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26 Settembre 2025

Diabete, prevenzione, innovazione e gioco di squadra per un modello di sanità sostenibile

Prevenzione, diagnosi precoce, gestione clinica multidisciplinare e rafforzamento dell’autonomia della persona con diabete. Presentato a Roma il documento promosso dall’European diabetes Forum Italia (Eudf) per lanciare proposte e azioni per migliorare la qualità delle cure


diabete

Prevenzione, diagnosi precoce, gestione clinica multidisciplinare e rafforzamento dell’autonomia della persona con diabete. Sono questi gli obiettivi posti dalle linee di indirizzo, raccolte in un Documento, presentato a Roma presso il centro Esperienza Europa “David Sassoli” e promosso da European diabetes Forum Italia (Eudf). L’evento è stato un confronto tra rappresentanti di istituzioni europee e nazionali, autorità regionali, comunità scientifica, organizzazioni civiche e stakeholder del sistema salute per contribuire alla definizione e al consolidamento di un modello di governance innovativo, integrato e sostenibile. 

Un Documento di indirizzo

Le linee di indirizzo mirano a tradurre le proposte in azioni concrete, rafforzando la prevenzione, l’innovazione terapeutica e la qualità della vita. I tavoli hanno riguardato temi specifici: “Obesity & Lifestyle Strategies”, “Data & Register”, “Self-care, Technology, Digitalization”, “Disease Modifying Therapies (DMTs)”, “Type 1 Diabetes”, “Diabetes & Ageing”, “Integrated Care”. “Il lavoro presentato oggi – dichiara Angelo Avogaro, coordinatore della Eudf Italia – rappresenta un passo importante per la comunità scientifica, le istituzioni e le persone con diabete. Eudf Italia ha voluto promuovere, attraverso tavoli tematici dedicati, un approccio integrato e multidimensionale, capace di affrontare le sfide del presente e di tracciare linee di azione concrete per il futuro. Questo Documento – sottolinea – testimonia l’impegno condiviso di esperti, associazioni, società scientifiche e istituzioni verso un modello di sanità più equo, sostenibile e vicino ai bisogni delle persone. Il nostro auspicio è che tali proposte possano tradursi in azioni concrete, rafforzando la prevenzione, l’innovazione terapeutica e la qualità della vita”. Avogaro evidenzia la natura varia del Forum composta da molti player. “In Italia – aggiunge – siamo all’avanguardia perché siamo il primo Paese ad aver introdotto lo screening per il diabete di tipo 1 ed abbiamo anche una proposta di legge per l’obesità che è vicina all’approvazione”. 

Un premio intitolato al professor Consoli

In apertura dell’evento, il Forum ha assegnato i riconoscimenti intitolati alla memoria del professor Agostino Consoli, iniziatore e primo coordinatore dello stesso Eudf Italia. I premiati della prima edizione sono la professoressa Gloria Formoso, sua allieva, come segno di profonda dedizione alle persone con diabete e di continuità ideale e scientifica della Scuola di Chieti, il professor Gian Paolo Fadini, per l’impegno nella digital health e per aver contribuito, con la propria eccellenza scientifica, a delineare il quadro attuale del diabete in Italia e delle sue complicanze, e il progetto Jacardi, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, per il ruolo nello studio dei determinanti sociali della salute, nella valorizzazione della diversità culturale ed etnica e nella promozione dell’equità, anche dal punto di vista di genere. 

Il diabetologo che prende in carico il paziente

“Oggi il diabetologo – spiega Federico Serra, executive director e general manager di Eudf Italia – non è solo un bravo clinico, ma è anche colui che sa aiutare le istituzioni a scrivere le leggi perché ciò rende più fattivo quello che facciamo. Nella nostra prospettiva come Eudf c’è l’intento a formare le generazioni future a curare e prendersi cura dei pazienti con buone leggi”.

Aumento della pandemia silente

Sono oltre 686mila le persone che muoiono ogni anno nell’unione a causa del diabete o di patologie correlate, una ogni 46 secondi. Ad oggi sono 31,6 milioni le persone nell'Ue affette da diabete, l’equivalente della somma delle popolazioni di Paesi Bassi, Portogallo e Croazia. Con l’aumento di questa pandemia silente, si prevede che il numero di persone con diabete aumenterà fino a 33,2 milioni entro il 2030. Nell’area europea sono 295mila, un numero in crescita, le persone giovani con diabete di tipo 2 e adolescenti con diabete di tipo 1, e ammonta a 104 miliardi di euro (dato del 2021) il costo complessivo correlato al diabete a carico dei sistemi sanitari. "Oggi quasi 32 milioni di europei convivono con il diabete e si prevede che entro il 2050 saranno 55 milioni”, afferma Ignazio Marino, membro della Commissione per la sanità pubblica del Parlamento europeo. “Molte morti e sofferenze potrebbero essere evitate”, aggiunge sottolineando che solo in Europa si spendono 240 miliardi di euro per la spesa sanitaria e i costi indiretti, come il pensionamento anticipato. “Il 75% dei costi sanitari – afferma Marino – sono legati al diabete è dovuto a malattie prevenibili. Tutte queste sono condizioni che incidono in modo significativo sulla qualità della vita. Solo insieme possiamo immaginare soluzioni e renderle disponibili”.

Ripensare la gestione della malattia

L’impatto che esercita la malattia sulla qualità di vita e sull’impegno economico richiede che tutti gli attori e i componenti del sistema sanitario e sociale si sforzino per ripensare una gestione della malattia rinnovata, più efficace e più razionale. L’Italia è oggi all’avanguardia per quanto riguarda la diagnosi precoce grazie alla legge n. 130 del 2023 che ha introdotto lo screening neonatale per il diabete di tipo 1, ma è ancora necessario fare uno sforzo per integrare l’assistenza sul territorio. 

“Manca – osserva Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) e Federazione società diabetologiche italiane (Fesdi) – la messa in atto dell’integrazione con il criterio di inclusività. Il team diabetologico opera attraverso il diabetologo, lo psicologo, l'infermiere dedicato e sempre di più con i colleghi specialisti cardiologi, nefrologi e ovviamente con i medici di medicina generale. Manca l'integrazione a 360° nonostante sia prevista nel DM77”. Indispensabile è dunque un riferimento diabetologico a livello territoriale, sia in presenza sia tramite gli strumenti della telemedicina, anche per Riccardo Candido, presidente dell’Associazione medici diabetologi (Amd) con i diversi specialisti: “considerando che – rileva – il 30% delle persone con diabete non ha solo questa cronicità, ma associa altre malattie, come le cardiovascolari o le pneumologiche”. 

Fondamentale gioco di squadra

Chi evidenzia la necessità di una collaborazione sinergica tra il gruppo interparlamentare sul diabete, i medici e gli amministratori locali, in particolare i sindaci, per affrontare il tema delle malattie non trasmissibili, come il diabete e l'obesità è Roberto Pella, membro del Comitato delle Regioni dell’Unione europea, che sottolinea l'importanza di elaborare proposte concrete e di adottare una visione che si estenda oltre l'attuale bilancio nazionale, riconoscendo che la prevenzione rappresenta l'unica strategia a lungo termine per l'abbattimento dei costi sanitari e per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. “Credo molto nel gioco di squadra – dice –, per questo sono a vostra disposizione e ringrazio per il vostro impegno e per il contributo che ci farete avere nelle prossime settimane per cercare di dare attuazione alle vostre proposte”.

Leadership in Europa

L'Italia può rafforzare la sua leadership europea nella ricerca diabetologica e nelle politiche sanitarie agendo su più fronti: valorizzando la propria eccellenza di ricerca, rimodulando le strategie sanitarie per affrontare la complessità del diabete, promuovendo l'innovazione digitale e l'inclusione, e intensificando il ruolo di coordinamento a livello comunitario. “Lo European diabetes forum, fondato dall’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) – dichiara Stefano Del Prato, presidente dell’Eudf – riunisce più parti interessate provenienti da tutto il panorama del diabete in Europa per formulare soluzioni possibili per far fronte a questa pandemia. Eudf Italia, muovendo da questa esperienza, si configura, quindi, come think tank nazionale di ispirazione internazionale nel quadro di un vasto coordinamento europeo. L’impegno è di restituire la piena capacità di tutte le persone con diabete di vivere una vita piena e contribuire fattivamente alla crescita sociale”.

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