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26 Novembre 2025

Femminicidio, via libera definitivo alla legge. Ecco cosa cambia

Nel giorno internazionale contro la violenza sulle donne, la Camera ha approvato all’unanimità la legge che introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio


violenza donne

Intercettazioni senza limiti nei reati del Codice rosso, braccialetto elettronico potenziato e attenzione rafforzata a violenza domestica, droghe da stupro e orfani. Nel giorno internazionale contro la violenza sulle donne, la Camera approva all’unanimità (237 voti favorevoli) la legge che introduce nel codice penale il reato autonomo di femminicidio. Una svolta normativa con ricadute dirette anche sul sistema sanitario, chiamato a rafforzare prevenzione, presa in carico e capacità di individuare segnali di rischio, soprattutto nelle situazioni di violenza domestica e nelle aggressioni che coinvolgono sostanze psicoattive. La legge istituisce il nuovo articolo 577-bis: l’ergastolo è previsto per chi provoca la morte di una donna per atti di discriminazione, odio o prevaricazione, nonché per omicidi legati a controllo, possesso, dominio o al rifiuto della donna di instaurare o mantenere una relazione. Un riconoscimento esplicito della matrice di genere del crimine, che riscrive il quadro giuridico e rafforza gli strumenti di tutela. “Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. “È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza sulle donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli già previsti, dal rafforzamento del Codice rosso al raddoppio delle risorse per centri antiviolenza e Case rifugio. Non basta: dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più”.

Cosa cambia per la medicina legale e i pronto soccorso

Il provvedimento elimina il limite dei 45 giorni per le intercettazioni nei reati del Codice rosso—dai maltrattamenti allo stalking fino alla violenza sessuale—agevolando indagini tempestive e approfondite anche nei casi con forte componente sanitaria. Un passaggio che riguarda da vicino pronto soccorso, medicina legale e centri antiviolenza, spesso primi luoghi di raccolta dei segni clinici e comportamentali della violenza. Rilevante anche il capitolo dedicato al contrasto alle cosiddette droghe dello stupro: sarà più semplice per i sanitari accertare l’assunzione di sostanze psicoattive e per la magistratura utilizzare questi dati come prova. Una novità che richiede protocolli diagnostici più rapidi, formazione aggiornata e collaborazione stretta tra strutture ospedaliere, centri antiviolenza e procure.

Braccialetto elettronico a raggio aumentato

La legge amplia anche le misure preventive: il braccialetto elettronico avrà un raggio di attivazione di 1 chilometro, raddoppiato rispetto agli attuali 500 metri, incrementando la sicurezza delle donne già prese di mira o minacciate. Inoltre, in caso di revoca o attenuazione del divieto di avvicinamento, il giudice dovrà informare non solo la persona offesa ma anche i familiari: un elemento rilevante per la protezione dei nuclei fragili.

Orfani e donne sopravvissute

Sul fronte socio-sanitario, la norma estende la platea degli orfani di femminicidio, includendo tutti i minori privati della madre uccisa “in quanto donna” anche in assenza di legame affettivo con l’autore, e i figli di donne sopravvissute ma gravemente compromesse nella capacità di cura. Una misura che riconosce l’impatto psicologico, economico e assistenziale di questi casi, che coinvolgono spesso servizi territoriali, neuropsichiatria infantile e scuola. Il femminicidio entra inoltre tra i reati per cui la vittima ha diritto al patrocinio legale gratuito, senza limiti di reddito: un ulteriore supporto per donne spesso in condizioni di vulnerabilità economica e psicologica, in stretta interazione con servizi sociali e consultori.

Ma al Senato si ferma il ddl sul consenso

L’ok definitivo al femminicidio arriva mentre il Senato ha rallentato l’iter dell’altra riforma attesa: il ddl sul consenso, che introduce il principio del “consenso libero e attuale” per definire la violenza sessuale. Nonostante l’approvazione unanime alla Camera, la richiesta di approfondimenti da parte della maggioranza ha spinto le opposizioni ad abbandonare i lavori in commissione.

 

Anna Capasso

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