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03 Ottobre 2025Lo studio della Fondazione Toscana Life Sciences pubblicato su Nature: nuova via terapeutica contro un patogeno indicato dall’Oms tra i più pericolosi al mondo
Un anticorpo monoclonale umano capace di proteggere dalle infezioni di Klebsiella pneumoniae – il sottotipo più frequente e virulento del batterio resistente agli antibiotici – è stato individuato da un gruppo di ricercatori della Fondazione Toscana Life Sciences (TLS). Lo studio, pubblicato su Nature, apre la strada a un approccio innovativo per contrastare una delle principali minacce globali in ambito sanitario. Klebsiella pneumoniae è un patogeno responsabile di infezioni respiratorie, urinarie e del sangue che si diffondono facilmente in ospedale. La sua pericolosità ha portato l’Oms a inserirla nel 2024 tra le priorità assolute nella ricerca di nuove cure, a causa della crescente resistenza a tutti gli antibiotici disponibili.
Il progetto, coordinato da Anna Kabanova, Rino Rappuoli e Claudia Sala, ha coinvolto il MAD Lab e altri centri di ricerca TLS in collaborazione con atenei e istituti italiani e internazionali, tra cui l’Azienda ospedaliera universitaria pisana, l’Università di Siena, il Cerm di Firenze, l’Area Science Park di Trieste, Hartford Hospital (Usa), Monash University di Melbourne e Université Paris-Saclay. Il lavoro è nato a seguito del focolaio del 2018 in Toscana, causato dal ceppo ST147 di Klebsiella, particolarmente resistente. Proprio contro questo sottotipo sono stati isolati anticorpi monoclonali umani in grado di riconoscere la capsula esterna del batterio e di proteggere non solo dai ceppi toscani ma anche da quelli isolati in Francia e Australia.
“Questo risultato dimostra che gli anticorpi monoclonali possono diventare uno strumento terapeutico efficace contro i batteri antibiotico-resistenti – sottolineano i ricercatori – e apre la strada a nuove strategie di cura in un contesto di salute pubblica globale sempre più minacciato dall’antimicrobico-resistenza”. Lo studio è stato sostenuto dalla Regione Toscana, attraverso il Centro Regionale di Medicina di Precisione (C.Re.Me.P.), e dal finanziamento del Ministero della Salute sul progetto PROREACT, con l’obiettivo di sviluppare risposte innovative contro l’emergenza mondiale dell’AMR.
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