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Europa

29 Dicembre 2023

Covid-19, verbali vaccini ancora secretati. Le ragioni dell’Ue

Non c'è un singolo verbale, su 27, che non sia stato oscurato elettronicamente per meno della metà del suo contenuto


Covid-19, verbali vaccini ancora secretati. Le ragioni dell’Ue

La gestione a livello Ue della campagna di vaccinazione di massa contro il Covid-19 resta coperta da segreto. È quanto viene fuori da un’indagine dell’Adnkronos che ha ottenuto, tramite una regolare richiesta di accesso agli atti, 27 verbali del comitato direttivo sui vaccini, l'organo che, a partire dal 18 giugno 2020, ha coordinato le trattative per l'acquisto e la distribuzione dei farmaci anti-Covid. A rimanere coperti sono anche i contratti di acquisto siglati dalla Commissione Europea con le case farmaceutiche e i messaggi scambiati dalla presidente con il Ceo di Pfizer Albert Bourla nei primi mesi del 2020. L'Adnkronos ha fatto richiesta dei verbali del comitato nell'aprile  2023; dopo qualche trattativa, dovuta al fatto che la quantità di  documenti era eccessiva per poter essere gestita dall'ufficio che si  occupa delle richieste di accesso ai documenti, l'agenzia ha ottenuto, il 26 maggio 2023, 27 verbali di riunione, dal 18 giugno al 31  dicembre 2020, relativi solamente alle trattative con Pfizer-BionTech, le case che hanno prodotto il vaccino più usato nell'Ue per  immunizzare i cittadini. Peccato che i documenti siano coperti, per la stragrande maggioranza dei loro contenuti, da omissis, utilizzati  estensivamente, a tappeto, su pagine intere. Nei documenti ricevuti tutte le informazioni  rilevanti (prezzi dei vaccini, date di consegna, quantità ordinate,  questioni relative alla responsabilità giuridica, eccetera) sono state 'omissate'. Non c'è un singolo verbale, su 27, che non sia stato  oscurato elettronicamente per meno della metà del suo contenuto, fa sapere l’AdnKronos.  

La Commissione ha fornito due motivazioni per  spiegare l'uso estensivo del segreto: anzitutto, ha spiegato il 26  maggio, i documenti includono "i nomi o le iniziali e i dati di  contatto di persone", tutti dati personali che non possono essere  comunicati a terzi per motivi di privacy. In realtà si tratta con ogni probabilità di pubblici funzionari, intenti a prendere decisioni di  pubblica rilevanza, che implicano l'utilizzo di soldi dei  contribuenti: che abbiano diritto ad un così alto grado di tutela  della privacy, mentre erano intenti a svolgere funzioni pubbliche,  appare quantomeno dubbio. Ma la ragione principale, esattamente come per i contratti di  acquisto, è che i verbali "includono riferimenti a informazioni  commerciali sensibili legate allo sviluppo, alla produzione,  riempimento e finitura, consegna dei vaccini contro la Covid-19, come  pure informazioni scientifiche sui vaccini, i loro prezzi, le  tempistiche di sviluppo..." eccetera. Insomma, la Commissione invoca  il segreto commerciale, esattamente come ha fatto per i contratti di  acquisto. Inoltre, la Commissione asserisce, nella sua risposta, di non essere  in grado di identificare motivi per cui un "preminente interesse  pubblico" debba configurarsi per giustificare la diffusione di tali  informazioni, facendo premio sul diritto alla privacy per i pubblici  funzionari e sulla tutela del segreto commerciale cui si è impegnata  con le case farmaceutiche in questione.  

"E' stato fatto un lavoro  eccezionale e contro il tempo per garantire la disponibilità dei  vaccini" anti-Covid "per tutti i Paesi Ue". Tiene a puntualizzarlo  all'Adnkronos Salute Marco Cavaleri, che all'Agenzia europea del  farmaco Ema è responsabile Rischi sanitari e Strategie vaccinali e  presiede la Task force emergenze, spiegando di "non" avere "molto da  dire, eccetto questo", sulla scelta Ue. "L'inesperienza, inevitabile, e  vincoli di contratto che in tempi di emergenza era difficile non  accettare". Questi i fattori che secondo Guido Rasi, ex direttore  esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, professore di  Microbiologia all'università di Roma Tor Vergata, hanno pesato sulla  decisione dell'Unione europea di coprire di 'omissis' i verbali del  Comitato direttivo sui vaccini.  Fatta questa premessa che ritiene doverosa per contestualizzare la  scelta Ue, "sicuramente - dichiara l'esperto all'Adnkronos Salute - la Commissione europea dovrà darsi delle regole di trasparenza migliori". "Credo che la Commissione sia stata vincolata dal segreto negoziale  fin dall'inizio, visto che c'erano vari concorrenti", spiega Rasi  commentando l'esito delle richieste di accesso presentate  dall'Adnkronos. "All'Ema - ricorda l'ex direttore dell'ente regolatorio Ue - io ci ho  messo 6 anni ad avere approvata la trasparenza della pubblicazione dei dati clinici. E' stata una battaglia lunga, che qualcuno doveva  iniziare". E dopo averla vinta "sono diventato l'uomo più tranquillo  del mondo - racconta Rasi - perché sapevo che potevo pubblicare i dati sulla base dei quali prendevamo le decisioni". In conclusione, "in  questo caso specifico è necessario considerare le circostanze in cui è avvenuta la trattativa, che non erano circostanze normali che rendono  tutto più facile". Ma "nel futuro, con le giuste regole di  trasparenza, si potrà fare ancora meglio". "Un gravissimo errore, che  ovviamente alimenta complottismo e movimenti no-vax" - secondo l'infettivologo  Matteo Bassetti – Perché uno pensa: chissà cosa ci vogliono nascondere. Nella realtà, forse c'era  qualcosa che dal punto di vista commerciale, magari dal punto di vista dei dati scientifici, era giusto nel 2021 tenere secretato perché  magari lo chiedeva l'azienda che produceva i vaccini, a livello di  brevetti o di altro, ma oggi nel dicembre del 2023, dopo che in  qualche modo sono state ampiamente sdoganate tutte le informazioni  scientifiche possibili e immaginabili, credo davvero sia un grave  errore".

TAG: COMMISISONE EUROPEA, COVID, UE, VERBALI COVID

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