vaccinazione pediatrica. Parliamo di risultati sorprendenti – aggiunge - perché purtroppo fino ad oggi eravamo ben consapevoli che aggiungendo dei sierotipi ad un vaccino, l’aggiunta poteva comportare alcune interferenze, a volte l’addizione di sierotipi può comportare il manifestarsi di interferenze per cui un ceppo risponde meno a causa della presenza di altri ceppi. Gli studi clinici hanno dimostrato, pertanto, che per tutti i 13 ceppi contenuti nel vaccino 21-valente, che sono in comune con i vecchi vaccini, V116 funziona allo stesso modo o, meglio, ovvero non è inferiore. Ma la novità di V116 è rappresentata dagli 8 ceppi che sono contenuti solo in questo vaccino e sono proprio qui ceppi responsabili, in alcune casistiche, fino al 30% della malattia dell’adulto”.
La popolazione che invecchia perde sempre più l’efficacia immunitaria che ha un’azione di controllo sui microrganismi e le infezioni, ne consegue che le persone anziane sono maggiormente soggette a malattie pneumococciche più severe, un esempio è la polmonite, malattia assai frequente tra gli anziani. Questo vaccino porta una novità: “Avere dei sierotipi diretti verso lo pneumococco non contenuti normalmente nel vaccino pediatrico e questo permette una protezione maggiore nei confronti dei ceppi responsabili di malattia severa nell’anziano e nell’adulto con condizioni di rischio”, spiega Caterina Rizzo, ordinaria di Igiene Generale e Applicata, Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, Università di Pisa. “I vaccini coniugati hanno un impatto anche sulla riduzione dello stato di portatore nasofaringeo di pneumococco, fattore molto importante per ridurre la circolazione dei pneumococchi e per determinare un calo anche nella patologia dell’adulto attraverso l’immunità di gregge. Quando si riduce lo stato di portatore nasofaringeo nella popolazione pediatrica, infatti, si riduce la circolazione dell’agente infettivo e questo determina un calo complessivo della patologia con un meccanismo indiretto non solo sui vaccinati ma anche sugli adulti non vaccinati”, spiega Susanna Esposito, Direttrice Clinica pediatrica Ospedale Pietro Barilla AOU di Parma e Professoressa Ordinaria di Pediatria, Università di Parma.
Anna Capasso
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