Natalità Work in progress
02 Ottobre 2023 Un paese dove non si vedranno più bambini giocare per strada ma signori di una certa età, e ci saranno più carrozzelle che carrozzine. Questa sarà l’Italia nel 2070 quando saremo scesi dagli attuali 59 a 47-49 milioni di abitanti e avremo 2,5 milioni di ultranovantenni. L’apporto dei migranti colmerà solo in parte il saldo tra nati vivi e morti
Un paese dove non si vedranno più bambini giocare per strada ma signori di una certa età, e ci saranno più carrozzelle che carrozzine. Questa sarà l’Italia nel 2070 quando saremo scesi dagli attuali 59 a 47-49 milioni di abitanti e avremo 2,5 milioni di ultranovantenni. L’apporto dei migranti colmerà solo in parte il saldo tra nati vivi e morti. Di fronte al fenomeno delle culle vuote la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia presieduta da Nicola Colacurci ha organizzato con il contributo di valore e la partnership Edra l’evento “Natalità work in progress – insieme per una primavera demografica”.
«Abbiamo ritenuto necessario mettere insieme tutti gli attori che possono incidere sul tema della denatalità partendo da diversi punti di vista, sociosanitario, culturale, formativo e istituzionale. Vorremmo arrivare presto a risultati concreti». All’evento hanno partecipato i ministri della Salute Orazio Schillaci, della Famiglia e Natalità Eugenia Roccella, della Cultura Gennaro Sangiuliano ed i viceministri di lavoro ed economia; intanto, per una coincidenza, la premier Giorgia Meloni era a Budapest per un incontro internazionale sullo stesso tema. I problemi per la politica sono due: il sostegno (non solo economico) alle coppie ed alle famiglie e gli interventi per contrastare l’infertilità, che è una bomba per la sopravvivenza del Paese. I dati da cui si parte sono quelli di Carlo Blangiardo, Presidente Istat «Nel 2022 abbiamo avuto 393 mila nuovi nati. Stiamo scendendo ancora. Nel 2023 il primo trimestre dà 91 mila nuovi nati, moltiplicato per quattro sono 364 mila, nel 1943 sotto i bombardamenti nascevano 240 bambini a trimestre. A parità di produttività e tassi d’occupazione questo calo demografico da qui a 20 anni porterebbe ad una perdita di 500 miliardi di Pil». Blangiardo mette in guardia dai rischi su pensioni e sanità. «Se come da proiezioni la popolazione attiva nel 2070 sarà 10,5 milioni per sostituire i lavoratori che non avremo più necessiteremmo dell’ingresso di 531 mila migranti netti annui. La popolazione femminile in età fertile, molto diminuita, non potrà fare miracoli».
Tra le misure per favorire la genitorialità, l’esperienza di altri paesi suggerisce di potenziare gli asili nido e gli istituti giuridici che consentano alle donne di diventare mamme senza rinunciare alla realizzazione professionale. Lorenzo Fontana, presidente della Camera nel suo messaggio di saluto afferma che «il sostegno alle coppie e alle famiglie è in cima all’agenda dei politici», ma non si nasconde come all’origine di anni di “inverno demografico” (dal 1993 i nati vivi sono meno dei morti) ci siano anche modelli culturali che svaluterebbero la famiglia. Quest’ultima secondo Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, «deve tornare ad essere un modello positivo nella nostra società. Così purtroppo non è stato negli ultimi anni». Appare crollata anche l’immagine della genitorialità, tra uomini e donne. Se per il presidente della Commissione Sanità del Senato Francesco Zaffini c’è «qualcosa di sbagliato in un modello di emancipazione della donna che imita i modelli maschili», la Ministra Eugenia Maria Roccella pensa alle soluzioni. «Maternità e paternità non sono temi privati, ma danno il senso del nostro stare al mondo tutti insieme, della comunità». Aggiunge però Roccella: «Dobbiamo anche affrontare un problema di infertilità crescente. Tutta l’Europa è sotto il tasso di sostituzione. C’è bisogno di uno sforzo collettivo».
Che cosa si deve fare? Lucia Albano, Sottosegretaria del Ministero dell’Economia ricorda intanto come già nella scorsa Finanziaria il governo Meloni abbia incrementato l’assegno unico Inps, abbattuto l’Iva sui beni per la prima infanzia, innalzato il congedo parentale. Gli stanziamenti per la maternità sono stati portati da 13 a 20 miliardi l’anno, lo stanziamento per l’assegno unico per i figli a carico ora costa alle casse statali 2 miliardi al mese. In Finanziaria, dice Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro «puntiamo ad incentivare l’ingresso della donna nel lavoro. Inoltre, intendiamo utilizzare il Piano Nazionale per la lotta alla povertà e l’inclusione sociale incorporando 4 miliardi provenienti dai fondi per la child guarantee, risorse dell’Unione europea da mettere a disposizione di under 18 a rischio povertà che non possono rivendicare da soli i propri diritti».
Albano vede chance importanti anche nel disegno di legge delega di riforma fiscale che punta al sostegno di famiglie numerose e delle nascite dei secondi figli, oltre che a sgravi per le imprese che più assumono. Sul sostegno alle famiglie fa chiarezza Giuseppina Castiello, Sottosegretaria Ministero per i rapporti con il Parlamento. «Ci sono due tipologie da sostenere: le povere, che spesso hanno meno problemi di natalità, e le coppie a reddito medio che non vedono strutture in grado di rispondere ai bisogni dei bambini che metterebbero al mondo». In merito, «il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede la destinazione di somme ad asili nido e va realizzato nei comuni. Altri strumenti che stiamo studiando –osserva Castiello– sono il “reddito di infanzia” (fino a 400 euro al mese alle famiglie bisognose secondo ISEE ndr) ed il “bonus bambino” per sostenere la retta del nido». Tutto ciò al netto degli interventi per favorire i percorsi di maternità e procreazione.
02/10/2023
02/10/2023
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