Pharma
20 Marzo 2024Monica Di Luca, docente di Farmacologia dell’Università Statale di Milano, è la scienziata vincitrice del Premio “Paoletti Award for excellence in Pharmacology” 2024 assegnato da EPHAR, The Federation of European Pharmacological Societies
Monica Di Luca, docente di Farmacologia dell’Università Statale di Milano, è la scienziata vincitrice del Premio “Paoletti Award for excellence in Pharmacology” 2024 assegnato da EPHAR, The Federation of European Pharmacological Societies.
Il riconoscimento è intitolato a Rodolfo Paoletti – scomparso nel luglio 2021, farmacologo di fama mondiale e docente all’Università Statale di Milano, dove fondò e diresse, dal 1970 al 2000, l’Istituto di Scienze farmacologiche, ricoprendo poi l’incarico di preside della Facoltà di Farmacia dal 1982 al 2000 e dal 2003 al 2006 e di direttore del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dal 2001 al 2003.
La professoressa Di Luca è docente in Statale dal 1999, attualmente direttrice del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari, e parte, inoltre, dell’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare (EMBO) è stata premiata per la sua encomiabile dedizione alla ricerca scientifica.
Al di là dei suoi risultati scientifici, Di Luca ha esemplificato spirito collaborativo, promuovendo reti che uniscono scienziati, medici e organizzazioni di pazienti. I suoi ruoli di grande impatto come presidente della Federazione delle società europee di neuroscienze (FENS) e dell'European Brain Council (EBC) evidenziano il suo impegno nell'affrontare le sfide sociali attraverso la cooperazione internazionale.
“Il Rodolfo Paoletti Award - commenta la professoressa Di Luca - è uno riconoscimenti più importanti della mia carriera anche per il suo significato intrinseco; il Prof Paoletti è stato un leader indiscusso della farmacologia, una figura visionaria e carismatica a livello sia nazionale e internazionale. Questo premio ha in qualche modo significato la consapevolezza di aver capitalizzato e fatto tesoro degli insegnamenti che ho ricevuto, tra cui quello di interpretare la farmacologia in modo aperto innovativo e moderno, come collaborazione, interazione ed impegno”.
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