Si è conclusa“PATH – Join our Future” una due giorni di lavori organizzata da Roche Italia e riservata alle Associazioni di Pazienti per mettere a punto azioni e raccomandazioni da presentare alle istituzioni nazionali per contribuire nel ridisegnare il Sistema Sanitario alla luce di due grandi trasformazioni in atto, PNRR e digitalizzazione della salute.
Un evento che ha visto la partecipazione di esponenti politici, rappresentanti delle principali istituzioni sanitarie (tra cui Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, AGENAS, C.A.R.D.) ed esperti del digitale con cui i quasi 60 delegati delle 38 Associazioni presenti hanno potuto dibattere sui bisogni dei pazienti e sulle questioni aperte in relazione all’attuazione del PNRR e alle implicazioni del digitale sulla gestione della salute e dei percorsi di cura.
Co-creazione, territorio, efficacia dei servizi, telemedicina e real world data i temi su cui le Associazioni chiedono attenzione e suggeriscono indicazioni concrete alla politica e alle Istituzioni sanitarie del Paese. Questi i 5 temi programmatici alla base del documento da portare all’attenzione dei decisori politici e sanitari che è uscito dall’incontro.
"Collaborare significa mettere in comune obiettivi, sforzi e risorse. Gli anni di pandemia lo hanno ribadito con forza. Oggi abbiamo la grande opportunità offerta dal PNRR, siamo al momento del decollo e non possiamo sbagliare. È necessario attivare una rete virtuosa che coinvolga in maniera attiva anche le Associazioni di Pazienti” ha commentato Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore delegato di Roche Italia.
Sul tema della telemedicina gli fa eco Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali: “La telemedicina è un servizio che offre le sue maggiori possibilità quando è operativa su un territorio. È quindi molto importante che venga pensata come elemento di potenziamento della sanità territoriale. Per farlo abbiamo bisogno di ragionare in termini di esigenze di un territorio.” Fabiola Bologna,Segretario XII Commissione Affari sociali, Camera dei Deputati, continua: “La Digital Health, uno dei punti chiave della Missione 6 del PNRR, grazie all’utilizzo di piattaforme informatiche, connettività, software e sensori, ha molte potenzialità e potrebbe garantire, nel prossimo futuro, un’appropriata ed efficiente assistenza sanitaria, entrando, come strumento, a far parte dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, per una Sanità di prossimità, vicina ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie, così da facilitare l'accesso ai servizi e da migliorarne la qualità di vita. La digitalizzazione è una opportunità ma l'interfaccia dei cittadini saranno sempre i medici e il personale sanitario nella relazione di cura, anche nella Sanità del futuro”. Eugenio Santoro, Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” chiude: “Il confronto sulle trasformazioni digitali in atto con i rappresentanti delle Associazioni di Pazienti, interlocutori privilegiati del Sistema salute, può far comprendere non solo come questa trasformazione sta impattando sulle vite dei pazienti ma anche come può essere accelerata a loro favore. È tuttavia importante che strumenti di telemedicina e in generale di tutti quegli strumenti digitali rivolti ai pazienti per gestire o curare le proprie patologie da remoto, siano sottoposti a validazione scientifica e a studi clinici metodologicamente rigorosi che possano misurare la loro sicurezza, affidabilità ed efficacia clinica”.
Nicola Provenza, Componente Membro XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, e Alice Borghini, Dirigente organizzazione modelli sanitari territoriali Agenas, parlano di co-creazione e medicina territoriale. Provenza interviene così: “Sono tre i punti focali su cui concentrarsi. In primis, l’importanza del ruolo dei pazienti nel co-creare i percorsi di prevenzione. È inoltre necessario, per l’innovazione tecnologica, un modello organizzativo-gestionale di base che possa consentire l’implementazione e la finalizzazione degli strumenti offerti dalla digital health. Ancora, i pazienti devono essere parte integrante dei collegi di direzione distrettuale per una co-progettazione finalizzata a una presa in carico sempre più efficace dei bisogni delle persone”. Mentre Borghini continua “Le novità sul territorio sono importanti e cambiano l’assetto stesso della medicina di prossimità. Tra le più impattanti, sicuramente, la condivisione di uno standard per la figura dell’infermiere di famiglia o comunità e la previsione di nuove strutture sanitarie realizzate proprio grazie ai finanziamenti del PNRR”.
Giovanni Del Grossi, Direttore Unità Organizzativa Sistemi Informativi e Sanità Digitale della Regione Lombardia, parla “La estrema difficolta nell'utilizzo diffuso di servizi di interoperabilità tra i molteplici sistemi esistenti e tra i dati gestiti dalle diverse organizzazioni sanitarie rappresenta una criticità per la collaborazione professionale e per lo sviluppo di nuovi modelli di gestione dei servizi sociosanitari. È necessario progettare, anche di livello nazionale, nuove architetture di interoperabilità tra dati basate sui più recenti standard internazionali, adottare codifiche univoche e intervenire sull'eccessivo frazionamento di sistemi applicativi attraverso la diffusione di nuove architetture applicative progettate nativamente nel Cloud”. Mentre Luciano Pletti, Vicepresidente della Confederazione Associazioni Regionali di Distretto e Presidente di CARD FVG, dice: “Per il cittadino le possibilità aperte dall’introduzione degli strumenti della telemedicina dovrebbero migliorare l'accessibilità, la fruizione e, soprattutto, la continuità dell'assistenza, privilegiando il setting domiciliare. Inoltre, i sistemi di ICT rappresentano una potente occasione di rafforzamento dell'integrazione sociosanitaria e ospedale - distretto. Certamente si possono prefigurare barriere, rischi e resistenza a vario livello, che devono essere gestite e superate nel miglior modo”.
Claudio Jommi, Professor of Practice di Health Policy di SDA Bocconi, chiude dicendo: “La qualità di vita collegata allo stato di salute e, più in generale, gli esiti riportati dai pazienti, rappresentano indicatori sempre più importanti di impatto delle tecnologie sanitarie e di valutazione della coerenza tra costo ed outcome. Tale valutazione a sua volta impatta sulle decisioni di accesso delle tecnologie stesse. È importante rafforzare la robustezza e l'adattamento al contesto italiano delle evidenze di impatto delle tecnologie sulla qualità di vita dei pazienti, ma anche il ruolo che tali evidenze hanno nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale, nonché l'interazione con le associazioni dei pazienti nella valutazione critica di tali evidenze”.
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