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Sanità

09 Settembre 2024

Liste attesa e accesso alle cure, le priorità degli italiani secondo l’indagine

Ridurre le liste di attesa, facilitare l'accesso alle cure e fare leva sull'innovazione tecnologica per migliorare l'organizzazione del Ssn. Sono queste le priorità che emergono dalla quarta edizione dell'Outlook Salute Italia di Deloitte


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Ridurre le liste di attesa, facilitare l'accesso alle cure e fare leva sull'innovazione tecnologica per migliorare l'organizzazione del Ssn. Sono queste le priorità che emergono dalla quarta edizione dell'Outlook Salute Italia di Deloitte. Nel 2023 il 29% dei rispondenti, in diminuzione rispetto all'anno precedente (-3%) - riporta una nota - ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi. La rinuncia alle cure è causata da motivi economici nel 69% dei casi, una percentuale in crescita di 8 punti percentuali rispetto alla precedente edizione e del +17% rispetto al 2021. Le pagelle complessive della sanità pubblica e privata - riporta una nota - restano stabili rispetto all'edizione precedente, con la prima che rimane sulla soglia della sufficienza con un voto di 6,3 su 10, mentre la seconda registra una migliore performance raggiungendo un voto di 7.

"La fotografia che emerge dalla ricerca si differenzia da quella delle tre precedenti edizioni, prendendo le distanze dalla pandemia e tracciando uno scenario di nuova normalità per la sanità italiana - afferma Guido Borsani, partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader - L'edizione attuale restituisce l'immagine di un Paese che secondo gli italiani necessita, anche in ottica di sostenibilità, di potenziare alcuni aspetti ritenuti critici e valorizzare la traiettoria di innovazione dell'ecosistema sanitario, attraverso un uso consapevole di strumenti digitali. In questo senso, sono stati introdotti alcuni elementi di novità nell'analisi, coerentemente con l'obiettivo primario dello studio, che è quello di raccontare luci e ombre di un sistema complesso come quello sanitario. Sistema della salute che, nel tener conto dei mutamenti in atto nel Paese, deve continuare a garantire equità nella produzione e nella distribuzione della salute della popolazione e fornire un'assistenza sanitaria di valore".

Visite specialistiche, esami di laboratorio e attività di prevenzione sono tra le prestazioni sanitarie più fruite. Rispetto al periodo pre-pandemia (2019) - emerge dal report - si conferma una significativa diminuzione degli accessi verso i medici di medicina generale (dal 64% al 50%), oltre che una contrazione della domanda di indagini strumentali e nelle cure odontoiatriche. Al contrario, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e le attività di prevenzione risultano le prestazioni più fruite. In particolare, sul lato della prevenzione primaria e secondaria aumenta il ricorso a vaccinazioni (+40%), campagne di screening oncologico (+23%) e check-up completi (+24%). 

Nota dolente l'accesso alle cure: le fasce di reddito più basse rinunciano di più a visite specialistiche e prevenzione. Nell'ultima edizione del report si conferma una generale disparità in termini di accesso ad alcune prestazioni sanitarie, determinata principalmente dalla fascia di reddito di appartenenza. Nello specifico, i soggetti che possiedono un reddito mensile superiore a 2.500 euro accedono alle visite specialistiche in misura maggiore (72%) rispetto a quelli con un reddito basso (68%). Un divario ancora più marcato riguarda le attività di prevenzione, con il 60% di chi ha reddito elevato contro il 39% che ha un reddito basso. Per quanto riguarda il ricorso a prestazioni di prevenzione, si evidenzia un picco più alto a Nord-Est (58%) e più basso nelle Isole (45%).

Tra coloro che dichiarano di aver dovuto rinunciare alle cure negli ultimi 12 mesi, 4 su 10 lamentano liste d'attesa eccessivamente lunghe. Il quadro generale - si legge - mostra come la rinuncia alle cure abbia colpito tutte le fasce di reddito, con effetto maggiore su quelle economicamente più deboli: nel 2021 i motivi di tipo economico pesavano per il 52%, nel 2022 per il 61%, e quest'anno per il 69%. Ma la rinuncia alle cure non avviene solo per motivi economici: a pesare sono anche le lista d'attesa sempre più lunghe secondo il 40% degli intervistati (+5% rispetto all'anno precedente).

La struttura pubblica continua a essere la prima scelta per attività di prevenzione (49%), interventi di chirurgia maggiore (42%) e interventi di chirurgia minore (33%). La tendenza a rivolgersi al pubblico per le attività di prevenzione è in aumento rispetto all'anno scorso, mentre per gli interventi di chirurgia minore e maggiore, sempre rispetto alla scorsa rilevazione si ha un incremento della quota di chi si indirizza verso le strutture pubbliche con servizi in libera professione in intramoenia. Per esami di laboratorio e diagnostica strumentale le strutture private convenzionate con il Ssn si confermano la prima scelta. 

Riguardo la digitalizzazione della sanità, più di 1 italiano su 2 prenota visite online. La trasformazione digitale della sanità sta progredendo - evidenzia il documento - il 54% degli italiani prenota prestazioni online, il 58% riceve referti digitali, il 38% usa servizi e piattaforme digitali per informarsi o scegliere professionisti sanitari e il 45% condivide referti in modalità digitale. Le opportunità legate alla digitalizzazione della sanità che gli italiani apprezzano sono facilità di accesso (48%), la maggiore scelta di servizi (36%) e la continuità delle cure (29%). Tuttavia, il 46% teme di perdere il contatto diretto con i medici, e il 29% segnala complessità nell'accesso e utilizzo degli strumenti digitali, mentre il 31% dichiara la mancanza di competenze digitali. Nel complesso, il giudizio sulla digitalizzazione della sanità pubblica è sufficiente per la maggioranza degli intervistati, mentre il 23% lo ritiene insufficiente; per la sanità privata il giudizio è buono, con solo il 13% di insufficienze.

Non solo: il 57% degli italiani crede che l'intelligenza artificiale sia utile per la diagnosi e la cura. Si tratta di un'importante novità, di cui è a conoscenza più della metà degli intervistati, in particolare nella fascia dei più giovani (18-24 anni). Chi è consapevole dell'utilizzo di queste nuove tecnologie in ambito sanitario basate sull'Ia è fiducioso: infatti, più della metà degli intervistati (57%) crede che potrà essere utile alla diagnosi e alla cura. Tuttavia, è presente una quota di persone che mostra preoccupazione (18%): tra questi il 54% esprime timore per quanto riguarda la possibilità di errore nella diagnosi e cura, mentre il 50% teme la non ancora adeguata competenza dei professionisti sanitari. 

Infine, il Pnrr e salute: 4 italiani su 10 non si ritengono ancora adeguatamente informati sul tema. L'informazione sulle iniziative della Missione 6 del Pnrr in ambito sanitario è limitata. In particolare, il 43% non conosce le Case della comunità, il 38% gli Ospedali di comunità e il 43% le Centrali operative territoriali. Tuttavia, a prescindere dal livello di conoscenza delle singole iniziative relative alla sanità territoriale, il 42% degli italiani prevede effetti positivi sulla sanità italiana grazie agli investimenti del Pnrr (percentuale inferiore di 4 punti rispetto alla precedente rilevazione), contro il 16% che non crede ci potranno essere impatti legati a queste riforme.

TAG: LISTE ATTESA

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