Farmaci
17 Maggio 2023 Real World Data e Real World Evidence potrebbero in un futuro prossimo diventare co-protagonisti nel processo regolatorio del farmaco e importante strumento di governance sanitaria. È quanto emerso nel corso di una conferenza stampa a Milano sul tema nel corso della quale è stato evidenziato come in Italia i dati real world per diverse ragioni sono ancora poco utilizzati e poco sfruttati
Real World Data e Real World Evidence potrebbero in un futuro prossimo diventare co-protagonisti nel processo regolatorio del farmaco e importante strumento di governance sanitaria. È quanto emerso nel corso di una conferenza stampa a Milano sul tema nel corso della quale è stato evidenziato come in Italia i dati real world per diverse ragioni sono ancora poco utilizzati e poco sfruttati, ma medici, aziende farmaceutiche, enti regolatori ed autorità sanitarie si stanno sempre più interessando ad essi, tanto che Farmindustria, in un recente documento, suggerisce e sollecita la costituzione di un tavolo di lavoro, che veda la partecipazione di AIFA, Ministero della Salute, Società Scientifiche, Associazioni pazienti, Comitati etici e AGENAS, allo scopo di definire i requisiti di qualità richiesti dall’Autorità regolatoria per una adeguata valutazione delle evidenze raccolte dal real world e condividere proposte di linee guida operative rivolte a generazione, valutazione e utilizzo dei dati di Real World Evidence (RWE).
Gli studi clinici sperimentali controllati randomizzati (RCTs) che valutano efficacia e sicurezza dei farmaci sono realizzati su popolazioni di pazienti selezionate e in setting protetti. È però indispensabile continuare a studiare il profilo rischio/beneficio di un farmaco anche dopo che questo è stato immesso in commercio, nella vita reale. I Real World Data (RWD) sono relativi allo stato di salute dei pazienti oppure ai servizi erogati e sono di solito raccolti nelle cartelle cliniche elettroniche, nei database delle strutture sanitarie e nei registri di patologia. I dati di Real World Evidence (RWE) sono costituiti invece dalle evidenze cliniche, basate sui RWD, sull’uso, sui benefici e sui rischi di un determinato farmaco prescritto nella vita reale. La Real World Evidence può rappresentare l’evoluzione della medicina personalizzata e potrebbe rendere più efficiente la spesa farmaceutica, oltre a diventare uno strumento innovativo di governance sanitaria se usato in modo standard, rigoroso e coerente.
Un esempio paradigmatico del valore dei dati real world in Oncologia è lo studio P-REALITY-X, realizzato da Pfizer, che aiuta a comprendere l’efficacia della terapia combinata di prima linea palbociclib con un inibitore dell’aromatasi in un setting del mondo reale, fondamentale per migliorare la cura del carcinoma mammario metastatico.
«È sempre più importante integrare le evidenze degli studi clinici randomizzati con quelle real world, perché i pazienti arruolati negli studi prospettici randomizzati (RCT) sono selezionati sulla base di criteri estremamente selettivi e spesso non sono confrontabili con i pazienti che visitiamo nei nostri ambulatori – spiega Giuseppe Curigliano, Professore Ordinario di Oncologia Medica Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo Nuovi Farmaci per Terapie Innovative, Istituto Europeo di Oncologia di Milano – gli studi real world complementano gli studi prospettici randomizzati andando a valutare l’efficacia in un setting di vita reale. Gli studi prospettici randomizzati valutano l’efficacy e gli studi real world valutano l’effectiveness. Lo studio P-REALITY-X è uno studio real world che ha valutato l’effectiveness di palbociclib in un setting di popolazione nella vita reale, che ha dimostrato un vantaggio di sopravvivenza e di progression free survival (PFS) nella coorte di pazienti che hanno ricevuto palbociclib con un inibitore dell’aromatasi con un prolungamento della sopravvivenza da 43 mesi a 57 mesi».
Negli ultimi anni la Real World Evidence è sempre più utilizzata dai diversi stakeholders: dalle aziende farmaceutiche per la ricerca & sviluppo, dalla comunità medica per l'analisi della pratica clinica, dalle agenzie regolatorie per monitorare la sicurezza post-marketing. La RWE è, quindi, un’opportunità per valorizzare il farmaco durante tutto il suo ciclo di vita, anche perché i farmaci necessitano di un piano di generazione delle evidenze sempre più articolato rispetto al passato.
«La nostra visione è quella di integrare le RWE su tutto il ciclo di vita dei nostri farmaci, con l’obiettivo generale di accelerare in modo mirato il loro sviluppo e, in ultima analisi, aiutarci a garantire che il farmaco giusto arrivi al paziente giusto al momento giusto – conclude Barbara Capaccetti, Country Medical Director e Vice President Pfizer Italia – La real world evidence può migliorare l’organizzazione, l’accesso e l’utilizzo dei dati di ricerca, consentendo di accelerare il processo di generazione delle evidenze per ciò che ancora non conosciamo ed integrare dati non completi o mancanti negli studi clinici. A questo punto, sono diversi gli obiettivi da raggiungere: produrre evidenze sempre più solide e affidabili riguardo specifiche sottopopolazioni; fornire ai decisori strumenti operativi di monitoraggio; generare, nei ricercatori, nuovi importanti quesiti di ricerca per ulteriore attività scientifica».
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