Intervista
16 Febbraio 2023 Il programma di screening per il tumore del colon-retto attivato a settembre nelle farmacie del Lazio ha raccolto circa 32 mila provette, intercettando 2.300 casi. A illustrare i nuovi dati della campagna di screening è Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma
Il programma di screening per il tumore del colon-retto attivato a settembre nelle farmacie del Lazio ha raccolto circa 32 mila provette, intercettando 2.300 casi (7,4%). A illustrare i nuovi dati della campagna di screening è Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma in un’intervista a Sanita33.
Lo screening per il tumore del colon retto per ricerca di sangue occulto nelle feci, è oramai da qualche anno inserito nel quadro della sperimentazione della farmacia dei servizi e Federfarma Roma ha attivato dei protocolli con risultati importanti, per la Regione Lazio che, come spiega Cicconetti, con la pandemia, ha visto scendere al di sotto del 10% la quota di persone che devono fare lo screening. In Lazio la prevalenza della patologia risulta di circa 29 morti ogni 100.000 uomini e 19 decessi ogni 100.000 donne ogni anno.
“In Lazio – spiega Cicconetti - l'emergenza Covid aveva bloccato completamente l'attività di screening. Abbiamo fatto un accordo per effettuare lo screening colon retto nelle farmacie per il tramite di tutte le Asl della Regione Lazio e coordinate da un Coordinamento unico regionale, elemento fondamentale che ha di fatto evita da un lato fughe in avanti di qualche Asl ma anche rallentamenti”. E che include anche una campagna di promozione di informazione con messaggi di invito “che ha fatto da volano positivo”.
Delle circa 1.700 farmacie della Regione, 668 sono attive e dal 1° settembre del 2022 al 31 dicembre del 2022 sono state fatte 30.838 riconsegne di provette, “cioè provette effettivamente ritornate in farmacia e consegnate alla Asl – precisa Cicconetti. - Il cittadino eleggibile arriva in farmacia riceve una consulenza dal farmacista che gli consegna la provetta e gli dà le tempistiche per la riconsegna. Il cittadino riporta la provetta in farmacia e il Coordinamento regionale per il tramite delle Asl passa a ritirare nelle farmacie”.
In Asl come la Roma 6, spiega Cicconetti che “a settembre aveva 0 screening nelle strutture sanitarie, nel primo mese ha fatto 1.568 riconsegne di provette”. Nella Asl Roma 3, molto popolosa, si facevano intorno ai 150/200 provette al mese ed è passata da 253 a 1.100 di ottobre-novembre-dicembre. “Anche qui il numero di consegne di provette a quadruplicato. Ma questo perché il cittadino non deve più andare alla Asl ma lo fa sotto casa. Un bel vantaggio in una città complicata come Roma”. Anche nelle aree interne i “comportamenti sono stati virtuosi ed eccezionali” e cita l’esempio della provincia di Viterbo che da 10 anni fa lo screening colon retto nelle farmacie ma, precisa Cicconetti “non c'era un coordinamento regionale. Quando si è partiti con il coordinamento regionale sono passati da circa 300 test che si facevano al mese già nelle farmacie a 1.933 al mese”.
Cicconetti ha infine sottolineato come le farmacie siano diventate soprattutto dopo la pandemia un riferimento per i cittadini. È stato monitorato un campione di 100 farmacie prima durante e dopo la pandemia per l’attività di telemedicina con gli ECG. È emerso che se fino al 2019 si eseguivano circa 1.000-1.100 ECG l'anno e durante la pandemia si continuavano a fare 1.100-1.500, nel post pandemia questo dato si è triplicato siamo arrivati a 3.500 ECG. Un dato che da una parte è un retaggio pandemico della paura dei cittadini ad andare nelle strutture sanitarie. “Ma proprio per questo retaggio hanno scoperto che sotto casa fa a prezzi sociali tante attività molto utili ECG, holter e analisi. Se vogliamo ridurre le liste d'attesa bisogna ampliare la platea degli operatori che possono fare telemedicina inserendo le farmacie nel Servizio sanitario nazionale per questa attività di telemedicina.
Ludovico Baldessin
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