Decreto Economia
06 Agosto 2025Approvato in via definitiva dalla Camera con 160 voti favorevoli, il provvedimento introduce correttivi su sanità, ricerca e industria, ma le imprese del comparto sanitario restano in allarme
Il decreto Economia è ufficialmente legge. Dopo il primo passaggio a Palazzo Madama, il provvedimento ha ottenuto oggi l’approvazione definitiva della Camera con 160 voti favorevoli, 99 contrari e 3 astenuti. Un provvedimento che tocca vari fronti strategici: payback sanitario, sostegno alle imprese industriali, fiscalità per il mercato dell’arte e incentivi al lavoro femminile. È proprio sul capitolo sanità che si concentrano le tensioni più forti.
Il governo ha deciso di intervenire, infatti, su uno dei punti più controversi del sistema sanitario: il payback per i dispositivi medici relativi agli anni 2015-2018. La nuova norma prevede che le aziende fornitrici possano sanare la propria posizione pagando solo il 25% di quanto inizialmente richiesto, estinguendo così ogni contenzioso amministrativo e giudiziario. Il restante sarà coperto da un fondo statale da 360 milioni di euro. Una misura che, secondo l’Esecutivo, punta a sbloccare anni di conflitto tra imprese e Regioni e ad alleggerire il carico sulle aziende, senza rinunciare a un riequilibrio della spesa sanitaria. Tuttavia, se da un lato si ammette l’iniquità strutturale della norma – riconosciuta anche da sentenze della Corte costituzionale – dall’altro la soluzione parziale adottata nel decreto non soddisfa né le imprese né le associazioni di categoria.
Il presidente di Confindustria Dispositivi Medici Fabio Faltoni parla di “primo passo” e di un riconoscimento implicito dell’anomalia legislativa. Ma avverte: “Ora la norma va cancellata nella legge di Bilancio 2026”. L’associazione lamenta l’assenza di esenzioni per le PMI e sottolinea la criticità del termine stringente di 30 giorni per il versamento, senza dilazioni né misure di salvaguardia. Più dura la reazione di Confimi Sanità, che denuncia un ulteriore scaricabarile sulle Regioni, le quali dovranno ricalcolare importi e gestire la compensazione con le aziende, con tempistiche e modalità ancora incerte. Il presidente Massimo Pulin parla di “contesto ingovernabile” e teme un collasso dell’intera filiera entro settembre, chiedendo un tavolo operativo urgente per evitare chiusure a catena.
Il decreto contiene anche misure per rafforzare la sanità pubblica, con lo stanziamento di 42 milioni di euro l’anno (2025-2027) per attività di ricerca e assistenza, con attenzione agli Irccs pediatrici e ai centri oncologici d’eccellenza che utilizzano tecnologie avanzate come l’adroterapia. Stabilizzata inoltre la dotazione per i centri che trattano neoplasie con ioni carbonio e protoni. È previsto anche un maggiore coinvolgimento dell’Inail nel settore della riabilitazione e della protesica, tramite la possibilità di costituire enti non profit in settori innovativi. Sono segnali positivi – riconoscono i tecnici del settore – ma insufficienti se non accompagnati da una revisione complessiva del modello di governance della spesa sanitaria, soprattutto per quanto riguarda i tetti e il rapporto tra Stato, Regioni e fornitori privati. Ancora un rinvio – il quinto – per la sugar tax, la tassa sul consumo di bevande zuccherate. L’entrata in vigore è ora prevista per il 1° gennaio 2026. La misura, nata con finalità di prevenzione sanitaria, è da tempo osteggiata dal comparto industriale e finora mai realmente attuata. Anche questo rinvio alimenta le critiche di chi accusa il governo di non voler davvero affrontare i nodi della salute pubblica per non scontentare le lobby.
Anna Capasso
TAG: CONFIMI SANITà, CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI, DECRETO ECONOMIA, PAYBACKSe l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
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