Obesità
18 Novembre 2025Nel decimo Rapporto Auxologico focus su disparità territoriali, rischio epidemico e necessità di prevenzione. Schillaci: “Legge pionieristica, ora presa in carico omogenea”

Il 26,7% dei bambini e ragazzi tra 3 e 17 anni è in eccesso di peso. Più di uno su quattro. E nel Mezzogiorno la situazione è decisamente più grave, con sette regioni su dieci al di sopra della media nazionale e con punte che superano un minore su tre. È il quadro critico che restituisce il decimo Rapporto sull’obesità in Italia, curato da Auxologico Irccs e presentato a Napoli all’Università Suor Orsola Benincasa. La Campania guida la classifica negativa con il 36,5% dei ragazzi in sovrappeso, seguita da Calabria (35,8%), Basilicata (35%) e Sicilia (33,8%). Le percentuali migliori si registrano invece nelle Province autonome di Trento (15,1%) e Bolzano (17,4%), in Friuli-Venezia Giulia (18,4%) e Lombardia (19,5%). Un gradiente territoriale netto, consolidato negli anni, che il Rapporto definisce un elemento strutturale da affrontare con “interventi mirati e capaci di tenere conto delle specificità locali”. “L’obesità è uno dei maggiori problemi di salute pubblica — ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci — e riguarda anche i bambini. È fondamentale agire sulla prevenzione, attraverso corretti stili di vita, e migliorare la presa in carico dei pazienti”. Schillaci ha ricordato come l’Italia sia il primo Paese al mondo ad aver approvato una legge che riconosce l’obesità come malattia cronica, prevedendo azioni su prevenzione, cura e formazione del personale sanitario.
Il Rapporto — elaborato da una trentina di clinici e ricercatori italiani e internazionali e intitolato “La rivoluzione nell’obesità” — richiama anche i dati Istat 2023 sulla popolazione adulta: quasi 23 milioni di italiani (46,3% degli over 18) hanno un eccesso di peso, con 5,8 milioni affetti da obesità (11,8%). Un quadro che si inserisce in una tendenza globale: nel 2022, secondo l’Oms, nel mondo 890 milioni di adulti erano obesi e 2,5 miliardi in sovrappeso. Il documento rimarca come l’obesità rappresenti una vera e propria epidemia globale in crescita costante, con un impatto crescente sulla salute pubblica e sulla spesa sanitaria. La mancata presa in carico e diagnosi precoce, infatti, espone i pazienti a complicanze che “interessano praticamente tutti gli organi vitali”, richiedendo percorsi multidisciplinari e centri specializzati. Il presidente di Auxologico, Mario Colombo, ha sottolineato il ruolo storico dell’Irccs nella ricerca e nella cura dei disturbi legati all’obesità: “È un impegno che dura da mezzo secolo. La nuova legge dà dignità ai pazienti e al lavoro dei professionisti, e apre alla possibilità di una medicina personalizzata anche per l’obesità”. Colombo ha ricordato inoltre l’imminente ampliamento della presenza dell’istituto in Lazio e Calabria.
Per Simona Bertoli, responsabile dei Centri Obesità Lombardi di Auxologico, l’obesità “è una malattia cronica e recidivante, non legata semplicemente a cattive abitudini”. La docente ha insistito sulla necessità di superare lo stigma: “Non è una mancanza di volontà, ma una malattia che richiede diagnosi precoce, continuità assistenziale e percorsi adeguati”. Gianfranco Parati, direttore scientifico di Auxologico, ha aggiunto: “L’obesità non è una colpa individuale, ma una malattia cronica e sistemica, che può generare complicanze in diversi organi e sistemi, tra cui il cardiovascolare. Per questo richiede una risposta integrata, scientifica e clinica, basata sulla personalizzazione degli interventi. Occorre unire scienza e umanità, ricerca e cura, tecnologia e ascolto, garantendo accesso alle terapie più moderne e a percorsi riabilitativi e di follow-up nel lungo periodo. Auxologico ha tra le sue priorità quella di trasformare la ricerca in soluzioni cliniche applicabili. Il Rapporto testimonia questo modello integrato e richiama la necessità di un’azione nazionale coordinata che assicuri accesso equo alle cure e ai nuovi trattamenti, facendo dell’obesità una priorità strategica di salute pubblica”. Dal mondo accademico, il rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, ha richiamato l’attenzione sui fattori sociali e psicologici che contribuiscono allo sviluppo della patologia: “L’eziologia dell’obesità è multifattoriale. Serve un’educazione ai sani stili di vita fin dall’infanzia, con il supporto della scuola e di un approccio interdisciplinare”.
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