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14 Febbraio 2023

Elezioni regionali, come cambierà la sanità in Lazio e Lombardia

Un approccio morbido al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e una scommessa centrata sul personale che c’è, per il momento, e soprattutto su medici di famiglia e farmacisti. Sembrerebbero queste le idee vincenti se si guarda alla sanità evocata dal Centrodestra in Lazio e Lombardia


Elezioni regionali, come cambierà la sanità in Lazio e Lombardia

Un approccio morbido al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e una scommessa centrata sul personale che c’è, per il momento, e soprattutto su medici di famiglia e farmacisti. Sembrerebbero queste le idee vincenti se si guarda alla sanità evocata dal Centrodestra in Lazio e Lombardia, regioni che sono andate alle urne e hanno consegnato la vittoria allo schieramento che già detiene la maggioranza a livello nazionale. Nel Lazio il candidato Francesco Rocca ha vinto su Alessio D’Amato del Centro Sinistra, prendendo la guida della Regione dopo 10 anni. Rispetto alla Lombardia, gli stacchi definitivi tra candidati sono identici: 54-55% a Rocca ed al lombardo Attilio Fontana, alla guida del centro destra e riconfermato presidente; 35% ad Alessio D’Amato nel Lazio e a Pierfrancesco Majorino in Lombardia; 10% ai candidati del polo rimanente, considerando però che nel Lazio la sfidante Donatella Bianchi era candidata dal Movimento 5 Stelle e in Lombardia Letizia Moratti, ex assessore “dissenziente” di Fontana, era candidata da Azione-Italia Viva. Tra i dati di rilievo: primo, l’astensionismo, in Lombardia non ha votato il 58% degli aventi diritto e in Lazio il 62%; secondo, il balzo clamoroso di Fratelli d’Italia che alle precedenti regionali aveva in Lombardia il 3,6% e ora è primo partito con il 25%, mentre nel Lazio aveva l’8% e ora è al 33,6%: si confermano i risultati delle politiche con 1-2 punti percentuali in più; terzo, la tenuta della Lega in Lombardia, determinante in tempi di richiesta di autonomia, il partito rispetto alle politiche ha guadagnato 2,6 punti, anche se ne ha persi rispetto a 5 anni fa scendendo dal 29,6% al 16,5%; quarto, il crollo del Movimento 5 Stelle sia in Lombardia, dov’è al 4% contro il 7% delle politiche ed il 18 delle precedenti regionali, sia nel Lazio, dov’è al 7% contro il 15% delle politiche; resiste il Pd tuttora in cerca di segretario, intorno al 20% come nelle regionali precedenti e forse un filo meglio delle politiche. Ma che sanità esce fuori dalle urne?

Lombardia - La Regione dispone per il 70% del bilancio regionale di risorse tratte dal fondo sanitario nazionale e vuole gestirle in autonomia. E se Moratti puntava su case di comunità e centrali ospedaliero territoriali, con una linea europeista molto “attuativa” del PNRR e ventilando la possibilità di finanziare ulteriori investimenti con fondi esteri, Fontana scommette su una maggior integrazione sociosanitaria, e sul potenziamento dell’assistenza ai fragili, degli accessi domiciliari, della telemedicina e del ruolo delle farmacie convenzionate. Quanto alle Case di comunità, più che sulle strutture intermedie, punta su forme di presa in carico e di trasporto del paziente a luoghi di cura e di assistenza specializzati nell’ottica di avere un sistema sociosanitario, comunque più vicino al cittadino. Per i medici di famiglia si parla di supporto all'assunzione di personale amministrativo ed infermieristico, sostegno alle aggregazioni, ampliamento di orari e servizi agli assistiti. La rete delle farmacie sarà coinvolta nella verifica dell'aderenza alle terapie e nella telemedicina. Al privato verrà chiesto di rimodulare le prestazioni convenzionate perché integrino quelle del Servizio sanitario sia in quantità sia in qualità. Per l’edilizia sanitaria c’è un piano di investimenti da oltre 4 miliardi.

Lazio - Per il centrodestra nel Lazio il punto chiave della campagna, dopo 10 anni di limature al personale e blocchi del turnover, è risollevare l’offerta, partendo dal contrasto alle liste d’attesa: un terzo dei test a malati cardiologici ed oncologici è eseguito oltre i 30 giorni previsti, e in regione nascerà un ufficio dedicato nella Direzione Salute. Secondo nodo, le attese nei pronto soccorso, da ridurre reindirizzando parte dei codici verdi negli ospedali di comunità o dimettendo a casa in forme protette con personale dedicato. Si punta ad inserire nel sistema di prenotazione Re-Cup tutti i posti letto pubblici e privati e l’agenda appuntamenti ambulatoriali: nascerà un altro ufficio dedicato in assessorato. Terzo caposaldo, gli screening con un nuovo piano oncologico che includerà nei livelli essenziali di assistenza i test di Next-Generation Sequencing. Quarto punto, rafforzamento dell’assistenza domiciliare e residenziale privilegiando fasce deboli e piccoli centri. Con i farmacisti, i medici di famiglia avranno un ruolo chiave tra prevenzione e diagnostica di primo livello in studio, scommessa del Centro Destra anche nelle elezioni di 10 anni fa. Altri target, i pazienti psichiatrici con più letti ed un Fondo di sostegno alle famiglie che gestiscono il paziente a casa. Infine, il rilancio di strutture romane: CTO Alesini, San Filippo Neri, ex nosocomio Forlanini

TAG: REGIONI

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