Hiv
26 Novembre 2025UNAIDS segnala decessi aggiuntivi e la perdita di accesso alla prevenzione per 2,5 milioni di persone dopo il congelamento dei fondi statunitensi per i programmi globali contro l’HIV

«I persistenti deficit di finanziamento hanno effetti profondi sulla salute di milioni di persone». Lo ha dichiarato Unaids in una nota, denunciando decessi aggiuntivi e la perdita di accesso alla prevenzione per 2,5 milioni di persone dopo i tagli ai programmi globali per l’HIV introdotti in seguito al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Secondo il rapporto diffuso dall’agenzia delle Nazioni Unite, le segnalazioni provenienti dai partner comunitari indicano morti tra le persone che vivono con l’Hiv a causa della chiusura di cliniche e della sospensione dei trattamenti. Il numero complessivo dei decessi aggiuntivi non è ancora definito perché la raccolta dei dati è in corso. Unaids ha riferito che la risposta globale è entrata in una fase di “crisi” quando gli Stati Uniti, principale donatore internazionale con il settantacinque per cento dei finanziamenti globali, hanno temporaneamente interrotto tutte le erogazioni per i programmi contro l’Hiv.
La Casa Bianca, interpellata sulla valutazione dell’agenzia Onu, ha respinto le conclusioni definendole “totalmente false” e ha sostenuto che il presidente Trump ha “un cuore umanitario”. Una portavoce ha dichiarato che l’amministrazione intende garantire che tutti i programmi finanziati dai contribuenti statunitensi siano “in linea con gli interessi americani”. Reuters riferisce che anche altri Paesi donatori hanno ridotto in modo significativo gli aiuti internazionali nel corso dell’anno, inclusi alcuni Stati europei impegnati ad aumentare la spesa per la difesa.
Unaids ha segnalato che, nonostante la ripresa parziale di alcuni interventi grazie ai fondi del programma statunitense Pepfar, il livello complessivo dei finanziamenti registra un calo che mette a rischio gli obiettivi globali per il 2030. L’agenzia ha indicato che tra 2010 e 2024 le morti correlate all’Aids erano diminuite del 54%, raggiungendo 630mila decessi annui, mentre le nuove infezioni si erano ridotte del quaranta per cento. Il rapporto avverte però che il mantenimento di questi progressi è compromesso dai tagli alle risorse.
La perdita di accesso alla prevenzione riguarda in modo particolare il farmaco PrEP, utilizzato per ridurre la trasmissione dell’HIV. UNAIDS stima che due milioni e mezzo di persone abbiano interrotto i trattamenti per carenza di fondi. L’agenzia riporta una riduzione della distribuzione dei farmaci preventivi del 31% in Uganda, del 21% in Vietnam e del 64% in Burundi. In Nigeria, la distribuzione di preservativi è diminuita del cinquantacinque per cento tra dicembre dello scorso anno e marzo di quest’anno. Una indagine condotta da UNAIDS insieme al gruppo ATHENA Network indica inoltre che quasi la metà delle donne e delle adolescenti ha subìto interruzioni dei servizi di prevenzione e cura nelle comunità locali.
Secondo la direttrice esecutiva di UNAIDS, Winnie Byanyima, l’agenzia sta collaborando con almeno trenta Paesi per rafforzare i finanziamenti nazionali e ridurre la dipendenza dagli aiuti internazionali. Byanyima ha avvertito però che il divario economico non può essere colmato rapidamente e che permangono criticità rilevanti nella copertura dei programmi.
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