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08 Febbraio 2023

Ospedali, in Lombardia allo studio sistema di trasporto per visite in quelli lontani

La Regione Lombardia sta studiando un sistema di trasporto a chiamata per integrare agende appuntamenti degli ospedali e navette che accedono a strutture pubbliche e private. Un servizio che riguarderà soprattutto anziani e fragili, che applica il modello ‘Maac, mobillity as a community’, rendendo interoperabili i servizi del territorio


Ospedali, in Lombardia allo studio sistema di trasporto per visite in quelli lontani

La Regione Lombardia sta studiando un sistema di trasporto a chiamata per integrare agende appuntamenti degli ospedali e navette che accedono a strutture pubbliche e private. Un servizio che riguarderà soprattutto anziani e fragili, che applica il modello ‘Maac, mobillity as a community’, rendendo interoperabili i servizi del territorio e agevolando il movimento delle persone al bisogno. Facciamo l’esempio di un anziano residente in una valle dove i tempi d’attesa per il suo esame sono biblici a meno di non recarsi al capoluogo a 100 km. Chi perde la giornata di lavoro per accompagnarlo? Una sperimentazione di Ferrovie Nord Milano presentata a una conferenza con il governatore uscente Attilio Fontana, con il ministro dei trasporti Matteo Salvini e con l’Assessore Claudia Maria Terzi, sta provando un sistema che consentirebbe da qui a qualche anno al paziente di prenotare via pc o smartphone non solo la visita medica ma anche il mezzo per essere prelevato a casa, e condotto con taxi-cab o bus all’ambulatorio pubblico o privato convenzionato – non semplicemente all’ingresso ma addirittura dinanzi al padiglione – e quindi riportato dall’ambulatorio a casa.

«Mobility & Community e Mobility as a Service, Mac e Maas, sono due acronimi con cui ci confronteremo sempre più spesso», spiega Marco Piuri AD Trenord, società partecipata dalla Regione che compartecipa non solo le linee ferroviarie locali ma anche linee di viabilità principale su gomma. In linea di principio, in una smart city quale Milano aspira a diventare, tutti i posti di grande aggregazione, dall’ospedale allo stadio, dovrebbero essere raggiungibili da qualsiasi parte della città in 15 minuti, «ma occorre capire da dove vengono i flussi, i cittadini che convergono in quei luoghi, dove abitano, chi ha bisogno dei servizi più urgenti e quali problemi gli si presentano per lo spostamento», sottolinea Piuri. Il punto sul quale si discute in questa fase non è tanto la fattibilità di un servizio simile. La start-up BusForFun (poi rilevata dal gruppo Ferrovie Nord Milano) che cura spostamenti per eventi turistici e sportivi ha registrato sulle tratte dei visitatori risparmi di tempo per una media del 30% in meno. Se all’anziano attender dei servizi sanitari si prospettasse una tariffa piena per lo spostamento, tale da fargli convenire piuttosto la richiesta di un passaggio al parente più prossimo, si rischia il flop; al contrario, molti organizzatori di eventi trovano conveniente compartecipare trasporti intelligenti che ottimizzano i viaggi e favoriscono la puntualità degli appuntamenti.

Alessandro Venturi DS Policlinico San Matteo di Pavia sottolinea come il trasporto intelligente possa rivoluzionare la stessa idea di prossimità alla base del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: se avvicinare le competenze alla casa dell’utente è obiettivo importante ed ambizioso, all’atto pratico «data la complessità delle patologie che ci troviamo usualmente ad affrontare è difficile trovare tutte le competenze da avvicinare all’utenza e distribuirle in modo ottimale; è più semplice allocare quelle competenze in ospedali e centri di alta specialità e favorire un accesso intelligente a quei centri in modo da ridurre al massimo le attese». La complessità da arginare con un Maac riguarda tanto lo spostamento per interventi e chemioterapie quanto la riabilitazione del fragile o i controlli del malato cronico, «raggiungere l’ospedale per un fragile vuol dire richiedere il sostegno di familiari che devono perdere giornate di lavoro per accompagnarlo e non possono; con questa alternativa si restituisce a un’incombenza del paziente una dimensione di autonomia che era andata persa».

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