Governo e Parlamento
18 Aprile 2023 Il governo Meloni procede nel suo intento di ridurre le cause per colpa medica e il ricorso alla medicina difensiva che discende dal timore di non rispettare alla lettera le linee guida. In questi giorni si è insediato al Ministero della Giustizia un organo a suo modo atipico formato da 10 tra giuristi e specialisti medici, oltre che da funzionari ministeriali
Il governo Meloni procede nel suo intento di ridurre le cause per colpa medica e il ricorso alla medicina difensiva che discende dal timore di non rispettare alla lettera le linee guida. In questi giorni si è insediato al Ministero della Giustizia un organo a suo modo atipico formato da 10 tra giuristi e specialisti medici, oltre che da funzionari ministeriali. Si chiama Commissione sulla Colpa Professionale Medica. Guidata da Adelchi d’Ippolito, magistrato già alla guida della Direzione dell’Antiterrorismo in Veneto e in passato consulente al Ministero della Salute, entro un anno sarà chiamata a produrre una proposta di modifica della legge Gelli-Bianco (24/2017) che riduca il numero di cause pendenti per errori medici. Si parla principalmente di cause penali che nel 98% di casi si concludono con l’assoluzione del medico, ma aprono possibilità a procedimenti che sembrano non finire mai, a spese legali ingenti, a successive richieste di risarcimenti in sede civile, a contraccolpi sulla reputazione del medico e sulla sua serenità. E invece, come ha detto D’Ippolito all’insediamento della commissione, «il medico non deve temere ogni volta di finire sotto inchiesta senza un fondato motivo. Più è sereno più la collettività è garantita. Al contrario, un medico preoccupato che ordina un gran numero di esami finisce per incidere sulle casse dello Stato prescrivendo prestazioni inutili, invasive, costose, e sottrae a chi ne ha davvero bisogno la possibilità di ottenere quegli stessi esami in tempi rapidi». Della commissione fanno parte oltre a D’Ippolito i giuristi Enrico Elio Del Prato (civilista, la Sapienza Roma), Vittorio Fineschi (medico legale, la Sapienza, Roma), Antonio Fiorella, (penalista, la Sapienza Roma), Attilio Zimatore, (Luiss Roma), Matteo Caputo (penalista Cattolica Milano) ed i medici Giulio Maira (neurochirurgo Humanitas Milano), Francesco Musumeci (cardiochirurgo San Camillo-Forlanini Roma), Antonella Polimeni (odontoiatra e rettrice la Sapienza, Roma), Giovanni Scambia (ginecologo Gemelli Roma). Partecipano ai lavori i vertici del Gabinetto del ministero della Giustizia, dell'Ufficio legislativo e del Dipartimento per gli affari di giustizia.
La particolarità della commissione è che nasce per incidere su una legge relativa al mondo sanità, anzi, alla colpa del medico, ma si trova al ministero della Giustizia, “strategico” per tutte le riforme del diritto penale e civile. Il motivo della novità lo ha spiegato il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo al Forum permanente dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere associate a Federsanità, organismo composto da oltre 100 direttori generali e coordinato da Fabrizio d'Alba con il compito di promuovere progetti volti ad avvicinare le cure alla persona. Per Schillaci, che lo aveva anticipato due settimane fa, è indispensabile arginare la medicina difensiva, problema "all'origine di tante prescrizioni e ricoveri inappropriati che impatta notevolmente sui costi del sistema sanitario, oltre a provocare un ulteriore allungamento delle liste d'attesa». Accanto all’opera della commissione sull’errore medico, ha anticipato Schillaci, sarà tra l’altro «necessario redigere linee guida con criteri chiari rispetto a quali esami prescrivere e quando», facendo opera di appropriatezza. Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio all’insediamento della commissione sulla colpa medica ha sottolineato come l’obiettivo dei lavori di revisione della normativa sia «tutelare insieme il paziente e il medico, riducendo le attuali criticità. Il malato è la prima vittima della medicina difensiva, diventata una zavorra per l'operatore sanitario, che ha il diritto di lavorare con tranquillità, e per il malato, che ha il diritto di non essere sottoposto ad esami inutili e costosi, solo perché il medico pensa così di difendersi da possibili aggressioni giudiziarie». Nordio ha però messo le mani avanti su una depenalizzazione dell’errore medico: in toto, non sarà possibile. Potrebbe però essere possibile chiamare a rispondere i cittadini in caso presentassero denunce infondate contro gli operatori sanitari. Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto da parte sua non esclude si possa ridurre ulteriormente l'area penale entro cui il sanitario è chiamato a rispondere.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
14/01/2025
Per affrontare con successo la transizione digitale, è indispensabile dotarsi di software gestionali in grado di supportare le nuove esigenze normative e operative. CGM XMEDICAL, soluzione avanzata...
14/01/2025
Una tecnologia made in Italy che promette diagnosi precoci, meno invasive e cure personalizzate per i pazienti oncologici
14/01/2025
Nuove indicazioni per il farmaco Veoza, usato per il trattamento dei sintomi più comuni della menopausa, tra cui le vampate di calore
14/01/2025
Il gruppo farmaceutico britannico Gsk acquisirà l'azienda biofarmaceutica di Boston IDRx per 1,15 miliardi di dollari. L’acquisizione della biotech americana rientra nella strategia di espansione...
©2025 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)