Epatite C
23 Ottobre 2024Il programma di screening per l’HCV ad oggi ha raggiunto finora solo l’11% della popolazione tra i 35 e i 55 anni
Prorogare fino al 2025 l'attuale programma di screening gratuito per l'epatite C ed estenderlo alle fasce di età più a rischio. È quanto chiesto dagli esperti riuniti a Roma per l’evento “Epatite C: Obiettivo eliminazione, il momento è adesso. Strategie e modelli organizzativi per riscrivere la storia delle epatiti virali”. Per mettere in pratica queste richieste non sono necessari fondi aggiuntivi rispetto ai 71,5 milioni di euro già stanziati attraverso il Decreto Milleproroghe, per la maggior parte ancora non utilizzati, anche a causa della bassa adesione. Emerge, infatti, come la copertura dello screening abbia raggiunto solo l’11% della popolazione generale tra i 35 e i 55 anni. "Lo screening ha permesso di identificare ad oggi oltre 10.000 persone che non sapevano di avere l'infezione da Hcv e che in molti casi abbiamo potuto avviare al trattamento. Risultati che danno un importante segnale sulle potenzialità dello screening”, sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali).
Nel corso dell’evento sono stati presentati i dati del report 'Eliminazione dell'epatite C in Italia - Stato dell'arte e possibili nuove strategie regionali', realizzato da Isheo per Gilead Sciences. Secondo il report, al 31 dicembre 2023 erano state testate oltre 1 milione di persone ed erano stati identificati oltre 10.000 casi di infezione da Hcv attiva. Un risultato senza dubbio importante, ma di certo non sufficiente, anche considerando che il termine del programma di screening è previsto per la fine di quest'anno. Il documento contiene un'analisi dell'implementazione del programma di screening a livello nazionale e regionale, le stime del budget utilizzato e di quello rimanente, della numerosità della coorte 1948-1968, dei costi dell'eventuale ampliamento dello screening a questa popolazione, e dei risparmi per il sistema sanitario. E ancora: soltanto l'11% della popolazione generale della coorte 1969-89 è stata sottoposta a screening e la stima del budget rimanente rispetto al fondo stanziato è stata calcolata pari a 61.644.920 euro; il numero di pazienti eleggibili allo screening con l'estensione alla popolazione 1948-68 è risultato pari a 31.539.490, e la copertura economica necessaria è stata stimata in 58.380.040 euro: una spesa quindi sostenibile, perché inferiore alla rimanenza dei fondi già stanziati. "Per quanto riguarda lo screening nazionale finalizzato al raggiungimento degli obiettivi Oms, è necessario fornire alle Regioni una certezza di stabilità sul lungo periodo, almeno fino al 2030, rendendo lo screening strutturale e non sperimentale come è attualmente, apportando tutte le modifiche normative del caso, concertate con Regioni, società scientifiche e associazioni pazienti - commenta Ivan Gardini, presidente EpaC Ets - E' assolutamente auspicabile una strategia sanitaria globale sulla prevenzione delle infezioni trasmissibili, ma che possa trovare concrete possibilità di attuazione attraverso una solida base normativa ed economica, almeno per l'epatite C".
"Da oltre 20 anni Gilead Sciences è in prima linea nella lotta alle epatiti virali - conclude Frederico da Silva, VP e General Manager di Gilead Sciences Italia - con lo sviluppo di soluzioni che hanno migliorato radicalmente la vita dei pazienti e rivoluzionato la storia delle epatiti, in particolare dell'epatite C. Abbiamo dato un contributo significativo e vogliamo continuare a farlo, al fianco delle istituzioni nazionali, locali e di tutti i partner del sistema salute, andando oltre le terapie. Riteniamo fondamentale promuovere lo screening per far emergere le infezioni sommerse, affinché a tutti i pazienti siano garantite le stesse possibilità di cura e possa essere raggiunto l'obiettivo Oms di eliminazione dell'epatite C entro il 2030". “La Regione Lombardia è partita nel 2022 con un progetto pilota per lo screening di popolazione generale, si è proceduto a lavorare con lo screening finanziato dai fondi ministeriali ad oggi siamo riusciti a testare il 10% della popolazione avente diritto, con un 20% di adesione allo screening, identificando un 1 per 1000 di infezioni attive. Tutti i soggetti che non sapevano di avere l'infezione che sono stati efficacemente agganciati ai centri per le terapie”, ha dichiarato Roberta D'Ambrosio - Specialista in Gastroenterologia; Epatologa presso la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano.
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