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25 Novembre 2025

Dazi al 100% sui farmaci, Big Pharma annuncia maxi-investimenti negli Stati Uniti

A fronte della minaccia di dazi doganali al 100% sui farmaci importati, le grandi case farmaceutiche globali stanno rafforzando produzione, ricerca e scorte negli Stati Uniti


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L’amministrazione Trump ha proposto una tariffa del 100% sui farmaci di marca e brevettati importati, con esenzioni temporanee per le aziende che investono nella produzione su suolo statunitense. In risposta, le principali case farmaceutiche mondiali hanno annunciato investimenti massicci per rafforzare impianti, R&S e scorte negli USA. Ecco gli investimenti principali che sono stati annunciati dalle varie aziende:

  • Pfizer: 70 miliardi di dollari in R&S e produzione interna, con esenzione triennale dai dazi.
  • GSK: 30 miliardi in cinque anni per R&S e infrastrutture produttive.
  • Eli Lilly: 27 miliardi in cinque anni, con quattro nuovi impianti, a partire da uno in Virginia.
  • Johnson & Johnson: 55 miliardi in quattro anni e quattro nuovi impianti, due dei quali in North Carolina.
  • Roche: 50 miliardi entro il 2030 e ulteriori 1,25 miliardi per espandere la produzione in quattro Stati USA.
  • AstraZeneca: 50 miliardi entro il 2030, incluso il suo maggiore investimento globale a singolo sito in Virginia.
  • Novartis: 23 miliardi per costruire e ampliare 10 impianti, tra cui sei nuovi stabilimenti.
  • Sanofi: almeno 20 miliardi entro il 2030, tra espansioni dirette e collaborazioni locali.
  • Merck: oltre 70 miliardi per impianti in Virginia, Delaware, North Carolina e Kansas.
  • Amgen: oltre 3,5 miliardi per impianti in Ohio, California, North Carolina e Puerto Rico.
  • Gilead: 32 miliardi totali, con un nuovo hub produttivo in California.
  • AbbVie: confermati i piani di espansione da 10 miliardi, con 11 siti già attivi.
  • Novo Nordisk: nessun nuovo investimento annunciato, perché già ben posizionata sul mercato USA.
  • Biogen: 2 miliardi in impianti in North Carolina, con nuove linee per terapie geniche.
  • Cipla: espansione degli impianti per prodotti respiratori in Massachusetts e New York.
  • CSL: 1,5 miliardi in cinque anni per la produzione di terapie plasmaderivate.

Molte aziende stanno anche gestendo le scorte per limitare l’impatto immediato delle tariffe. Gli investimenti confermano l’obiettivo di garantire continuità produttiva e accesso al mercato statunitense, riducendo il rischio legato alle catene globali di fornitura.

https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/global-drugmakers-rush-boost-us-presence-tariff-threat-looms-2025-09-26/

Cristoforo Zervos

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