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09 Giugno 2023 Novantasette milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo. È quanto si appresta a realizzare AstraZeneca Italia per il biennio 2023/2024. Lo ha annunciato il presidente e Ad di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum, nel corso di Talkin’ Minds 2023
Novantasette milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo. È quanto si appresta a realizzare AstraZeneca Italia per il biennio 2023/2024. Lo ha annunciato il presidente e Ad di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum, nel corso di Talkin’ Minds 2023, “Dalla Demografia all’economia: il ruolo delle scienze della vita per l’Italia”. “L’investimento in scienza della vita risulta fondamentale per vincere le sfide della demografia rappresentata dall’età che avanza - ha spiegato Lorenzo Wittum - Realizzeremo più di 200 studi clinici, grazie alla collaborazione con oltre 300 centri di ricerca dislocati su tutto il territorio italiano. Per questo siamo convinti che serva collaborazione, semplificazione e una partnership tra pubblico e privato per confermare la leadership italiana in Europa e nel mondo”.
L’investimento in Life Science è infatti diventato una sfida soprattutto in un paese, come l’Italia, dove l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 15, è più alto nell’Unione Europea. Nel 2022 le imprese del farmaco hanno investito in R&S 1,9 miliardi di euro, circa il 7% del totale degli investimenti in Italia (+11% rispetto al 2021). Dal 2017 al 2022 la crescita degli investimenti in R&S è stata del 22%, dinamica che ha portato a risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione, e frutto sempre più di partnership con le strutture pubbliche. Per ogni euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il SSN è 3 euro.
“In Italia sono 14 milioni le persone con più di 65 anni, di cui 7 milioni di ultra 75enni. Di questi tre milioni sono non autosufficienti e fra di loro ben 280.000 anziani vivono nelle Rsa, una cifra enorme – ha spiegato Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia accademia per la Vita, nel suo intervento - Il nostro Paese è primo per longevità ma non per qualità della vita dell'anziano. Per questo dobbiamo emanare con urgenza i decreti attuativi alla legge delega sugli anziani, visto che la scadenza prevista è il 31 gennaio 2024”, ha poi aggiunto, tracciando un quadro per dati della situazione dei 3 milioni di anziani non autosufficienti in Italia. “Di questi, 2,7 milioni vivono in casa propria, alla mercé della loro condizione – ha spiegato Monsignor Paglia – 570mila sono costretti in edifici senza ascensore, 200mila non hanno una pensione di almeno 500 euro al mese. Se tutte queste persone fossero istituzionalizzate salterebbe il bilancio dello Stato”. Il disegno di legge delega approvato in via definitiva a marzo, ha precisato il presidente della Pontificia accademia per la vita, “è straordinario perché va nella direzione di prendersi carico degli anziani in tutte le loro esigenze sanitarie, sociali e previdenziali, cercando di preferire soluzioni di vita in cui possano essere accuditi a casa, con risparmi per tutto il Sistema”.
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