Farmacisti
06 Novembre 2025Il 6 novembre i farmacisti dipendenti delle farmacie private incrociano le braccia. Le sigle sindacali chiedono la riapertura del tavolo per il rinnovo del Ccnl e adeguamenti economici

È prevista per oggi 6 novembre la giornata di sciopero dei farmacisti dipendenti delle farmacie private, proclamata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs per sollecitare la ripresa del negoziato per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale scaduto il 31 agosto dello scorso anno. Secondo le sigle, la mobilitazione riguarda oltre 60mila lavoratori.
All’astensione dal lavoro si affiancheranno presidi territoriali in diverse città italiane, promossi dalle articolazioni regionali dei sindacati davanti a sedi istituzionali e di categoria. I presidi annunciati sono circa venticinque.
A Milano la protesta si terrà davanti alla sede della Regione. I lavoratori chiedono condizioni economiche e normative adeguate, segnalando un aumento delle responsabilità professionali. A Firenze è previsto un presidio unitario in piazza Duomo. Le tre sigle sottolineano che le farmacie private rappresentano un presidio sanitario e sociale essenziale e che la professionalità dei farmacisti va riconosciuta anche in relazione allo sviluppo della farmacia dei servizi.
In Umbria la manifestazione avrà luogo davanti al Consiglio regionale, mentre ad Ancona il presidio è previsto davanti alla sede regionale di Federfarma. I sindacati ricordano che nelle Marche la sperimentazione della farmacia dei servizi ha coinvolto la maggior parte delle farmacie regionali, con migliaia di prestazioni effettuate, e chiedono che il rinnovo contrattuale tenga conto delle competenze richieste.
Proteste sono annunciate anche in Sicilia, con presidi a Palermo e un corteo a Catania, e in Sardegna, dove la mobilitazione si terrà davanti al Consiglio regionale a Cagliari. Le sigle regionali richiamano il ruolo di prossimità svolto dalle farmacie nei territori meno serviti e chiedono un adeguamento salariale coerente con l’aumento del costo della vita.
Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs sollecitano Federfarma a tornare al tavolo della trattativa per definire un contratto che garantisca “riconoscimento professionale, adeguamenti salariali e condizioni di lavoro sostenibili”.
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