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13 Luglio 2022

Covid-19: gli adulti non si vaccinano. Ricciardi: servono campagne capillari e comunicazione pubblica efficace

Perché le strategie vaccinali diano copertura efficace, c'è bisogno di campagne condotte in modo capillare attraverso medici di famiglia, agenzie regolatorie coraggiose e una comunicazione pubblica efficace: questa l'indicazione di Walter Ricciardi


Covid-19: gli adulti non si vaccinano. Ricciardi: servono campagne capillari e comunicazione pubblica efficace

Perché le strategie vaccinali diano copertura efficace nel complesso mondo contemporaneo, c'è bisogno di campagne condotte in modo capillare attraverso medici di famiglia, di agenzie regolatorie coraggiose e di una comunicazione pubblica efficace. L’indicazione giunge da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università del Sacro Cuore, consigliere scientifico del Ministro della Salute al novantennale di Glaxo Smith Kline. Con Rino Rappuoli, chief scientist GSK Vaccines, Ricciardi commenta un paradosso: se l’aumento della spesa totale per i vaccini nel 2020 in Italia è stato di 562,5 milioni di euro, per le vaccinazioni dell’adulto - antinfluenzale, pneumococco 23valente, Herpes zoster– sono stati spesi solo 108 milioni. L’antinfluenzale per gli over 65 enni ha raggiunto il 63%, a fronte di un target del 75% del Piano di prevenzione vaccinale 2017-19. Nella stessa fascia di età, l’antipmeunococcico ha raggiunto solo il 3% a fronte di un indice previsto del 75%; l’anti herpes zoster riguarda solto l’1% del target-adulti, contro un obiettivo del 50%. Come dimostra l’esperienza Covid, vaccinare gli adulti è difficile, e le agenzie regolatorie sembrano saperlo. «Dopo la decisione della Food & Drug Administration USA che aveva autorizzato la vaccinazione anti-Covid per gli over 60 malgrado avessimo gli stessi dati su anziani e fragili, in Europa abbiamo atteso 2 mesi per fare la stessa cosa». Di fatto la campagna vaccinale è rimasta sospesa. «Ora l’EMA ha dato l’ok e gli stati membri la seguono in fretta e furia. È mancata un’agenzia nazionale che avesse il coraggio di confermare le decisioni da prendere sulla base degli studi scientifici, con rapidità. Servono agenzie regolatorie competenti, rapide, trasparenti ed efficaci. Inoltre –prosegue Ricciardi- le istituzioni pubbliche devono fare comunicazione scegliendo bene i canali, la tv per gli anziani, i social per giovani». Lo spot, insomma, non è uguali per tutti, e il mezzo che lo comunica va presidiato. «I no-vax hanno usato i social in modo mirato, le istituzioni pubbliche devono ancora ingaggiarsi attivamente, ad oggi siamo in un limbo».
Secondo uno studio della John Hopkins University ogni dollaro speso in vaccini genera un risparmio di 44 dollari di cui 16 di spese mediche e 28 di costi indiretti legati alla produttività del lavoro. Come convincere gli adulti che vaccinarsi è il primo gesto per costruire una sanità meno povera e tendenzialmente migliore? «Attorno al vaccino va costruito un sistema organizzato, ovunque», dice Ricciardi. «La campagna contro il Covid ci ha insegnato che neanche nei paesi più poveri c’è fiducia nei vaccini. Se in quei paesi le mamme sanno che vaccinando i figli li proteggono da malattie causa di morte e disabilità, negli adulti per il Covid-19 c’è stata grande diffidenza: sono scadute centinaia di migliaia di dosi donate perché culture locali lamentavano la sperimentalità dei vaccini, la scarsa sicurezza, quando non il sospetto di “una trappola dell’Occidente”». In Italia non cambia molto. «Da tempo contro il Covid abbiamo a disposizione la vaccinazione per gli over 80 e da questa settimana c’è per gli over 60, ma fin qui si è vaccinato un anziano su 4. Anche chi dovrebbe sapere che il vaccino gli salva la vita è riluttante. Accanto all’ innovazione nella ricerca per portare i vaccini a destinazione servono una logistica, un’attività culturale e di informazione. Introdurre un obbligo vaccinale per gli adulti non è pensabile».

Rappuoli ricorda come i nuovi vaccini debbano molto all’arrivo di nuove tecnologie. Il vaccino anti-Covid è stato una grande conquista della tecnologia a RNA. Presto toccherà al vaccino contro il virus sinciziale: «Abbiamo avuto fallimenti dal 1967 al 2019. Ma un mese fa abbiamo potuto annunciare che un vaccino sperimentale funziona sugli anziani; ora è in fase di ammissione regolatoria, in meno di 2 anni potremmo avere un vaccino sognato 60 anni. Lavoriamo inoltre a vaccini contro l’antibiotico-resistenza, altra pandemia in arrivo. Gli antibiotici hanno salvato tantissime vite ma ne abbiamo abusato, e nel mondo i batteri stanno diventando resistenti. I vaccini possono essere un’alternativa che non dà resistenze: a differenza dei farmaci funzionano per sempre». A Siena GSK ha dato vita ad un Vaccines Institute for Global Health che usa le conoscenze usate nei vaccini commerciali per produrre vaccini su cui non investirebbe nessuno. «Abbiamo prodotto un vaccino per bambini contro il tifo in Asia e lavoriamo su salmonella e shigella contro le resistenze», dice Rappuoli. «Infine, stiamo lavorando su vaccini contro il cancro, terapeutici».



TAG: FARMACEUTICA

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