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19 Novembre 2025

Intelligenza artificiale in sanità, Oms: solo quattro Paesi europei con una strategia nazionale

Il rapporto OMS Europa presentato a Valletta rileva adozione crescente dell’intelligenza artificiale in sanità ma lacune su governance, responsabilità legale e strategie nazionali


ia medicine

Solo quattro Paesi su cinquanta della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità dispongono di una strategia nazionale dedicata all’intelligenza artificiale in sanità e una quota analoga, pari all’otto per cento, ha definito standard di responsabilità legale in caso di errore dei sistemi di IA. È quanto emerge dal rapporto Artificial Intelligence in Health: State of Readiness across the WHO European Region, presentato il 19 novembre a Valletta dall’Ufficio regionale europeo dell’OMS nell’ambito dell’incontro di alto livello AI for Health and Care in Europe: Practical Solutions for a Healthy Future.

Secondo il documento, l’incertezza giuridica rappresenta la principale barriera all’adozione dell’intelligenza artificiale per quarantatré Paesi su cinquanta. A seguire vi sono vincoli finanziari, indicati da trentanove Stati, mentre meno di un quarto fornisce formazione specifica agli operatori sanitari. Il rapporto segnala inoltre che ventisei Paesi hanno identificato aree prioritarie di sviluppo, ma solo una parte ha stanziato risorse per l’implementazione.

L’utilizzo di soluzioni basate su intelligenza artificiale è comunque già diffuso. Trentadue Paesi adottano sistemi per la diagnostica assistita, in particolare in ambito di imaging, e metà utilizza chatbot per servizi ai pazienti. Quarantanove governi indicano come obiettivo principale il miglioramento dell’assistenza e quarantasei considerano l’intelligenza artificiale uno strumento per ridurre la pressione sul personale sanitario.

Nel suo intervento a Valletta, il direttore regionale Hans Henri P. Kluge ha richiamato l’attenzione sulla necessità di affiancare all’adozione tecnologica un quadro di governance fondato su tutela dei diritti, privacy e sicurezza. «AI is already a reality for millions of health workers and patients across the European Region», ha dichiarato, avvertendo che senza strategie chiare e investimenti in competenze digitali si rischia di ampliare le disuguaglianze.

La direttrice dei sistemi sanitari di OMS Europa, Natasha Azzopardi-Muscat, ha sottolineato la necessità di orientare l’intelligenza artificiale a obiettivi di salute pubblica, riduzione dei costi e sostegno al personale. David Novillo Ortiz, responsabile per dati, intelligenza artificiale e salute digitale dell’Ufficio regionale, ha indicato la definizione di meccanismi di responsabilità e percorsi di ricorso come elementi essenziali per favorire fiducia e utilizzo clinico.

I due comunicati diffusi in occasione del summit presentano esempi di applicazioni già attive: in Estonia piattaforme integrate collegano cartelle cliniche, dati assicurativi e registri di popolazione per supportare strumenti predittivi; in Finlandia investimenti in formazione e anonimizzazione avanzata dei dati favoriscono l’uso sicuro di dati real-world; in Spagna sono in corso progetti pilota per la diagnosi precoce in assistenza primaria.

Le dichiarazioni di apertura del summit richiamano inoltre l’esigenza di cooperazione tra governi, esperti e istituzioni internazionali per definire standard condivisi di sicurezza, responsabilità e qualità, con particolare attenzione all’equità nell’accesso alle tecnologie e alla protezione della privacy.

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