Antibiotici
18 Novembre 2025Aifa, in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici, richiama la necessità di un approccio One Health

L’Italia, nonostante flebili segnali di miglioramento su alcuni obiettivi specifici, rimane tra le realtà più critiche in Europa per l’antibiotico resistenza (Amr) con un consumo di antibiotici superiore alla media (22,3 DDD/1000 abitanti vs media europea di 20,3) uso eccessivo di antibiotici ad ampio spettro, consumo ospedaliero di antibiotici “Reserve” più alto, incidenze elevate di infezioni da batteri resistenti, e distanza dagli obiettivi 2030, sia sul consumo complessivo sia sulla quota di antibiotici “Access” (al 51,3% contro un target del 65%). Questo è il quadro delineato dall’Aifa in occasione della Giornata europea per l'uso consapevole degli antibiotici 2025.
Consumo di antibiotici, dati europei: in Italia sopra la media
Nel 2024 il consumo di antibiotici nell’Unione europea ha raggiunto una media di 20,3 dosi giornaliere per mille abitanti. L’Italia si colloca stabilmente sopra questa media, con 22,3 dosi giornaliere per mille abitanti considerando ambito ospedaliero, territoriale e acquisti privati. Pur segnando un lieve miglioramento rispetto al 2023 – quando il divario con la media europea era del 16% – il nostro Paese mantiene comunque un consumo superiore del 10%.
Un elemento critico è l’ampio ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che in Italia risultano prescritti più frequentemente rispetto alle molecole a spettro ristretto. Il rapporto tra queste due categorie rimane tra i più alti in Europa (9,3 contro una media europea di 4,6), senza progressi significativi nel corso del 2024. L’uso eccessivo di molecole ad ampio spettro è un indicatore chiave perché contribuisce in maniera rilevante allo sviluppo di resistenze.
Anche negli ospedali italiani i consumi superano la media europea: 1,91 dosi giornaliere per mille abitanti contro 1,67. Particolare attenzione è riservata al ricorso agli antibiotici del gruppo “Reserve”, da utilizzare solo per infezioni causate da germi multiresistenti. In Italia rappresentano il 6% dei consumi ospedalieri, un valore superiore alla media UE (5,4%), pur mostrando una lieve riduzione negli ultimi tre anni.
L’Italia rispetto agli obiettivi per il 2030
Con 22,3 DDD/1000 abitanti nel 2024, il consumo di antibiotici in Italia è ancora molto distante dall’obiettivo fissato per il 2030, pari a 17,8 dosi, ma anche dal target 65% di incidenza di consumi degli antibiotici del gruppo “Access”, cioè di prima scelta per trattare le infezioni comuni, grazie al loro spettro d'azione ristretto e al buon profilo di sicurezza. In Italia è appena il 51,3%, nonostante il lieve miglioramento degli ultimi anni (+2,4% rispetto al 2019), mentre la media europea è del 60,3% e diversi Paesi, come Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Olanda e Svezia, hanno già centrato l’obiettivo.
Peggiora significativamente l'incidenza totale delle infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi pari a 9,29 infezioni del sangue per 100 mila abitanti (+10,2% rispetto al 2019). Il target 2030 è di 8,01 infezioni per 100 mila abitanti.
L’Italia ha raggiunto invece in anticipo il target 2030 di riduzione dell’incidenza totale delle batteriemie da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).
È migliorata l'incidenza totale delle batteriemie da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione (- 3,4% rispetto al 2019), pari a 22,19 infezioni per 100 mila abitanti, ma non è ancora stato raggiunto l’obiettivo 2030, 20,20 infezioni per 100 mila abitanti.
I dati OsMed sul consumo in Italia
Nel 2024 il consumo di antibiotici a carico del Servizio Sanitario Nazionale è stato pari a 16,9 dosi giornaliere ogni mille abitanti, con un calo dell’1,3% rispetto al 2023. Quasi quattro italiani su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione nell’anno, con un uso più frequente nei bambini sotto i 4 anni, negli over 85 e nelle donne (40,3% contro 33,3% negli uomini), soprattutto tra i 35 e i 54 anni.
Le penicilline in associazione, in larga parte amoxicillina/acido clavulanico, restano gli antibiotici più prescritti (6,5 dosi giornaliere ogni mille abitanti), seguiti da macrolidi-lincosamidi (3,5 dosi) e cefalosporine di terza generazione (2,2 dosi). L’amoxicillina/acido clavulanico è la molecola più utilizzata, seguita da claritromicina e azitromicina. Prosegue la riduzione dei fluorochinoloni, mentre per cefalosporine di terza generazione e penicilline in associazione, dopo la risalita del 2022-2023, il 2024 mostra una lieve flessione, tornando su valori pre-pandemici.
A livello territoriale, la prevalenza d’uso è più alta nel Sud e Isole (43,6%), rispetto al Centro (40,1%) e al Nord (30,6%), con una maggiore propensione meridionale verso antibiotici più costosi. Anche il consumo segue lo stesso gradiente geografico: 19,2 dosi giornaliere ogni mille abitanti al Sud, 18,4 al Centro e 14,6 al Nord. Rispetto al 2023, solo il Sud registra una riduzione significativa (-5,1%), mentre nelle altre aree si osserva un leggero aumento.
Antibiotici Reserve rimborsati con il Fondo per i farmaci innovativi
Nel 2025 gli antibiotici “Reserve”, destinati al trattamento delle infezioni da germi multiresistenti, sono stati inseriti da AIFA nel Fondo per i farmaci innovativi, che dispone di 100 milioni di euro dedicati a rafforzare la risposta nazionale all’antibiotico-resistenza. Si tratta di molecole da utilizzare con estrema cautela, la cui appropriatezza dipende strettamente da diagnosi microbiologiche accurate. Attraverso registri di monitoraggio, AIFA controlla infatti che il loro impiego avvenga soprattutto sulla base di diagnosi specifiche e non in modo empirico.
A luglio il CdA dell’Agenzia ha autorizzato il primo nuovo antibiotico finanziato tramite il Fondo, l’associazione cefepime/enmetazobactam, indicata per infezioni complicate delle vie urinarie e polmoniti nosocomiali. L’elenco degli antimicrobici “Reserve” attualmente ammessi al Fondo comprende nove molecole o associazioni, aggiornate periodicamente sul portale AIFA.
L’impegno di AIFA per promuovere studi indipendenti sugli antibiotici
AIFA colloca la ricerca indipendente sugli antibiotici al centro delle strategie per contrastare l’antimicrobico-resistenza, in linea con l’approccio One Health previsto dal PNCAR 2022-2025. La corretta gestione delle molecole disponibili e di quelle di nuova introduzione è ritenuta essenziale per prevenire e contenere le infezioni farmaco-resistenti, e per questo l’Agenzia ha dedicato al tema il secondo Bando 2025, finanziato con 20 milioni di euro, che punta a sviluppare nuove combinazioni terapeutiche, strategie innovative per migliorarne l’efficacia, marcatori predittivi di risposta e strumenti diagnostici rapidi, con ricadute positive per pazienti e Servizio sanitario.
Il direttore generale di Aifa, Robert Nisticò ribadisce che il cammino in Europa è “in salita più o meno per tutti i Paesi con l’Italia che, nonostante flebili segnali di miglioramento su alcuni obiettivi specifici, rimane tra le realtà più critiche. I dati europei e nazionali – afferma – sono una ulteriore conferma di quanto sia fondamentale impegnarci tutti per salvaguardare questo prezioso strumento di salute che sono gli antibiotici. È necessario – sottolinea - adottare un approccio globale One-Health, agendo nella direzione comune di un uso appropriato di questi farmaci in ambito umano, veterinario e zootecnico, e incentivare la ricerca, soprattutto quella indipendente. Una priorità per AIFA. L’Agenzia è impegnata a promuovere e sostenere l’innovazione e a sensibilizzare gli addetti ai lavori e la popolazione attraverso strumenti digitali, come l’app AIFA Firstline, e campagne di comunicazione come quella che prossimamente lanceremo insieme al Ministero della Salute, oltre che con una sempre più proficua collaborazione con i clinici, le Regioni e il territorio”.
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