Testo unico farmaceutica
01 Ottobre 2025Presentato al ministero della Salute il Ddl delega: entro il 2026 la riforma organica del settore. Il sottosegratario Gemmato: “Sciogliere il groviglio normativo che penalizza cittadini e imprese”
Superare il labirinto normativo che per decenni ha frammentato la legislazione farmaceutica, rallentato l’accesso ai medicinali e complicato i processi autorizzativi. È questo l’obiettivo del Disegno di legge delega sul Testo unico della farmaceutica, illustrato oggi al Ministero della Salute dal ministro della Salute Orazio Schillaci, dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato e da Marco Mattei, capo di gabinetto del ministero. Un provvedimento che, nelle intenzioni del Governo, dovrà tradursi in una riforma strutturale da approvare entro il 31 dicembre 2026.
“Non si tratta di un intervento tecnico – ha chiarito Schillaci – ma di una volontà politica precisa: dotare l’Italia di una legislazione più semplice, chiara ed equa, al servizio esclusivo dei cittadini e del Servizio sanitario nazionale. Non accetteremo compromessi al ribasso né pressioni di parte: il confronto con gli stakeholder sarà ampio, ma trasparente e nel merito”. Il testo prevede la revisione dei tetti di spesa e del payback, la valorizzazione delle farmacie territoriali come presidio sanitario, la digitalizzazione dei processi di prescrizione e dispensazione, il rafforzamento dei sistemi informativi e una revisione dei meccanismi di spesa. Centrale anche l’impegno sulla continuità terapeutica, con misure come la possibilità di mantenere la ricetta aperta per 24 mesi nelle patologie croniche non trasmissibili.
Secondo il sottosegretario Gemmato, il nuovo quadro normativo dovrà sciogliere un groviglio di circa 700 norme e oltre 100 provvedimenti stratificati negli anni: “Una legislazione anacronistica, ancora legata a regi decreti degli anni Trenta, non poteva più rispondere alle sfide della farmaceutica moderna. Il nostro obiettivo è garantire equità territoriale nell’accesso ai farmaci, sostenibilità del sistema e maggiore attrattività per un’industria che in Italia produce 56 miliardi di euro e esporta per 54 miliardi, prima in Europa e quarta al mondo”. Il percorso di riforma – avviato l’8 maggio scorso con l’apertura ai primi contributi europei e culminato con l’approvazione del Ddl in Consiglio dei ministri il 18 settembre – sarà accompagnato da una commissione indipendente di esperti e monitorato passo dopo passo su una sezione dedicata del sito ministeriale, anche in inglese, per raccogliere contributi nazionali e internazionali. “Questa riforma guarda al futuro e ai bisogni reali delle persone – ha concluso Schillaci – per un Servizio sanitario nazionale più forte, vicino ai territori e capace di garantire davvero un accesso equo alle cure”.
Anna Capasso
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