Governo e Parlamento
13 Aprile 2023 Cittadinanzattiva - insieme alle associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea - hanno inviato una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome
Cittadinanzattiva - insieme alle associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea - hanno inviato una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome, affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto Tariffe e sia raggiunta immediatamente l’Intesa.
Dal mancato raggiungimento dell’Intesa, sottolinea una nota, dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività (art. 32 Cost.)”, come recita la diffida, “e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte dello Stato/Regioni e dunque del servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.
Comincia proprio dai Livelli essenziali di assistenza, continua Cittadinanzattiva, con un atto ormai necessario e non più prorogabile dopo tante richieste delle associazioni dei pazienti e dei cittadini rimaste senza risposta, la mobilitazione permanente di Cittadinanzattiva a difesa del Servizio sanitario, della salute dei cittadini e della esigibilità dei diritti in una stagione che, a tutti gli effetti, ha il carattere dello stato di emergenza sanitaria.
Solo con l’approvazione del Decreto Tariffe e l’aggiornamento dei Lea, sottolineano le organizzazioni nell’atto di diffida, si potrà:
- determinare l’esigibilità su tutto il territorio nazionale delle prestazioni di nuova introduzione, tra cui un rilevante numero erogato a livello ambulatoriale, e il superamento delle disomogeneità assistenziali tra i cittadini;
- ridurre la mobilità sanitaria ma anche gli stessi costi sanitari poiché il Decreto trasferisce un alcune prestazioni dal settore ospedaliero a quello di specialistica ambulatoriale;
- procedere all’effettivo monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali LEA nonché delle prestazioni ospedaliere, consentendo quindi la verifica della soddisfazione dei bisogni sanitari, di accessibilità dei servizi, di tempi di attesa e di appropriatezza delle prestazioni;
- prevedere l’aggiornamento delle prestazioni incluse anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche.
Infine, ma non da ultimo, la mancata approvazione del Decreto tariffe, oltre ad impedire l’entrata in vigore dei LEA del 2017 e di quelli ulteriormente aggiornabili, rischia di pesare nella definizione al ribasso dei Livelli essenziali di prestazione (LEP) previsti dal nuovo Disegno di Legge sul “regionalismo asimmetrico”. Se i Lep, che rappresentano almeno sulla carta l’unico contrappeso agli ulteriori squilibri regionali cui potrebbe portare l’autonomia differenziata, fossero definiti a partire da Lea vecchi di 20 anni, si determinerebbe la definitiva dissoluzione del Servizio sanitario nazionale e l’impossibilità conclamata di garantire uguali prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale, conclude la nota.
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