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Medicina

17 Ottobre 2022

Diabete, come riformare l’assistenza sul territorio. Il documento delle associazioni pazienti

Cinque punti chiave per riformare l'assistenza dei malati di diabete sul territorio. A stilarli sono sei associazioni nazionali di pazienti, in un documento congiunto che indica alle istituzioni "una serie di condizioni indispensabili per rendere efficace la risposta assistenziale che scaturirà dai provvedimenti indicati nel Dm 77/2022


Cinque punti chiave per riformare l'assistenza dei malati di diabete sul territorio. A stilarli sono sei associazioni nazionali di pazienti, in un documento congiunto che indica alle istituzioni "una serie di condizioni indispensabili per rendere efficace la risposta assistenziale che scaturirà dai provvedimenti indicati nel Dm 77/2022, che si propone di definire modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale, in coerenza con quanto stabilito dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)".

A firmare il testo, dal titolo 'Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel sistema sanitario nazionale', sono Agd (Associazioni di aiuto a bambini e giovani con diabete), Aid (Associazione italiana difesa interessi diabetici), Aniad (Associazione nazionale italiana atleti diabetici), Diabete Forum, Fand (Associazione italiana diabetici) e Fdg (Federazione diabete giovanile), a conclusione di un convegno organizzato a Roma per celebrare i primi 40 anni di Fand.

Il diabete - ricordano le associazioni - è una malattia cronica che in Italia colpisce circa 4 milioni di persone, il 90% delle quali soffre di diabete tipo 2 e la quota restante di diabete tipo 1; di questi, circa 20mila sono minori. Numeri a cui si aggiungono quelli dei familiari indirettamente coinvolti nella gestione della patologia, una condizione a elevato impatto sociale, anche in termini di qualità della vita. Il documento evidenzia come "i bisogni inderogabili delle persone con diabete e delle loro famiglie debbano essere considerati un punto di partenza imprescindibile per la nuova organizzazione territoriale", e come "una sanità vicina ai luoghi in cui le persone abitano o risiedono permetta una presa in carico della persona con qualunque malattia cronica". Ancora, sottolinea "l'importanza di un'assistenza domiciliare personalizzata che possa farsi carico dei problemi della cronicità limitando i ricoveri ospedalieri" legati alle complicanze del diabete. Eventi che, "oltre ad avere un impatto negativo sul benessere complessivo delle persone che ne soffrono, determinano anche il maggior costo all'interno della spesa sanitaria".

Queste, nel dettaglio, le priorità secondo le persone con diabete: "Promuovere il coinvolgimento delle associazioni di pazienti in tutte le fasi di sviluppo dell'organizzazione dei servizi di assistenza dislocati nelle strutture definite nel Dm 77/2022; Rispettare gli standard di cura della persona con diabete definiti nei documenti redatti dalle società scientifiche nazionali operanti in ambito diabetologico; Garantire l'accesso alle migliori cure disponibili in maniera equa su tutto il territorio nazionale, in particolare alle nuove tecnologie per la gestione ottimale del controllo metabolico; Valorizzare e promuovere il ruolo del caregiver nella presa in carico del paziente e durante il suo percorso di cura, con particolare riferimento ai minori e agli adulti non autosufficienti; Incrementare la cultura diabetologica del nostro Paese, per intercettare condizioni di diabete tipo 2 non diagnosticato e riconoscere tempestivamente i sintomi del diabete tipo 1 in età evolutiva.

"Fand è sempre stata presente e attenta ai bisogni delle persone con diabete, impegnandosi in prima linea in tutte le tappe più importanti che hanno portato allo sviluppo dell'assistenza diabetologica come la conosciamo oggi - dichiara il presidente Fand, Emilio Augusto Benini - La firma congiunta, fra le grandi associazioni che rappresentano le persone con diabete, di questo documento è un importante ulteriore passo in avanti per sostanziare e migliorare quello che è stato fatto fin ora, un'occasione per potenziare il rapporto tra l'assistito e il territorio e per garantire un approccio terapeutico omogeneo a livello nazionale".

TAG: MEDICI, PAZIENTI

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