Medicina
27 Marzo 2023 La chance della libera professione intramuraria si apre anche per gli infermieri. Dopo l’allentamento sulle incompatibilità offerto dal decreto Milleproroghe, il Governo starebbe preparando un testo che prevede la rimozione del vincolo di esclusività imposto ai non medici, vincolo che impedisce di accedere alla possibilità di offrire attività libero-professionali in strutture private
La chance della libera professione intramuraria si apre anche per gli infermieri. Dopo l’allentamento sulle incompatibilità offerto dal decreto Milleproroghe, il Governo starebbe preparando un testo che prevede la rimozione del vincolo di esclusività imposto ai non medici, vincolo che impedisce di accedere alla possibilità di offrire attività libero-professionali in strutture private. Il testo viene incontro ad una richiesta della Federazione degli Ordini delle professioni Infermieristiche Fnopi, che rivela l’esistenza di una bozza in aggiornamento ed un interessamento del presidente della Commissione Affari sociali, sanità e lavoro del Senato Francesco Zaffini. La stessa Federazione guidata da Barbara Mangiacavalli sottolinea come l’esigenza di agire in questa direzione sia stata confermata anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, al recente question time alla Camera: il Ministro ha accennato alla propensione del Governo ad introdurre misure di premialità e di carriera oltre che per la defiscalizzazione del lavoro aggiuntivo.
Tra le proposte elaborate nel consensus Fnopi partita nel 2022 per valutare le “best practices” infermieristiche lungo l’Italia, c’è la richiesta di superare il rapporto di esclusività degli infermieri dipendenti per ampliare l’offerta assistenziale al territorio. Peraltro, nell’ultimo decreto Milleproroghe una norma consente ai professionisti del comparto sanità di svolgere la libera professione anche in strutture diverse da quella di appartenenza per tutto il 2023, al di fuori dell'orario di servizio e per un monte ore complessivo settimanale non superiore a 8 ore, senza che si applichino le norme sulle incompatibilità. La nuova bozza articolerebbe in modo duraturo la normativa. Nella nota, Fnopi ribadisce come gli infermieri lamentino carenza di personale, ingessature nel mondo del lavoro pubblico, mancanza della necessaria tutela legale per contrastare gli episodi di discriminazione subiti dalla categoria ed infine un sistema di retribuzioni e di carriera che non valorizza appieno l’impegno degli infermieri. «Si dovrebbe considerare con più attenzione la carenza di personale considerando il fenomeno non solo nell'immediato, ma soprattutto nel lungo periodo e lo sforzo richiesto per coprire tutte le necessità dei servizi rivolti ai bisogni di salute dei cittadini. Ci sono da colmare differenze, anche economiche, del tutto ingiustificate vista la formazione e la professionalità espressa». Ricordiamo come, in base ai dati OCSE, nel 2020 lo stipendio medio lordo annuo di un infermiere ospedaliero italiano a parità di potere d’acquisto sia 38.379 dollari, 5 mila dollari sotto la media dei paesi europei più “ricchi”; e come in Italia sia più elevato che altrove il divario economico con il medico specialista.
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