mieloma multiplo
24 Settembre 2025L’intervista a Silvia Mangiacavalli su aggiornamenti dello studio MajestTEC-5, risultati del RedirecTT-1 e sulle prospettive legate agli anticorpi trispecifici, a margine del Meeting dell’International Myeloma Society
"Gli anticorpi bispecifici e trispecifici aprono scenari impensabili fino a ieri per la terapia del mieloma multiplo". A parlare, ai microfoni di Sanità33, è Silvia Mangiacavalli, Dirigente Medico della Struttura Complessa di Ematologia dell’IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, intervenuta al 22° Meeting Annuale della International Myeloma Society (IMS), che si è tenuto Toronto. Al centro del dibattito, gli aggiornamenti dello studio MajestTEC-5, i risultati del RedirecTT-1 e le prospettive legate agli anticorpi trispecifici.
"Lo studio MajestTEC-5 – spiega Mangiacavalli – ha valutato l’associazione dell’anticorpo bispecifico teclistamab con daratumumab nei pazienti candidabili a trapianto. I primi dati disponibili mostrano un overall response rate del 100% già dopo i sei cicli di induzione. Ma ciò che colpisce ancora di più è la rapidità e la profondità della risposta: la totalità dei pazienti ha raggiunto la negatività della malattia minima residua già dopo i primi tre cicli, confermata e ulteriormente approfondita al termine dell’induzione". Il tutto, con un profilo di tollerabilità incoraggiante: "Non abbiamo osservato casi gravi di CRS di grado 3 o 4, né episodi di ICANS. Le tossicità infettive si sono attestate intorno al 30%, quindi in un range accettabile. Questi dati – sottolinea – rappresentano una proof of concept importante: integrare precocemente un bispecifico anti-BCMA potrebbe migliorare ulteriormente i già ottimi risultati ottenuti nello studio PERSEUS". La discussione si è poi spostata su una delle popolazioni più difficili da trattare: i pazienti con mieloma multiplo extranodale o extramidollare, tradizionalmente caratterizzati da prognosi sfavorevoli. "In questo contesto – commenta Mangiacavalli – lo studio RedirecTT-1 rappresenta un unicum. Per la prima volta una casistica così ampia di pazienti con malattia extramidollare è stata trattata con la combinazione di due anticorpi bispecifici a target diversi, teclistamab (anti-BCMA) e talquetamab (anti-GPRC5D). I risultati sono incoraggianti: un tasso di risposta globale del 78%, con oltre il 50% dei pazienti che ha raggiunto una risposta completa".
La ricerca, però, non si ferma qui. "La prossima frontiera – conclude la Dottoressa – saranno gli anticorpi trispecifici. In particolare, molecole come il JNJ-5322, sviluppato da Johnson & Johnson, che agiscono contemporaneamente su BCMA e GPRC5D e allo stesso tempo attivano in maniera efficace i linfociti T. L’idea è di colpire in maniera ancora più mirata e profonda le cellule mielomatose, anche nei pazienti pesantemente pretrattati e refrattari a più classi di farmaci". Secondo Mangiacavalli, questi anticorpi potrebbero colmare parte delle aree di bisogno clinico ancora insoddisfatte: "Gestire pazienti triple class o addirittura penta-drug refractory sarà una delle grandi sfide del futuro. Disporre di molecole così innovative potrebbe davvero cambiare le prospettive terapeutiche".
Anna Capasso
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