Governo e Parlamento
04 Dicembre 2023 Oms: Il settore sanitario, che attualmente riceve solo lo 0,5% dei finanziamenti globali per il clima, "richiede un aumento sostanziale delle risorse”
“L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute è un tema cruciale ed è molto importante che per la prima volta, quest’anno, la Conferenza annuale sul clima delle Nazioni Unite abbia previsto una giornata dedicata alla salute. I sistemi sanitari a livello mondiale devono essere meglio preparati e più resilienti per affrontare le crisi ambientali”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto alla COP28 a Dubai dove ha partecipato alla riunione dei ministri della Salute. "Il nostro servizio sanitario nazionale - ha aggiunto - è stato in grado finora di mitigare gli effetti del cambiamento climatico ma dobbiamo intraprendere ulteriori azioni. Questo significa identificare tempestivamente i rischi sanitari legati al clima e adottare interventi di prevenzione, preparazione e risposta rapida insieme a soluzioni innovative per ridurre le emissioni di gas serra a beneficio del clima e della salute". Ai governi riuniti nella Cop28 l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) insieme a organizzazioni della società civile ha lanciato un appello perché si dia corso in fretta ad "azioni coraggiose per il clima e la salute". "L'inerzia" su questo fronte "costa vite umane e ogni singolo giorno ha un impatto sulla salute", avvertono gli operatori sanitari invocando "un'azione immediata per eliminare gradualmente i combustibili fossili, passare all'energia pulita, rafforzare la resilienza e sostenere le persone e le comunità più vulnerabili agli impatti del climate change". "Basta ritardi e scuse", è il monito.
"Di fronte alle sfide urgenti poste dalla salute e dai cambiamenti climatici - interviene il direttore generale Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus - gli operatori sanitari sono uniti in ogni sforzo per migliorare i risultati sanitari e affrontare la crisi climatica. Questo ispira tutti noi a contribuire a un mondo più sano e più resiliente per le generazioni a venire". Il 2023 ha visto "un'allarmante ondata di disastri legati al clima, tra cui incendi, ondate di caldo e siccità, che hanno portato allo spostamento di popolazioni, a perdite nell'agricoltura e a un aumento dell'inquinamento atmosferico", fa notare l'agenzia ginevrina. "L'attuale crisi climatica ha aumentato significativamente il rischio di malattie potenzialmente letali come colera, malaria, Dengue". L'Oms e gli oltre 40 milioni di professionisti sanitari chiedono ai governi di "rispettare gli impegni già assunti, rispettare l'Accordo di Parigi, accelerare l'eliminazione graduale dei combustibili fossili e aumentare la loro ambizione per un futuro più sano, più giusto e più verde per l'umanità". Sono indispensabili, fanno notare i promotori dell'appello, "sistemi sanitari forti e resilienti per proteggere la popolazione dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici". Deve essere vista come una delle priorità di azione e finanziamento a più livelli, da locale a globale, costruire questi sistemi sanitari a basse emissioni di carbonio. "I ministri della Sanità di tutto il mondo hanno approvato la Dichiarazione Cop28 su clima e salute, sostenuta da 120 Paesi". E l'Oms parla di una "mobilitazione sanitaria globale senza precedenti alla Cop28", che riflette una comprensione condivisa dell'urgenza di agire e "suscita la speranza di un maggiore impegno globale per un futuro più sano e più resiliente per tutti". Tutto ciò richiede anche "l'impegno a finanziare meccanismi che supportino sistemi sanitari resilienti ai cambiamenti climatici e iniziative sostenibili. E' fondamentale discutere l'urgenza dell'azione, ma anche garantire che gli impegni finanziari siano adeguati alla portata della sfida". Il settore sanitario, che attualmente riceve solo lo 0,5% dei finanziamenti globali per il clima, "richiede un aumento sostanziale delle risorse - è l'invito - Aumentare il sostegno finanziario non è solo giustificato, ma essenziale per affrontare efficacemente le crisi sanitarie in corso e un panorama sanitario globale in evoluzione".
In una nuova analisi pubblicata in occasione della Giornata dedicata alla salute, prevista nell'ambito della Cop28, emerge che 1 ospedale su 12 in tutto il mondo sarà ad alto rischio di chiusura entro il 2100 a causa di condizioni meteorologiche estreme legate al cambiamento climatico, se i combustibili fossili non verranno gradualmente eliminati e le emissioni rimarranno elevate. Più di 130 ospedali o strutture sanitarie sarebbero ad alto rischio di danni da eventi meteorologici estremi entro il 2100 se le emissioni resteranno elevate", secondo lo schema proposto dagli analisti di Xdi (Cross Dependency Analysis), realtà che ha condotto la ricerca e che si occupa proprio di esaminare i rischi fisici legati al clima. I danni medi subiti dagli ospedali sono già aumentati del 38% dal 1990 a causa dei cambiamenti climatici, spiegano gli esperti. E potrebbero quasi triplicare entro il 2050 (aumento del 108%) e raggiungere il 286% entro il 2100 con emissioni elevate. Il rapporto "ci ricorda drammaticamente che le conseguenze delle modificazioni climatiche colpiscono non solo le persone ma anche le infrastrutture più vulnerabili e necessarie, e tra queste gli ospedali, centri vitali per la sopravvivenza di intere comunità". È la riflessione di Agostino Di Ciuala, presidente del comitato scientifico di Isde Italia, associazione medici per l'ambiente, in merito al report. "Una mancata, rapida inversione di rotta sul fronte dei combustibili fossili - avverte Di Ciuala - significherà, entro la fine del secolo, la possibile chiusura di un ospedale su 12 a livello globale e questo avverrà soprattutto nelle aree con minore capacità di resilienza. Come Isde ricorda da anni, le modificazioni climatiche sono amplificatori di criticità esistenti e ignorare le sollecitazioni del rapporto Xdi significherà, ancora una volta, essere colpevolmente inerti su un fronte che non permette più ritardi".
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