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10 Aprile 2025Entro il 2035, la domanda di lavoro nel settore biotech in Italia crescerà per oltre il 60% dei profili professionali, ma per gran parte di queste posizioni aumenteranno anche le difficoltà di reperimento. È il dato più rilevante emerso durante “Biotech Future: Competenze e Opportunità nel Settore”

Entro il 2035, la domanda di lavoro nel settore biotech in Italia crescerà per oltre il 60% dei profili professionali, ma per gran parte di queste posizioni aumenteranno anche le difficoltà di reperimento. È il dato più rilevante emerso a Napoli durante l’evento “Biotech Future: Competenze e Opportunità nel Settore”, promosso da Federchimica Assobiotec e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con Edra, nell’ambito della Giornata del Made in Italy.
Durante la giornata, ospitata dal Dipartimento di Farmacia dell’ateneo napoletano, è stato presentato lo studio predittivo realizzato da EY in collaborazione con Assobiotec, basato su un innovativo modello di analisi fondato sull’intelligenza artificiale. Il report ha esaminato 122 professioni del biotech, evidenziando una trasformazione profonda del mercato del lavoro: solo una professione su sei resterà stabile, mentre le altre saranno soggette a un incremento o a un calo della domanda, in funzione della transizione tecnologica e digitale del settore.
“La nostra analisi conferma che il biotech è un comparto strategico per l’economia italiana, trainato da ricerca e innovazione, e in grado di offrire ampie opportunità occupazionali ai giovani in uscita dai percorsi universitari e tecnici”, ha dichiarato Carlo Chiattelli, Partner e People Consulting Leader di EY Italia. “Le aziende, però, dovranno affrontare una crescente difficoltà nel reperire le figure più richieste, specialmente quelle ad alta qualificazione come data analyst, esperti in sicurezza informatica e bioinformatica”.
Secondo il report, tra i principali driver di questa evoluzione occupazionale figura l’adozione di tecnologie avanzate, in particolare l’intelligenza artificiale, che impatterà su tutti i comparti delle biotecnologie – dalla salute all’industria ambientale – e che comporterà l’obsolescenza di alcune professioni e l’emergere di nuove figure altamente specializzate.
“Il mismatch tra domanda e offerta è destinato ad ampliarsi”, ha spiegato Federico Viganò, membro del Consiglio di Presidenza di Assobiotec. “È fondamentale rafforzare il dialogo tra imprese, università e ITS per costruire percorsi formativi allineati alle esigenze reali del mercato”.
Nel pomeriggio una sessione di networking tra studenti e imprese, con workshop, info point e spazi di orientamento, a testimonianza della volontà del settore di investire su formazione e talenti. L’iniziativa, moderata da Ludovico Baldessin, CEO di Edra, ha sottolineato come il biotech rappresenti non solo un motore di innovazione tecnologica, ma anche un’opportunità concreta di sviluppo economico, occupazionale e sociale per il Paese.
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