intelligenza artificiale
19 Marzo 2025L'Intelligenza Artificiale è sempre più presente nella sanità, ma i pazienti italiani la conoscono ancora poco. È quanto emerge dall’indagine di MioDottore, condotta su un campione di 1.000 persone in collaborazione con Datanalysis
L'Intelligenza Artificiale è sempre più presente nella sanità, ma i pazienti italiani la conoscono ancora poco. È quanto emerge dall’indagine di MioDottore, condotta su un campione di 1.000 persone in collaborazione con Datanalysis.
L’uso degli strumenti digitali per la gestione della salute è ormai diffuso: il 79% degli intervistati utilizza app per prenotare visite, servizi di teleconsulto o dispositivi di monitoraggio. Anche l’IA sta entrando nella quotidianità sanitaria: il 67% ha già interagito con assistenti virtuali, chatbot medici o applicazioni per il monitoraggio della salute. Tuttavia, persistono differenze territoriali: nel Nord Ovest l’adozione di queste tecnologie raggiunge il 70%, mentre scende al 61% nel Sud e nelle Isole.
Nonostante l’ampia diffusione di strumenti digitali, la conoscenza dell’IA applicata alla sanità è ancora limitata. Solo il 5% dei pazienti si considera molto informato, mentre il 61% dichiara di avere una conoscenza superficiale. Un paziente su tre non ne sa nulla, con una maggiore incidenza nelle regioni del Sud. Tuttavia, non si riscontra diffidenza: il 76% ha un atteggiamento neutrale e il 13% si sente già a proprio agio con l’idea che il medico utilizzi strumenti basati sull’Intelligenza Artificiale. Solo l’11% mostra resistenze.
L’esperienza con l’IA in ambito sanitario è perlopiù positiva. Il 25% degli intervistati la valuta molto positivamente, il 33% la considera buona e il 21% apprezzabile. Solo il 7% ha avuto un’esperienza negativa. I pazienti guardano con interesse al potenziale dell’IA: il 21% ritiene che migliorerà la precisione diagnostica, il 33% prevede un impatto positivo generale, mentre il 26% non ha ancora una posizione chiara. Le aspettative principali riguardano la semplificazione delle prenotazioni (22%), la maggiore precisione nelle diagnosi (21%) e la personalizzazione delle cure (20%).
Nonostante il favore per le innovazioni digitali, permangono dubbi legati all’affidabilità, alla privacy e al rischio di riduzione del contatto umano. Per rendere l’IA un valore aggiunto nella sanità sarà fondamentale investire in informazione, formazione e strumenti accessibili, trovando un equilibrio tra tecnologia e relazione medico-paziente.
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