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Governo e Parlamento

22 Febbraio 2023

Formarsi su gestione e prescrizione, le richieste degli infermieri al Parlamento

Non solo la prescrizione di presidi ma anche quella di farmaci di fronte alle cronicità. E percorsi di carriera e formativi valorizzanti. Li chiedono i 460 mila infermieri in un documento spedito alle Camere ed ai ministeri interessati


Formarsi su gestione e prescrizione, le richieste degli infermieri al Parlamento

Non solo la prescrizione di presidi ma anche quella di farmaci di fronte alle cronicità. E percorsi di carriera e formativi valorizzanti. Li chiedono i 460 mila infermieri in un documento spedito alle Camere – alle Commissioni competenti in materia di Lavoro, Bilancio, Sanità e Istruzione – ed ai ministeri interessati. Il documento segue la costituzione degli stati generali della professione infermieristica, e parte da una consensus conference aperta a febbraio 2022, un anno fa, tra gli ordini (Fnopi) ed i rappresentanti di alcune associazioni di categoria. Tre gruppi di lavoro hanno affrontato altrettanti temi: le nuove esigenze del Servizio Sanitario Nazionale alla luce dei cambiamenti introdotti dal Piano nazionale di Ripresa e resilienza; l’evoluzione della professione in relazione ai nuovi bisogni di salute della popolazione; l’emergente fabbisogno formativo di base e specialistico. Con il consensus la Fnopi ha valutato “best practices” ed elaborato proposte, oltre ad esprimere pacato dissenso rispetto alle politiche professionali poco valorizzanti fin qui intraprese dai governi. Tra le proposte, inserire le prestazioni infermieristiche nei livelli essenziali di assistenza, ma con indicatori per confrontare e misurare i risultati dell’assistenza infermieristica a livello nazionale; superare il rapporto di esclusività degli infermieri dipendenti per ampliare l’offerta assistenziale al territorio; rimpiazzare modelli di assistenza basati su prestazioni limitate al caso specifico con modelli di presa in carico di paziente e caregiver. C’è poi, appunto, la richiesta di prescrivere presìdi sanitari utili nella pratica assistenziale, e “farmaci di uso comune e/o per garantire la continuità terapeutica nelle cronicità”. Serve inoltre un cambiamento radicale della formazione, con specializzazioni e percorsi universitari ad hoc in alcune aree: cure primarie e sanità pubblica; neonatologia e pediatria; salute mentale e dipendenze; intensiva e dell’emergenza; medica; chirurgica.

Quelle citate sono solo alcune tra le azioni indicate da un panel di 46 stakeholder rappresentativi della sanità nazionale, 23 infermieristici e 23 non; il lavoro dei gruppi è stato sintetizzato da 16 esperti, riuniti in un Panel di giuria, e tradotto in una serie di azioni da sottoporre  alla politica perché possano essere previste e realizzate. Fra tutte, appare prioritario l’incremento dei docenti universitari di qualità per conciliare più studenti e garantire nelle sedi sia l’evoluzione di conoscenze e competenze manageriali per i ruoli di direzione post-laurea magistrale, con master o corsi di alta formazione, sia la realizzazione di una laurea magistrale ad indirizzo clinico abilitante per un profilo con competenze avanzate e funzioni e attività – quale ad esempio la possibilità di prescrivere medicine – distintive rispetto a quelle dischiuse dalla laurea “breve”. Sempre sul versante - formazione, si potrebbero prevedere scuole di specialità interprofessionali quali ad esempio nell’ambito delle cure primarie e sanità pubblica, cure palliative o geriatria. “È essenziale –spiega la nota Fnopi– riconoscere nel sistema di remunerazione la specificità del ruolo agito dagli infermieri professionisti, visto che a oggi sono tra i meno pagati d’Europa e, per far fronte da subito alla carenza di organici, formalizzare la figura e il ruolo di nuovi operatori sanitari, formati e gestiti dagli infermieri, da inserire nei setting assistenziali, certificati in un registro nazionale gestito dalla della FNOPI, per tutelare i cittadini e le organizzazioni che fruiranno del loro intervento”.

«Il tradizionale modello organizzativo è ormai inefficace per rispondere alle esigenze di salute della popolazione», spiega Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi. «Il nuovo paradigma sanitario si fonda sulla costruzione di reti di prossimità territoriale, determinando uno spostamento dei setting assistenziali dai luoghi tradizionali di cura, come gli ospedali, verso strutture territoriali più sostenibili e accessibili che possano favorire l’integrazione sociosanitaria e la continuità dei percorsi. Alla luce di queste considerazioni si può comprendere come sia necessaria e naturale una evoluzione della professione infermieristica, dei relativi profili di competenza e dei ruoli agiti nelle diverse strutture sanitarie e dei percorsi formativi che possano accompagnare e stimolare questo cambiamento».

TAG: SANITà GOVERNO

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