Dolore
30 Settembre 2024Gli usi distorti di fentanyl non condizionino la lotta al dolore che resta una priorità clinica ed etica per il nostro servizio sanitario
Il dolore è spesso una delle componenti più invalidanti di una malattia oncologica, ne soffre in forma cronica il 50% dei malati oncologici e fino al 90% dei pazienti nelle fasi di malattia più avanzate. La gestione del dolore è una priorità clinica ed etica e può avvalersi della disponibilità di farmaci oppioidi efficaci e sicuri tra cui anche il Fentanyl la cui reputazione di farmaco impiegato da decenni in ambito anestesiologico e uno degli analgesici oppioidi più utilizzati al mondo per trattare il dolore in forma grave, specialmente in oncologia, rischia di essere danneggiata dall’innalzamento dell’attenzione mediatica sull’uso illecito del Fentanyl come sostanza stupefacente. Il tema è stato al centro di un evento stampa organizzato grazie al contributo non condizionante di Istituto Gentili, “Gestione del dolore e oppioidi. Gli usi terapeutici dei farmaci oppioidi verso consumi illegali”.
Curare il dolore: una priorità clinica ed etica
Si stima che circa il 50% dei pazienti oncologici soffra di dolore cronico, e questa percentuale sale al 90% nelle fasi avanzate della malattia. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dal Breakthrough Cancer Pain (BTcP), o dolore episodico intenso, che si manifesta in circa il 70% dei casi. Questa forma di dolore acuto e transitorio si aggiunge al dolore cronico di base, peggiorando ulteriormente la qualità della vita dei pazienti.
La gestione del dolore è quindi una priorità clinica ed etica. L’utilizzo di farmaci oppioidi è una strategia terapeutica fondamentale, come sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalle linee guida delle principali società scientifiche. Questi farmaci, in grado di produrre analgesia laddove i sistemi endogeni non sono più sufficienti, rappresentano uno strumento cruciale nella lotta contro il dolore oncologico.
“Il dolore oncologico non è esclusivo della malattia in stadio avanzato, ma si manifesta in ogni momento della malattia, nelle sue tre componenti: quella biologica, rappresentata dal dolore fisico vero e proprio, quella psico-emozionale, legata ad ansia, depressione, insonnia e ad altre alterazioni del tono dell'umore, e quella sociale, data dalle limitazioni funzionali nella vita quotidiana”, afferma Arturo Cuomo, Direttore S.C. Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica, Istituto Nazionale Tumori - IRCCS Fondazione Pascale, Napoli. “Ne consegue che il trattamento del dolore è un aspetto prioritario per i pazienti, per i benefici sulla qualità di vita ma anche su una migliore aderenza alle terapie. La terapia del dolore deve essere ritenuta a tutti gli effetti una terapia adiuvante alla cura del tumore, che può contribuire ad ottimizzare le terapie antitumorali e ad aumentare la sopravvivenza”.
“Il trattamento del dolore non è solo una questione medica, ma anche un imperativo etico, come sancito dalle leggi 38/2010 e 219/2017 sul biotestamento. Rispetto a quindici anni fa, è aumentata la consapevolezza tra i medici dell’importanza e della sicurezza degli oppioidi, anche se ci sono ancora aspetti da migliorare. Il ruolo dei medici prescrittori è cruciale per garantire l’appropriatezza dell’uso del Fentanyl e di altri oppioidi, poiché monitorano costantemente la terapia, rivalutando dosaggi e modalità di somministrazione per adattarli al singolo caso. La personalizzazione della terapia è fondamentale per assicurare l’efficacia del trattamento del dolore” dichiara Franco Marinangeli, Professore ordinario di Anestesia e Rianimazione, Università degli Studi de L’Aquila e Direttore del Dipartimento Emergenza e Accettazione ASL 1 Abruzzo.
Fentanyl, farmaco del terzo scalino essenziale per trattamento del dolore oncologico
Tra gli oppioidi, Fentanyl, in particolare, appartiene ai cosiddetti “farmaci del terzo scalino” secondo la scala analgesica dell’OMS, e ha una potenza analgesica di circa cento volte superiore alla morfina: maggiore è la potenza analgesica, minore sarà la dose di farmaco necessaria per ottenere l’effetto terapeutico. Ne è la conferma l’inserimento, da parte dell’OMS, nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento del dolore nei pazienti affetti da tumore.
Nonostante l’uso illecito di Fentanyl sia spesso oggetto di attenzione mediatica, è fondamentale ricordare che il suo impiego in ambito clinico è indispensabile per le cure palliative. E proprio dagli esperti arriva il monito a evitare che l’innalzamento dell’attenzione mediatica sull’uso illecito del Fentanyl come sostanza stupefacente condizioni la percezione dell’opinione pubblica su un farmaco indispensabile per il trattamento del dolore, a garanzia dell’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore e a tutela della dignità della persona, come sancito dalla legge 38 del 15 marzo 2010.
“Il Fentanyl è l’analgesico più potente che abbiamo a disposizione per il trattamento del dolore moderato-grave, sia di natura oncologica che non oncologica – spiega Diego Fornasari, Professore ordinario di Farmacologia, Università degli Studi di Milano e Presidente Eletto dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD) – Le sue caratteristiche uniche, come l’elevata liposolubilità, permettono un'azione immediata grazie a modalità di somministrazione diverse, tra cui i cerotti transdermici, ideali per pazienti che non possono deglutire, e lo spray nasale, che offre un’efficacia paragonabile alla somministrazione endovena. Questa rapidità d’azione lo rende una soluzione ottimale per i pazienti che soffrono di dolore episodico intenso. Inoltre, il Fentanyl viene rapidamente metabolizzato, ha un’emivita breve e non si accumula nell’organismo, rendendolo un farmaco sicuro da gestire”.
“Il Fentanyl è un farmaco estremamente prezioso nella gestione del dolore oncologico, perché non solo è molto potente, ma è anche sicuro se utilizzato sotto stretto controllo medico. I pazienti che lo utilizzano non devono temere gravi effetti collaterali. Al massimo, possono presentarsi sintomi minori, come tremori (mioclonie), sonnolenza o stipsi, che però sono facilmente gestibili, ad esempio con l'adeguamento del dosaggio o con farmaci specifici. Questo rende il Fentanyl una risorsa insostituibile nella terapia del dolore” aggiunge Vittorio Guardamagna, Direttore Cure Palliative e Terapia del Dolore dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia), Milano.
“La terapia del dolore è uno degli aspetti più importanti per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici, soprattutto nelle fasi avanzate della malattia – dichiara Maria Cristina Mazzotta, HQ Medical Director, Istituto Gentili – Tuttavia, resta ancora un bisogno clinico ampiamente insoddisfatto. Come Istituto Gentili, ci impegniamo a fornire terapie sicure ed efficaci sia per il trattamento del cancro che per il supporto alla gestione del dolore. Oltre a sviluppare farmaci, promuoviamo iniziative di informazione e sensibilizzazione, affinché sempre più pazienti possano accedere a un percorso di cura adeguato e dignitoso”.
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