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Rapporto Osservasalute

19 Dicembre 2025

Osservasalute 2025: più anziani, più cronicità, prevenzione ancora diseguale

Il Rapporto Osservasalute 2025 fotografa un’Italia più longeva ma più anziana e fragile, con cronicità in aumento, prevenzione disomogenea e accesso alle cure ancora critico


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Anziani in aumento, più malattie croniche e una prevenzione che resta diseguale tra le regioni: è il quadro che emerge dalla XXII edizione del Rapporto Osservasalute 2025, presentata il 18 dicembre a Roma all’Università Cattolica dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute come Bene Comune.
Secondo il Rapporto, l’età media della popolazione italiana, pari a 46,6 anni nel 2024, è destinata a salire a 50,8 anni nel 2050. Gli over 65 rappresentano già il 24,3% della popolazione e potrebbero arrivare al 34,5% entro il 2050. Parallelamente cresce il numero degli anziani soli: il 40% vive senza altri componenti del nucleo familiare e una quota rilevante degli ultra 75enni non riceve un aiuto adeguato per le attività quotidiane.
Sul fronte della sopravvivenza, la speranza di vita alla nascita ha superato i livelli pre-pandemici, raggiungendo nel 2024 81,4 anni per gli uomini e 85,5 anni per le donne. Persistono tuttavia marcate differenze regionali. Nel capitolo dedicato alla mortalità, il Rapporto segnala un aumento dei decessi sepsi-correlati, passati da 21.828 nel 2006 a 77.057 nel 2022, con una concentrazione del 75% dei casi nella popolazione con 75 anni e oltre.
Le patologie croniche restano uno dei principali determinanti di salute. L’ipertensione è la condizione più diffusa, con circa 11 milioni di persone che dichiarano di soffrirne. Artrosi, artrite e osteoporosi colpiscono complessivamente quasi 10 milioni di individui, soprattutto donne e anziani. Il diabete interessa circa il 5% della popolazione adulta, con una prevalenza crescente con l’età e un impatto rilevante sulla spesa ospedaliera.
Ampio spazio è dedicato agli stili di vita. Il Rapporto evidenzia un progressivo allontanamento dalla dieta mediterranea, un aumento del sovrappeso e dell’obesità e un cambiamento delle modalità di consumo di alcol, sempre più concentrate fuori dai pasti e nel fine settimana. La prevenzione, in particolare quella secondaria, resta disomogenea: nel 2023 l’adesione agli screening oncologici non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemici e mostra un marcato gradiente geografico tra Nord, Centro e Sud.
 

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