Governo e Parlamento
07 Settembre 2022 Nonostante le grandi sfide che attendono il nuovo esecutivo, dalla pandemia all’attuazione del Pnrr, dalle riforme strutturali al recupero delle prestazioni sanitarie; «nessuna forza politica ha elaborato un piano di rilancio del servizio sanitario nazionale in grado di garantire alla popolazione il diritto alla reale tutela della salute». È la denuncia della Fondazione Gimbe
Nonostante le grandi sfide che attendono il nuovo esecutivo, dalla pandemia all’attuazione del Pnrr, dalle riforme strutturali al recupero delle prestazioni sanitarie; «nessuna forza politica ha elaborato un piano di rilancio del servizio sanitario nazionale in grado di garantire alla popolazione il diritto alla reale tutela della salute». È la denuncia che arriva dalla Fondazione Gimbe che ha analizzato le proposte avanzate dalle principali coalizioni e schieramenti politici. «È indispensabile rimettere la sanità al centro dall’agenda di Governo a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche. Per tali ragioni, abbiamo ripetuto l’esperienza del 2018, realizzando un’analisi indipendente dei programmi elettorali sulle proposte relative a sanità, assistenza sociosanitaria e ricerca biomedica». Dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Se tuttavia inizialmente tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di rilanciare adeguatamente il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – sostiene Cartabellotta – con la fine dell’emergenza la sanità è “rientrata nei ranghi”, finendo di nuovo relegata ai margini dell’agenda politica».
L’analisi è stata condotta sui programmi elettorali depositati dai partiti entro il 14 agosto 2022 ai sensi della L. 165/2017 e pubblicati nella sezione «Elezioni trasparenti» del sito web del Ministero dell’Interno. Le proposte sulla gestione della pandemia riguardano interventi parziali: la coalizione di centrodestra punta su comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali. Azione-Italia Viva su sanificazione ambientale, percorsi pandemic-free ed equipaggiamenti per le ambulanze; il Partito Democratico sui sistemi di aerazione. Per prepararsi a future emergenze sanitarie +Europa e Azione-Italia Viva propongono un’Agenzia nazionale di coordinamento e la coalizione di centrodestra di aggiornare i piani pandemici. «Di fatto – commenta Cartabellotta – la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali, nonostante gli organismi internazionali di sanità pubblica suggeriscano a tutti i Governi di predisporre piani di preparedness per il prossimo autunno-inverno». Su pandemia e campagna vaccinale, invece, una pioggia di proposte da numerosi partiti minori e da Italexit per lo più in contrasto con il principio di tutela della salute pubblica.
Solo Alleanza Verdi e Sinistra propongono di inserire l’obiettivo “salute in tutte le politiche” e potenziare i servizi di prevenzione e tutela ambientale. Posizioni molto differenti su governance Stato-Regioni che spaziano tra il ritorno alla gestione centrale della Sanità (Movimento 5 Stelle), all’estensione dei poteri esclusivi dello Stato (+Europa, Azione-Italia Viva) sino all’attuazione del regionalismo differenziato (coalizione di centrodestra), proposto anche dal Partito Democratico, previa definizione di alcune garanzie. Alleanza Verdi e Sinistra, invece, vuole “espellere” la sanità dall’autonomia regionale differenziata. Sul finanziamento pubblico del SSN, da +Europa, Azione-Italia Viva, Unione Popolare la proposta di allinearlo alla media dei paesi europei, da ItalExit e Partito Democratico quella di un generico rilancio e da Alleanza Verdi e Sinistra un piano straordinario di investimenti pubblici per l’ammodernamento strutturale e tecnologico della sanità pubblica. Azione-Italia Viva propone di accedere al MES. Solo Azione-Italia Viva entra nel merito della metodologia di revisione dei LEA al fine di mantenere costantemente aggiornate le prestazioni offerte dal SSN. Alleanza Sinistra e Verdi, Azione-Italia Viva e Movimento 5 Stelle puntano su finanziamento, accessibilità e rimborsabilità delle terapie innovative e avanzate. Azione-Italia Viva punta ad espandere i LEA per le malattie rare. Pochissimi partiti affrontano il tema l’integrazione pubblico-privato, con proposte generiche (Azione-Italia Viva) o finalizzate ad espandere la sanità privata (Impegno Civico).
Sulla riduzione degli sprechi, Gimbe puntualizza che nessun partito ha formulato un piano organico in tal senso. Numerosi partiti propongono in maniera generica di potenziare e/o investire sull’assistenza sociosanitaria per anziani, persone fragili con disabilità e/o non autosufficienti, facendo riferimento all’assistenza domiciliare (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva), a quella residenziale (+Europa), all’integrazione in rete dei servizi sanitari e sociali (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva). Sul personale sanitario, solo +Europa propone di garantire programmazione, formazione, organizzazione e gestione del personale del SSN con un quadro legislativo e finanziario coerente e incentrato su qualità e merito. Da numerosi partiti proposte generiche sulla necessità di potenziare il personale sanitario (+Europa, coalizione di centrodestra, Italexit). Alleanza Verdi e Sinistra propone l’assunzione di 40 mila operatori in tre anni, Azione-Italia Viva di semplificare le procedure per il riconoscimento di titoli di studio esteri per tutte le professioni sanitarie. Varie proposte per migliorare contratti e retribuzione (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, ItalExit, Movimento 5 Stelle). «A fronte di queste lodevoli intenzioni – commenta Cartabellotta – nessun partito, stando ai programmi depositati al Viminale, tiene conto che la prima azione politica per potenziare il capitale umano del SSN consiste nell’abolizione dei tetti di spesa per il personale». Sui medici di famiglia Alleanza Verdi e Sinistra propongono il contratto dipendente; ItalExit un aumento dei contratti di formazione per la medicina generale e il Partito Democratico un nuovo “piano di assunzione” di MMG. Sulle scuole di specializzazione i partiti della coalizione di centrodestra propongono un generico “riordino”; Azione-Italia Viva e Partito Democratico un contratto specifico di formazione-lavoro che superi il meccanismo delle borse di studio; ItalExit di potenziare numero e importo delle borse di studio. A favore dell’abolizione del numero chiuso a medicina ItalExit e Alleanza Verdi e Sinistra che lo chiede anche per gli infermieri, oltre al Movimento 5 Stelle, più in generale, per l’accesso all’Università.
In tema di ricerca, Azione-Italia Viva propone di destinare almeno il 3% del Fondo Sanitario Nazionale alla Ricerca, sostenere la filiera delle Scienze della Vita e dei dispositivi e rimuovere gli ostacoli burocratici che rendono l’Italia poco attrattiva per le ricerche cliniche. Alleanza Verdi e Sinistra punta a potenziare la ricerca indipendente sui farmaci. Varie le proposte sulla ricerca in generale, senza riferimento specifico alla ricerca biomedica, con focus principale sull’incremento degli investimenti. Numerosi partiti affrontano lo spinoso problema delle liste di attesa, ulteriormente allungate dai ritardi accumulati a causa della pandemia, ma solo due definiscono criteri quantitativi: Azione-Italia Viva propone di ridurre entro un anno i tempi di attesa fino ad un massimo di 60 giorni per le prestazioni programmate e di 30 per tutte le altre; il Partito Democratico si impegna a dimezzarli entro il 2027. «A fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica che attendono il nuovo Esecutivo – conclude Cartabellotta – il nostro monitoraggio indipendente restituisce un quadro decisamente deludente. Se da un lato alcune tematiche (riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario, superamento delle liste di attesa) sono comuni alle principali coalizioni e schieramenti politici, dall’altro per la combinazione di ideologie partitiche, scarsa attenzione per la sanità e limitata visione di sistema, le proposte sono frammentate, spesso strumentali, non sempre coerenti e senza alcuna valutazione dell’impatto economico. E, cosa ancora più inquietante, nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, coerente con gli investimenti e le riforme del PNRR, in grado di contrastare la privatizzazione al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla tutela del nostro bene più prezioso: la salute».
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