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Farmaci

19 Aprile 2023

Antimicrobico resistenza, nasce l’Osservatorio nazionale Onsar

È stato presentato, a Roma, l'Osservatorio nazionale sull'antimicrobico-resistenza (Onsar), presieduto da Walter Ricciardi. L'antimicrobico-resistenza, una delle più gravi minacce per la salute umana, che sta diventando una delle principali cause di morte in tutto il mondo. Il nuovo Osservatorio ha un duplice obiettivo


È stato presentato, a Roma, l'Osservatorio nazionale sull'antimicrobico-resistenza (Onsar), presieduto da Walter Ricciardi. L'antimicrobico-resistenza, una delle più gravi minacce per la salute umana, che sta diventando una delle principali cause di morte in tutto il mondo. Il nuovo Osservatorio ha un duplice obiettivo: da un lato sistematizzare i dati sulle infezioni legate all'assistenza e all'antimicrobico-resistenza, dall'altro usare questi dati per analizzare in modo oggettivo la situazione nel nostro Paese e fornire indicazioni, raccomandazioni e linee guida sanitarie ai decisori politici basate sulle evidenze scientifiche, e iniziative di comunicazione, educative e di sensibilizzazione, utili a modificare comportamenti impropri della popolazione e del personale sanitario.

Si stima che entro il 2050 il fenomeno diventerà più letale del cancro con più di 10 milioni di vittime l'anno nel mondo. In Europa si registrano 33.000 decessi l'anno resistenza ai farmaci, di cui ben 11.000 avvengono in Italia che nel 2050 potrebbero diventare 450.000 con un impatto economico per il Servizio sanitario nazionale di 1,3 miliardi di euro. La struttura si avvale di un Comitato tecnico scientifico, che prevede la presenza di esperti di diversi settori medici ma anche statistici, economisti e biologi, oltre che giornalisti ed esperti di comunicazione. "Non basta avere piani nazionali contro l'antibioticoresistenza - ha spiegato Ricciardi - devono essere realizzati. Questo Osservatorio nasce per aiutare, a livello centrale e a livello regionale, a realizzare questi piani". Arruolati nel progetto, "ci sono anche comunicatori, come Franco Di Mare e Barbara Gallavotti, perché riteniamo che questo fenomeno debba essere ben comunicato, perché ancora oggi le persone non si rendono conto del livello d'allarme che rappresenta".


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