Regioni
15 Dicembre 2023 Regioni a due velocità per quanto riguarda l’assistenza oncologica in rete. Funziona a buon regime a Nord, ma al Sud continua a marciare a velocità ridotta. È questa la fotografia che emerge dalla V indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali
Regioni a due velocità per quanto riguarda l’assistenza oncologica in rete. Funziona a buon regime a Nord, ma al Sud continua a marciare a velocità ridotta. È questa la fotografia che emerge dalla V indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali condotta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, l’Agenas, nel 2023, condotta analizzando i risultati del monitoraggio rispetto allo scorso anno. Le regioni risultate totalmente performanti, anche in accordo con la loro governance di rete, sono la Toscana, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Veneto e la Liguria. Bene anche la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio. Qui il raggiungimento della performance di esito è legato maggiormente alla produttività dei singoli centri, che attraggono maggiori pazienti anche dalle altre regioni. Va quindi migliorato di più il sistema di rete. Ci sono poi regioni come la Campania, la Puglia, la Sicilia, le Marche, le PA di Trento e Bolzano, che essendo partite da una riorganizzazione della rete, stanno mostrando un crescente impatto favorevole sugli esiti. Ultime in classifica rimangono la Calabria, il Molise, la Sardegna, l’Umbria, la Basilicata e l’Abbruzzo. In queste regioni continua a mancare una definizione di una rete, con la conseguente fuga dei cittadini verso regioni in grado di garantire una migliore presa in carico del paziente.
Il monitoraggio è stato eseguito sulla base di un questionario e di una serie di indicatori riguardanti le sette patologie oncologiche maggiori, come i tumori alla mammella, al colon, retto, al polmone, alla prostata, all’ovaio e all’utero, riferiti all'anno 2022 e relativi alla presa in carico da strutture della Rete, all'indice di fuga fuori Regione (ovvero la percentuale di ricoveri di pazienti presso struttura della Ror fuori dalla rispettiva Regione di residenza), ai tempi di attesa (percentuale di ricoveri in strutture della Ror entro 30 giorni dalla data di prenotazione).
Il Rapporto fotografa, inoltre, lo stato dell’arte sull’accesso alle prestazioni di chemio e radioterapia. Dall’indagine Agenas emerge che i residenti nelle regioni del centro-nord trovano entro i 60 minuti dal luogo di residenza accesso alle cure di alta specialità anche in aree geograficamente meno accessibili. Al contrario, quelli delle regioni del sud e delle isole si spostano maggiormente per raggiungere il luogo di cura, con mobilità intraregionale più marcata. Ma, avverte il Rapporto, non si può escludere che ci sia una mobilità intraregionale volontaria per raggiungere quei centri di attrattività dove trovare la presenza del Gruppo Oncologico Multidisciplinare (Gom), che garantisce una maggiore completezza e multi-professionalità della presa in carico del paziente.
“La rete - spiega Manuela Tamburo De Bella, coordinatrice dell'Osservatorio per le reti oncologiche regionali Agenas - è un'organizzazione su cui si basa l'erogazione dei servizi sanitari. Nello specifico la rete oncologica serve a ottimizzare il percorso del paziente attraverso i vari step assistenziali, sia quello chirurgico, chemioterapico o radioterapico. Passaggi ad alto impatto, sia economico che di erogazione di servizi: quindi, in sintesi, la rete garantisce efficienza e sostenibilità".
Francesca Malandrucco
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