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Gaza

09 Ottobre 2025

Accordo per Gaza, tregua e rilascio degli ostaggi. Oms: la pace è la migliore medicina

Dopo l’annuncio del cessate il fuoco, l’Oms e la Fnomceo richiamano la priorità di assistenza sanitaria e ricostruzione. Su Lancet, dati drammatici su malnutrizione infantile nella Striscia


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È stato raggiunto l’accordo tra Israele e Hamas per una tregua immediata e il rilascio degli ostaggi, annunciato dal presidente statunitense Donald Trump come “la prima fase di un piano di pace duraturo”. L’intesa prevede il ritiro graduale delle forze israeliane e lo scambio di prigionieri, con il rilascio dei venti ostaggi sopravvissuti entro le prossime 72 ore.

Dopo due anni di guerra e oltre 67 mila vittime secondo le autorità sanitarie palestinesi, la notizia è stata accolta con sollievo nelle principali organizzazioni internazionali.

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Accolgo con favore il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. È un passo fondamentale verso una pace duratura. Tutte le parti devono rispettare l’accordo affinché la sofferenza dei civili finisca. L’Oms è pronta a intensificare le attività per rispondere ai bisogni urgenti dei pazienti di Gaza e per sostenere la ricostruzione del sistema sanitario distrutto. La migliore medicina è la pace.”

A commentare l’accordo anche Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, presente al Congresso nazionale Fimmg di Villasimius: “L’intesa rappresenta una speranza concreta di pace. I medici, costruttori di pace, esprimono soddisfazione e rinnovano la disponibilità a collaborare con il ministero degli Esteri per riattivare i progetti di assistenza umanitaria interrotti dal conflitto.”

Sul piano sanitario, restano drammatici i dati diffusi da The Lancet e dall’Unrwa, secondo cui oltre 54.600 bambini a Gaza soffrono di malnutrizione, di cui 12.800 in forma grave. Le rilevazioni, aggiornate ad agosto 2025, mostrano un incremento fino a sei volte dei casi di deperimento rispetto all’inizio del conflitto, a causa delle restrizioni agli aiuti e del collasso delle strutture sanitarie.

Secondo l’Oms, la ricostruzione del sistema sanitario e la ripresa dei programmi di assistenza alimentare e psicologica saranno “priorità immediate” nella fase post-bellica, insieme alla tutela dei civili e al ripristino delle cure primarie.

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