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21 Gennaio 2025

Usa via dall’Oms, Trump firma ordine esecutivo. Le ragioni della decisione

Trump ha firmato l'ordine esecutivo. "Ci auguriamo che gli Stati Uniti ci ripensino e non vediamo l'ora di impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere la partnership tra Usa e Oms”. È l'auspicio espresso dall'agenzia Onu per la salute


donald trump eletto agenzia fotogramma fgr

La cerimonia dell’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump si conclude con la firma da parte del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America di una centinaio di decreti, tra questi anche l'ordine esecutivo per uscire dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Ci sono i costi eccessivi e "sproporzionati" tra le ragioni addotte dall'amministrazione Trump per il ritiro del Paese. Per far sì che ciò accada davvero, bisogna ottenere l'approvazione del Congresso ed è necessario che gli Usa rispettino i propri obblighi finanziari nei confronti dell'Oms per l'attuale anno fiscale. Il portavoce dell'Oms, Tarik Jasarevic ha espresso fin da subito “rammarico” per la decisione di Trump, “ci auguriamo – ha dichiarato - che gli Stati Uniti riconsiderino" la loro posizione.

Le ragioni di Trump 

Gli Usa sono entrati a far parte dell'Oms nel 1948 tramite una risoluzione congiunta approvata da entrambe le camere del Congresso, decisione che è stata successivamente sostenuta da tutte le amministrazioni. La risoluzione obbliga gli Usa a fornire un preavviso di un anno qualora decidessero di lasciare l'Oms. L'uscita degli Stati Uniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, significherebbe per l'Oms perdere l'attuale primo finanziatore. Gli Usa partecipano infatti con quasi 1 miliardo di dollari di contributi per il biennio 2024-2025 su un budget totale di 6,5 miliardi, a cui si aggiungono circa 2 miliardi di risorse legate a interventi di emergenza o specifiche finalità. Il finanziamento dell'Oms avviene attraverso due canali principali: i contributi fissi (assessed), versati dagli Stati membri e fissati sulla base di parametri come il Pil e la popolazione, e i contributi volontari versati, oltre che dagli Stati membri, anche da soggetti privati (la Bill and Melinda Gates Foundation è la prima tra questi, con 646 milioni nel biennio 24-25). Secondo la piattaforma pubblica dell'Oms sui propri finanziamenti, gli Stati Uniti, nell'ultimo biennio hanno destinato all'agenzia 260 milioni di contributi fissi e 698 milioni di contributi volontari. Queste risorse hanno finanziato per il 23,35% programmi per "l'accesso a servizi sanitari essenziali", per il 23,05 la risposta a emergenze sanitarie "acute", per il 18,43% il programma per l'eradicazione della poliomielite nel mondo, il 7,62% all'identificazione di minacce alla salute attraverso strumenti di sorveglianza, il 5,43% per i programmi di preparazione alle emergenze. Quanto alle aree geografiche in cui sono state impiegate le risorse, circa la metà è stata divisa tra l'Africa e quella che l'Oms classifica come regione Orientale del Mediterraneo, che si estende dalla Tunisia al Pakistan e in cui si situano alcune delle principali emergenze sanitarie globali: Sudan, Somalia, Siria, Palestina, Afganistan. Se si concretizzasse l'uscita di scena degli Stati Uniti, due soggetti privati - la Bill and Melinda Gates Foundation e la GAVI Alliance (già nota come Global Alliance for Vaccines and Immunisation) - diventerebbero i principali finanziatori dell'Oms.

La posizione dell'Oms

Ci auguriamo che gli Stati Uniti ci ripensino e non vediamo l'ora di impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere la partnership tra Usa e Organizzazione mondiale della sanità, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo". È l'auspicio espresso dall'agenzia Onu per la salute. Questa organizzazione, ricorda l'Oms, "svolge un ruolo cruciale nella protezione della salute e della sicurezza delle persone" a livello globale, "compresi gli americani, affrontando le cause profonde delle malattie, costruendo sistemi sanitari più solidi e rilevando, prevenendo e rispondendo alle emergenze sanitarie, compresi i focolai di malattie, spesso in luoghi pericolosi dove altri non possono andare". "Gli Stati Uniti – ricorda l’Oms - sono stati un membro fondatore dell'Oms nel 1948 e da allora hanno partecipato alla definizione e al governo del lavoro dell'agenzia, insieme ad altri 193 Stati membri, anche attraverso la loro partecipazione attiva all'Assemblea mondiale della sanità e al Consiglio esecutivo. Per oltre 7 decenni - si ripercorre nella nota - l'Oms e gli Usa hanno salvato innumerevoli vite e protetto gli americani e tutte le persone dalle minacce per la salute. Insieme, abbiamo posto fine al vaiolo e insieme abbiamo portato la poliomielite sull'orlo dell'eradicazione. Le istituzioni americane hanno contribuito e tratto beneficio dall'appartenenza all'Oms". Con la partecipazione degli Stati Uniti e di altri Stati membri, aggiunge infine l'agenzia, "l'Oms ha implementato negli ultimi 7 anni la più grande serie di riforme della sua storia, per trasformare la nostra responsabilità, efficacia in termini di costi e impatto nei Paesi. Questo lavoro continua", ha assicurato l'organizzazione ribadendo di sperare in un ripensamento degli Usa.

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