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Medicina

08 Febbraio 2023

Hiv, i medici di famiglia a supporto per scovare il sommerso. Il progetto Simg

Insieme al progresso scientifico che ha permesso di cronicizzare l’infezione da HIV, bisogna intervenire con misure su diversi piani come il supporto agli infettivologi da parte dei medici di famiglia. È con questo obiettivo e sulle nuove sfide poste dall’HIV che si è tenuto il webinar "HIV oggi”


Hiv, i medici di famiglia a supporto per scovare il sommerso. Il progetto Simg

Insieme al progresso scientifico che ha permesso di cronicizzare l’infezione da HIV, bisogna intervenire con misure su diversi piani come il supporto agli infettivologi da parte dei medici di famiglia. È con questo obiettivo e sulle nuove sfide poste dall’HIV che si è tenuto il webinar "HIV oggi”.
Le nuove cronicità tra diagnosi tardive e un sommerso da scovare. Come prendersi carico del malato e delle sue comorbidità", terza tappa del progetto istituzionale "We stand with public health: a call to action for infectious disease. The actual and the future vision", organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali - SIMIT, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences. «Il Medico di Medicina Generale può favorire diagnosi precoci e migliorare l’assistenza al paziente in trattamento – sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile Patologie Acute SIMG – Si stima che in Italia ci siano almeno 120mila persone con infezione da HIV, di cui circa 100mila in terapia antiretrovirale, ma almeno 10mila inconsapevoli di essere infette e che possono trasmettere il virus. Pertanto, è indispensabile avviare tutte le strategie possibili per far emergere il “sommerso” con campagne di screening».

Il Report annuale dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato a fine novembre 2022, ha rilevato che il trend delle nuove diagnosi di HIV negli ultimi 10 anni è in diminuzione, ma aumentano le diagnosi tardive, con oltre 2/3 delle persone che la riceve quando ha già i sintomi dell’infezione o patologie correlate. Ecco perché il sostegno dai medici di medicina generale, le istituzioni e il territorio è fondamentale. «Con questa nuova legislatura auspichiamo di portare a compimento il processo di approvazione della proposta di legge necessaria per aggiornare la Legge 135/90, che entro la fine del mese sarà calendarizzata in Commissione Affari Sociali  – ha affermato l’On. Mauro D’Attis, già primo firmatario della pdl – Manterremo concetti essenziali come il contrasto dello stigma sociale, l’accesso omogeneo alle cure, l’assoluta garanzia della riservatezza, la specializzazione nell’approccio terapeutico, una campagna di sensibilizzazione ed educazione sanitaria in favore dei più giovani». «Con la terapia antiretrovirale disponiamo di trattamenti efficaci e ben tollerati che permettono di azzerare la trasmissione dell’infezione da HIV se si segue con regolarità il trattamento (U=U), ma persiste una scarsa conoscenza di gran parte dell’opinione pubblica – sottolinea il Marco Borderi, infettivologo SIMIT - Il miglioramento delle terapie riguarda anche l’invecchiamento delle persone con HIV e la necessità di gestire le comuni comorbosità legate all’età, i farmaci necessari per il loro controllo e la contemporanea terapia antiretrovirale; questa reciprocità di interazioni implica la necessità di un approccio multidisciplinare complesso che formi e coinvolga plurimi professionisti e figure per un miglioramento della qualità della vita delle persone con HIV».

Il progetto per la formazione dei Medici di famiglia contro le malattie infettive è partito a ottobre, con il primo incontro sul COVID-19; è poi proseguito a dicembre con l'incontro sull’Epatite C e si concluderà in primavera con l'ultimo appuntamento relativo all’Epatite Delta. Questo terzo approfondimento ha riguardato l’HIV. Particolare attenzione anche per le Fast-Track Cities, le città - dieci in Italia - che hanno firmato la Dichiarazione di Parigi per raggiungere determinati target nella lotta all’HIV attraverso iniziative ad hoc. «Il Medico di famiglia deve valutare la presenza dell’HIV in base allo stile di vita, alla provenienza da zone ad alta endemia, a eventuali patologie correlate, ma soprattutto deve testare il più possibile. Inoltre, poiché l’aspettativa di vita dei pazienti in trattamento si è notevolmente allungata, il MMG deve occuparsi di malattie che possono presentarsi più frequentemente, quali patologie cardiovascolari come dislipidemie e coronaropatie, insufficienza renale e complicazioni urologiche, comorbidità neuropsichiatriche», dichiara Rossi.

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