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18 Gennaio 2024I dati da cui è partito il dibattito nel corso del convegno online “Trapianti: la donazione è un bene da preservare. L’esperienza dell’Emilia-Romagna" organizzato da NOMOS Centro Studi Parlamentari, con il contributo non condizionante di Takeda Italia
Ogni anno, in media, solo il 50% dei pazienti in lista di attesa per un trapianto viene sottoposto ad intervento e di questi un paziente su tre sviluppa un'infezione da Citomegalovirus (CMV). Il virus può manifestarsi, generalmente, nei primi 3 mesi dopo il trapianto. L’incidenza del virus varia in base al tipo di organo trapiantato. Sono questi i dati da cui è partito il dibattito nel corso del convegno online “Trapianti: la donazione è un bene da preservare. L’esperienza dell’Emilia-Romagna" organizzato da NOMOS Centro Studi Parlamentari, con il contributo non condizionante di Takeda Italia. L’Emilia-Romagna rappresenta un esempio virtuoso riguardo donazioni e trapianti. Il 2022 per l’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule è stato l’anno con i migliori risultati numerici di sempre, nella storia delle donazioni e dei trapianti dell’Emilia‐Romagna. È stato registrato un forte incremento di segnalazioni di potenziali donatori, che sono passate da 278 a 306.
“I dati del 2023 confermano come la rete dei trapianti in Italia sia molto solida, con una continua crescita di donazioni e trapianti”, ha dichiarato Massimo Cardillo, Direttore Generale del Centro Nazionale Trapianti (CNT) dell'ISS. Ha parlato del problema delle liste d’attesa evidenziando come “sono 8000 i pazienti che attendono un organo”. Ha chiesto un cambio di mentalità, suggerendo “una necessaria azione di comunicazione per far sapere è possibile fare la scelta della donazione in vita e soprattutto fugare dubbi e falsi miti alla base delle tante opposizioni alle donazioni”. Luciano Potena, Direttore S.S.D. Insufficienza cardiaca e Trapianti dell'IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant’Orsola ha posto l’accento sul tema della prevenzione: “Per prevenire l’infezione da Citomegalovirus si può agire facendo una profilassi con un farmaco antivirale che viene somministrato a scopo preventivo”. Ha, inoltre, sottolineato l’importanza dei trattamenti farmacologici che agiscono direttamente sull’infezione evidenziando come “l’infezione sia una delle problematiche principali da gestire data l’assunzione del paziente di una terapia immunosoppressiva e la fragilità complessiva estrema con la quale il paziente arriva al trapianto”.
L’intervento della Senatrice Elena Murelli, membro Intergruppo Parlamentare per la Donazione e il Trapianto di organi, tessuti e cellule, ha portato all’attenzione le attività dell’Intergruppo durante il primo anno dalla costituzione, raccontando come: “Durante quest’anno sono stati auditi i professionisti, le aziende e le associazioni di pazienti che si occupano di trapianti. Durante l’esame della Legge di Bilancio è stato presentato un ordine del giorno per rafforzare la campagna di informazione sulla donazione.” Ha concluso il suo intervento citando, come monito, i dati sulle infezioni post-trapianto: “Il 27% dei trapiantati viene colpito da infezioni e bisogna cercare di fare in modo che il trapianto non sia un atto vano”. Andrea Degiorgi, Rare Business Unit Head Takeda Italia ha concluso i lavori evidenziando come “La donazione è una ricchezza da salvaguardare anche attraverso il miglioramento dell’assistenza post-trapianto per i pazienti e chi se ne prende cura, la gestione accurata dei rischi come il citomegalovirus, la promozione della ricerca e dell’innovazione, la condivisione di dati ed esperienze. In Takeda crediamo che oggi l’azienda debba farsi promotrice di nuovi modelli attraverso una costante collaborazione tra pubblico e privato, individuando tutte le azioni che possono assicurare il miglior esito del trapianto, affinchè la vita di ogni singolo paziente sia tutelata e non sia vanificato l’investimento realizzato dal Servizio Sanitario”.
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