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Europa

21 Marzo 2024

Biotecnologie, Commissione Ue: liberare potenziale per dare risposte, dalla salute all’ambiente

Le misure indicate dalla Commissione europea nel manifesto “Building the future with nature: Boosting Biotechnology and Biomanufacturing in the EU”. Il documento pubblicato ieri ribadisce con forza valore e potenzialità del biotech e della bio-produzione e riassume le sfide ancora da affrontare e gli ostacoli da superare


Biotecnologie, Commissione Ue: liberare potenziale per dare risposte, dalla salute all’ambiente

Facilitare il trasferimento tecnologico e l’accesso al mercato, valorizzare l’importanza del brevetto e diffondere consapevolezza sui benefici sociali e in termini di sostenibilità, ancora non evidenti a molti consumatori del potenziale delle biotecnologie in molti campi, dalla salute all’alimentazione, fino alla sostenibilità ambientale. Sono alcune delle misure indicate dalla Commissione europea nel manifesto “Building the future with nature: Boosting Biotechnology and Biomanufacturing in the EU”. Il documento pubblicato ieri ribadisce con forza valore e potenzialità del biotech e della bio-produzione e riassume le sfide ancora da affrontare e gli ostacoli da superare. Ma evidenzia anche le azioni prioritarie per liberare tutto il potenziale delle biotecnologie, in un’ottica di cooperazione internazionale ma anche di competitività a lungo termine dell’Unione Europea.

"Gli straordinari progressi nelle scienze della vita, si legge nel documento, sostenuti dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale, e il potenziale delle soluzioni basate sulla biologia per risolvere i problemi sociali rendono le biotecnologie e la bio-produzione una delle aree tecnologiche più promettenti di questo secolo. Possono aiutare l’Unione Europea a modernizzare il settore primario e l’industria, a promuovere la circolarità e a essere più competitiva e resiliente, a fornire un’assistenza sanitaria migliore ai nostri cittadini e a raggiungere l'obiettivo della transizione verde”.

Le biotecnologie nelle diverse aree di applicazione, dall’agricoltura alla salute ai processi industriali, possono essere parte della soluzione, rispondendo alle sfide sociali, ambientali e di salute che la società contemporanea sta affrontando.

L’accelerazione dello sviluppo delle biotecnologie consente oggi di puntare a obiettivi che fino a qualche anno fa erano totalmente inimmaginabili: cure per malattie che erano prive di trattamenti efficaci, diagnosi tempestive, terapie personalizzate, migliori varietà vegetali, preservazione della biodiversità. Ma anche di lavorare allo sviluppo di un sistema produttivo basato su fonti di energia alternative a quelle tradizionali, di avere prodotti eco-compatibili e processi con minore impatto ambientale attraverso la transizione a un modello di bioeconomia e di economia circolare. Le biotecnologie e la bio-produzione sono, infatti, fattori abilitanti per la bioeconomia e contribuiscono a far avanzare l’Unione Europea verso gli obiettivi posti dal Green deal.
La Commissione Europea ricorda che nel 2021 la dimensione complessiva del mercato globale delle biotecnologie ammontava a 720 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo superiore al 18%. Nel 2018 nell’UE12, l’industria del biotech ha contribuito direttamente con 31 miliardi di euro al PIL complessivo, ha creato 210.700 posti di lavoro diretti nel settore sanitario, industriale e agricolo, oltre a sostenere 625.700 posti di lavoro (indiretti e indotti) nell’economia complessiva”.

C’è poi un tema di competitività, in un quadro internazionale: considerare strategico l’investimento nelle biotecnologie significa anche rafforzare la posizione europea all’interno del contesto globale. Ma per promuovere la competitività industriale dell’UE e la sua sostenibilità, sono necessari maggiori sforzi per creare l’ambiente adatto alla crescita di questo settore, creare le condizioni normative ed economiche affinché le biotecnologie possano esprimere il loro valore economico e sociale ed essere riconosciute come elemento propulsivo per l’intera società.

Per la Commissione “un approccio più coordinato alle politiche in materia di biotecnologie e bio-produzione aiuterà a sprigionarne tutto il loro potenziale. Rafforzare la competitività della nostra biotecnologia e della bio-produzione richiede misure a livello normativo, industriale, economico e sociale. Ciò include investimenti significativi in infrastrutture e know-how, assicurando che possano essere sfruttati i vantaggi del mercato unico dell’Unione europea”.

Inoltre, è necessario facilitare il trasferimento tecnologico e l’accesso al mercato, superare la frammentazione normativa, agevolare l’accesso ai finanziamenti, valorizzare e incrementare le competenze specifiche di alto livello fondamentali per poter lavorare nel comparto del biotech e della bio-produzione.
Ma anche valorizzare l’importanza del brevetto e della proprietà intellettuale, consentendo agli innovatori di proteggere i risultati della propria ricerca e di recuperare gli ingenti investimenti di capitale necessari per dare avvio all’impresa. E molto resta da fare dal momento che “i brevetti biotecnologici rappresentano circa il 5% del totale dei brevetti IP5 depositati tra il 2001 e il 2020”, si legge nel documento.

La Commissione europea dedica un paragrafo anche all’accettazione pubblica dell’innovazione e sulla necessità di diffondere consapevolezza sui benefici sociali e in termini di sostenibilità, ancora non evidenti a molti consumatori: “Nonostante i molti benefici, la consapevolezza generale delle biotecnologie e della bio-produzione da parte della società è un elemento che richiede ulteriore attenzione. I quadri normativi di riferimento devono dare robuste rassicurazioni ai cittadini sull'uso responsabile, la sicurezza e la sostenibilità. Questo è un obiettivo chiave del possibile EU Biotech Act. Richiede inoltre un impegno ben informato e un dibattito con la società civile”.

TAG: BIOTECH, BIOTECNOLOGIA

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