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06 Giugno 2024

Casi di influenza, Italia al primo posto in Europa nella stagione 2023/2024

In tutta l'Europa occidentale, i tassi di influenza sono stati più alti rispetto a quelli di altri virus respiratori, inclusi Covid-19 e virus respiratorio sinciziale; l’Italia si conferma, insieme alla Spagna, il paese che ha registrato i picchi più alti di casi di influenza rispetto a prima dell’inizio della pandemia


Casi di influenza, Italia al primo posto in Europa nella stagione 2023/2024

In tutta l'Europa occidentale, i tassi di influenza sono stati più alti rispetto a quelli di altri virus respiratori, inclusi Covid-19 e virus respiratorio sinciziale (Rsv); l’Italia si conferma, insieme alla Spagna, il paese che ha registrato i picchi più alti di casi di influenza rispetto a prima dell’inizio della pandemia; il ceppo dominante è stato quello di tipo A, e il sottotipo A(H1N1)pdm09 è risultato predominante; la vaccinazione rimane lo strumento principale per aiutare a proteggere coloro che sono più a rischio di complicanze dell’influenza e per ridurre l'onere sui sistemi sanitari. Sono questi i punti fondamentali emersi dallo studio pubblicato da Csl Seqirus, divisione dell’azienda biotecnologica Csl sull’andamento della stagione influenzale 2023/2024 in Europa occidentale. Lo studio si basa sull’analisi dei dati di sorveglianza delle autorità sanitarie nazionali in quattro principali paesi Italia, Spagna, Germania e Regno Unito ed evidenzia come per la stagione scorsa sia stato registrato un ritorno dell'influenza ai livelli di incidenza pre-pandemici in tutti i paesi oggetto di analisi. Durante la pandemia di Covid-19, i casi di influenza erano diminuiti significativamente grazie alle misure di protezione che hanno limitato la trasmissione del virus influenzale. Allo stesso tempo, in molti paesi sono stati registrati tassi di vaccinazione più elevati come risposta a una richiesta di maggiore protezione contro i virus respiratori. Di conseguenza, la severità delle stagioni influenzali negli anni durante la pandemia è stata decisamente ridotta rispetto agli anni precedenti.

I risultati dello studio mostrano nello specifico che nella stagione 2023/2024, grazie alla riduzione delle misure restrittive e alla ripresa della circolazione virale, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito hanno registrato livelli più alti di influenza rispetto ad altre malattie infettive, tra cui Covid-19 e Rsv. In particolare, in Italia i casi di influenza sono non solo tornati ai livelli pre-pandemici ma li hanno perfino superati. Questo suggerisce che, in assenza di misure di protezione, l'influenza continua a rappresentare una grave minaccia, soprattutto quando circola in concomitanza con altri virus respiratori.

Più in particolare, in Italia nell’ultima stagione si è raggiunto un valore di incidenza come mai nelle stagioni precedenti, con il picco dell'epidemia influenzale a fine dicembre (18,45% e 1.085.500 casi stimati). Le regioni Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna hanno avuto un’incidenza nell’ultima settimana dell’anno anche al di sopra della media italiana (≥19,94%). I casi di influenza rappresentavano il 40% dei virus respiratori identificati, con il Covid-19 e il Rsv responsabili rispettivamente del 21% e 17% dei casi. Dall’inizio della stagione, i virus influenzali di tipo A sono risultati largamente prevalenti (91,3%) rispetto ai virus di tipo B e il sottotipo A(H1N1)pdm09 è risultato predominante.
Solo nelle ultime settimane di aprile, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali (Ili) in Italia si è avvicinata lentamente alla soglia epidemica basale per assestarsi al 3,83% (settimana 17, 22-28 aprile 2024).

Marco Salvatore, medical head di Csl Seqirus in Italia, ha dichiarato: «Queste statistiche provenienti da alcuni paesi dell'Europa occidentale e in particolar modo dall’Italia dimostrano l'importanza della vaccinazione contro l'influenza, specialmente per coloro che sono più suscettibili a complicanze gravi correlate all’infezione, compresi gli over 65. Analizzare le precedenti stagioni e apprendere da esse è essenziale per far evolvere il nostro approccio alla prevenzione dell’influenza e aiutare ad alleviare il peso di questa malattia sul sistema sanitario».

Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione annuale a partire dai 6 mesi di età in assenza di controindicazioni, e individua nelle persone di età pari o superiore a 60 anni, nelle persone di tutte le età con alcune patologie di base che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza e negli operatori sanitari i principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale stagionale. Il Ministero della Salute raccomanda che le persone si vaccinino dall’inizio del mese di ottobre.

L’influenza stagionale può determinare l’insorgenza di sintomi clinici variabili, da una malattia respiratoria da lieve a moderata fino a gravi complicazioni, ospedalizzazione e, in alcuni casi, morte. Poiché la trasmissione può verificarsi da prima che si sviluppino i sintomi, e fino a 5-7 giorni dopo la contrazione della malattia, l’influenza è considerata altamente contagiosa. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) stima che ogni anno, in Europa, si verificano dai 4 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza e che 15.000/70.000 cittadini europei muoiono ogni anno di cause associate all'influenza. Il 90% dei decessi si verifica in persone con condizioni cliniche croniche di base. L'influenza e la polmonite a essa associata sono classificate tra le prime 10 principali cause di morte in Italia.

TAG: INFUENZA

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